lunedì 29 settembre 2008

Citazioni Shakespeariane

L'amante, il pazzo ed il poeta hanno la stessa fantasia."

"L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupido viene dipinto cieco."

"L'amore è la più saggia delle follie, un'amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire."

"Se l'amore è cieco, tanto meglio si accorda con la notte."

"L'amore vola verso l'oggetto amato con la stessa impazienza con cui lo scolaro lascia la scuola; se ne allontana con tristezza come lo scolaro costretto a riprendere i libri."

"E ogni angoscia che ora par mortale, di fronte al perder te, non parrà eguale."

"L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupido viene dipinto cieco."

"Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si distruggono al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l'amore che dura fa così."

"Con la tua immagine e con il tuo amore, tu, benchè assente, mi sei ogni ora presente. Perchè non puoi allontanarti oltre il confine dei miei pensieri; ed io sono ogni ora con essi, ed essi con te."

"Ride delle cicatrici d'amore chi non ne ha mai provato una ferita."

"La sventura costringe l'uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto."

"Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze."

"C'é nelle cose umane una marea che colta al flusso mena alla fortuna:perduta, l'intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miserie."

"Le cose non sono un bene o un male di per se ma è il pensiero che le rende tali"

"Finché possiamo dire "questo è il peggio", vuol dire che deve ancora venire".


"La vita è un racconto narrato da un folle. Piena di strepito e di furore...e senza alcun signidìficato"

mercoledì 24 settembre 2008

Il massacro del Sand Creek


Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura

fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale

fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte

chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì

chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso

le lacrime più piccole
le lacrime più grosse

quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse

ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte

tirai una freccia in cielo
per farlo respirare

tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare

la terza freccia cercala

sul fondo del Sand Creek

Si sono presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura

fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek


La canzone di De Andrè vuole commemorare le vittime di uno dei massacri più vergognosi della storia americana.
Nel 1864 tra la popolazione della frontiera americana si creò un clima di paura e di tensione, la causa era la sommossa iniziata dai Sioux nel 1862 in Minnesota. Il governatore Evans affidò a John Chivington la ‘campagna di pacificazione’. Era la sera del 28 novembre 1864 quando Chivington, con più di 700 uomini al suo seguito, uscì da Fort Lyon per andare a caccia di indiani. Il villaggio di capo Pentola Nera si trovava in un ansa del Sand Creek. Complessivamente vi si trovavano quasi 600 persone, la maggior parte di loro erano donne, bambini ed anziani dato che quasi tutti i guerrieri si trovavano lontani , a caccia di bisonti.
Ci furono molte scene raccapriccianti in tutto il campo, la maggior parte degli uomini di Chivington erano completamente ubriachi e si lasciarono andare in una frenesia omicida, massacrando barbaramente chiunque capitasse loro a tiro. Si accanirono anche sui cadaveri mutilandoli e scotennandoli. Coperta Grigia riferì che dei soldati catturarono tre bambini e li condussero davanti a un gruppo di ufficiali. Il più grande aveva 8 anni, gli altri due avevano 4 e 5 anni , il tenente Harry Richmond disse: abbiamo l’ordine di ucciderli tutti, ne uccise uno sparandogli un colpo di pistola alla testa .Uccise anche gli altri due nonostante i pianti e le suppliche.
Quando tutto fu finito sul campo vi erano 105 morti tra donne e bambini e 28 uomini.
Nel suo rapporto ufficiale Chivington disse di aver ucciso circa 400 guerrieri .
Tra le sue file vi furono 9 morti e 38 feriti, questo non per la reazione da parte indiana , ma a causa del tiro disordinato dei suoi volontari.
Dopo pochi giorni a Denver in ogni locale della città cui c’era uno spettacolo, c’era una presentazione al pubblico di uno degli 'eroi', uno dei reduci del Sand Creek , accompagnato da alcuni trofei di guerra, una lancia, una freccia, uno scalpo ancora completo di trecce da esibire, tra gli applausi ed i tono ironici dei signori e delle signore. Nei locali più malfamati erano riservati i trofei più raccapriccianti , i genitali maschili e femminili amputati ai cadaveri dei Cheyenne uccisi. Per molti giorni dopo l’eccidio, le prostitute della città avevano promesso amore gratis a chi le avrebbe ricompensate con le capigliature sanguinanti dei selvaggi ed a tutti i reduci del Sand Creek che si fossero presentati nei bordelli esibendo lo scalpo con il pube tagliato via a una donna Cheyenne.
Nel frattempo a Washington iniziarono a nascere dei forti dubbi sull’impresa eroica del Sand Creek, e quando alcune testimonianze del massacro giunsero ad alcuni giornalisti dell’est, fu nominata una corte marziale per giudicare Chivington.
Per sfuggire alla giustizia militare Chivington rassegnò le dimissioni dall’incarico paramilitare.
Il governo allora nominò una commissione d’inchiesta civile presieduta da Kit Carson .
Nel suo rapporto finale Carson scrisse che quello che successe a Sand Creek fu una strage premeditata, un massacro compiuto da vigliacchi.
Nessuna punizione fu inflitta a Chivington ed i suoi eroi. Lui e il suo 3° reggimento di volontari si trasformarono in una vergogna nazionale.
Sotto la presidenza Clinton ( all’incirca 4-5 anni fa) il Congresso degli Stati Uniti si è pronunciato nuovamente sull’eccidio del Sand Creek e sono state presentate le scuse ufficiali alla nazione indiana. Lo ha preteso Ben Cavallo della Notte Campbell , senatore indiano del Colorado. Tutto il Congresso si è schierato con lui. Erano presenti anche Colo, il delegato agli Indian Affairs ed il senatore Daniel Inonye nell’ufficio di Bill Clinton quando lo stesso presidente firmava il decreto legge che assegnava un fondo monetario per organizzare un gruppo di studio per trovare la zona precisa dove avvenne il massacro.

lunedì 22 settembre 2008

Soldi fanno soldi e pidocchi fanno pidocchi

Riporto parte di un articolo presente sulla mai troppo elogiata rivista Micromega, non perchè non abbia voglia di scrivere, ma solo perchè qualcuno potrebbe pensare che esagero a prendermela con la chiesa. Riporto dati ufficiali e pubblicati. A dopo le considerazioni (piuttosto ovvie dopo la lettura dell'articolo).


"Venti anni fa - in seguito alla revisione, nel 1984, del Concordato tra Stato e Chiesa - nasceva l’otto per mille, un sistema che ha assicurato regolari e ingenti risorse economiche alla Chiesa cattolica. (...) La gestione dei fondi da parte della Chiesa cattolica contiene un altro luogo comune da sfatare: mentre le campagne pubblicitarie insistono a spiegare che l’otto per mille destinato alla Chiesa viene usato per la carità, per i poveri e per il Terzo mondo, in realtà solo un quinto del totale – per il 2008 si tratta di 205 milioni di euro – è impiegato per “interventi caritativi”, cioè assegnati alle diocesi per le iniziative di carità (90 milioni), destinati ad interventi nei Paesi del Terzo mondo (85 milioni) e ad esigenze caritative di rilievo nazionale (30 milioni).

Quasi la metà dei soldi raccolti dalla Chiesa cattolica viene invece destinata alle esigenze di culto: 424 milioni di euro di cui:
160 milioni alle diocesi "per culto e pastorale",
185 per l'edilizia,
32 al Fondo per la catechesi e l'educazione cristiana,
38 per iniziative religiose di rilievo nazionale e
9 ai Tribunali ecclesiastici regionali.

E oltre un terzo dell'intero incasso, 373 milioni di euro, viene invece destinato all'Istituto centrale per il sostentamento del clero, che assicura uno stipendio mensile ai 39mila sacerdoti in servizio nelle diocesi italiane e ai 600 preti diocesani impegnati nelle missioni all'estero: poco più di 850 euro al mese ad "inizio carriera", che arrivano a 1.300 euro mensili per un vescovo alle soglie della pensione (ma va aggiunto anche che ogni sacerdote può attingere ai cosiddetti "diritti di stola": battesimi, matrimoni, funerali, ecc.).
(...) Pietro Farina, vescovo di Alife-Caiazzo e presidente del Comitato per il sostegno economico alla Chiesa cattolica ha elaborato un nuovo meccanismo per incoraggiare le parrocchie ad incrementare la raccolta delle offerte per i sacerdoti: tutte le 26mila parrocchie italiane verranno di fatto ‘schedate’ in modo che l’Istituto centrale per il sostentamento del clero (Icsc) possa controllare il volume di offerte proveniente da ogni singola parrocchia e, successivamente, premiare le più efficienti con cospicui incentivi economici.
(...) Una sorta di “cottimo” da cui tutti avrebbero da guadagnare, tranne le parrocchie poco efficienti: tanto l’Icsc che potrebbe aumentare il volume complessivo di offerte deducibili raggranellate; quanto le parrocchie che, riuscendo ad incrementare le offerte versate dai fedeli, potrebbero trattenere per sé cifre ragguardevoli. Si tratta di “una modalità innovativa che motivi e giustifichi un rinnovato impegno a livello parrocchiale - spiega mons. Farina - e che, si spera, faccia da volano ad un incremento più generale delle offerte deducibili per il clero”.

Il commento ovvio è il seguente: se la parrocchia di un quartiere agiato, come ad esempio i Parioli di Roma, gestisce un giro di offerte congruo e grasso di contro una parrocchia sfigata di un quartiere di periferia (dove gli abitanti non hanno lavoro né di conseguenza soldi da dare al buon dio) non solo non avrà un buon giro di offerte ma perderà anche l'incentivo.
Quindi preti bravi come quel don Puglisi che è morto per aiutare inermi cittadini a ribellarsi alla criminalità organizzata rimarranno senza un centesimo e difficilmente riusciranno a strappare dalla strada qualche ragazzino disagiato con iniziative credibili. Invece il grasso prete dei quartieri alti a fine anno si comprerà quel bel completo di moda per dire messa il giorno di natale, dimenticando che il suo dio è nato fuggiasco e scaldato solo dall'alito puzzolente di due bestie da soma (se vogliamo dar retta alla storiella evangelica)

venerdì 19 settembre 2008

Romanzo criminale: la storia di don Gelmini


Io se fossi Dio e sapessi tutte le cose che sa lui…avrei un’ulcera perforata e non solo la gastrite.
Tempo fa ho comprato un libro che mi aveva consigliato la mia amica Silvia. Autrice Vania Lucia Gaito, titolo: Viaggio nel silenzio, i preti pedofili e le colpe della chiesa, edito da ChiareLettere.

Tra le tante storie di atrocità commesse da criminali vestiti da uomini di dio, c’è la storia di don Gelmini, prete antidroga che ha fondato la Comunità Incontro ad Amelia (Umbria) e pian piano ha colonizzato mezza regione con le sue comunità. Conoscevo già i ‘metodi’ di disintossicazione che adottava la comunità: pregare, pregare e pregare. Conoscevo anche la profonda misoginia della struttura avendo avuto persone a me vicine che avevano sperimentato di persona l’impossibilità di entrare nella comunità poiché donne, anche quando il ricoverato era un fratello. Questo perché la donna è un essere abietto, fonte di tentazione, sporca e pericolosa. Sembrerebbe quasi che, secondo il clero, questo concentrato di male sia stato creato da dio solo per mettere alla prova l’uomo (maschio), figlio diletto… ma anche povero stronzo che non è in grado di trattenere le pulsioni del suo sesso. Non è comunque della misoginia del clero che voglio parlare, quanto piuttosto della curiosa storia di un uomo osannato da alcuni e maledetto da tanti altri. La storia che ho letto sul libro parla, attraverso la voce di Bruno, di pedofilia e di reati finanziari commessi dal nostro caro don molto prima che le cronache gli balzassero addosso con le accuse di molestie che tutti conosciamo.

Nato a Milano, ma ordinato sacerdote a Grosseto poiché a Milano aveva avuto problemi a causa di accuse di molestie nei confronti di ragazzi dell’Azione Cattolica. Il fratello Eligio Gelmini era un pezzo grosso del clero e il nostro don ha vissuto nella sua ombra per un bel po’, fin quando non divenne segretario del cardinale Copello, arcivescovo di Buenos Aires e in seguito Cancelliere di Santa Romana Chiesa. Un posto prestigioso che consentì al suo segretario, il nostro don G, di comprare nel 1965 la tenuta di Caviggiolo, con maniero e riserva di caccia, nel Mugello. Fu comprata da don G con 200 milioni di lire pagati con assegni scoperti per i quali il tribunale gli inflisse 3 mesi di galera. Era solo l’inizio.
Nel 1968 si faceva chiamare monsignore anche se non lo era, tanto che il Vaticano lo diffidò e lo sospese a divinis, per poi reintegrarlo a tutti gli effetti.
Nel 1969 si trasferì all’Infernetto (Roma) in una villa con giardino, piscina, tre inservienti e una Jaguar parcheggiata all’interno. Il 13 novembre 1969 fu arrestato dai carabinieri per assegni a vuoto, truffa e fallimento di una cooperativa di costruzioni di cui era tesoriere, che doveva erigere abitazioni al quartiere EUR di Roma. Fu coinvolto anche nelle indagini sulla ditta di import-export tra Italia e Argentina nata grazie all’amicizia con il cardinal Copello. In breve se la diede a gambe all’estero, in Vietnam, dove l’arcivescovo di Hué e la vedova del presidente Diem lo denunciarono per appropriazione indebita. Tornò in Italia dove scontò 4 anni di galera. Anche qui si distinse nei comportamenti disinibiti, tanto che il direttore del carcere dovette più volte isolarlo. Non durò molto fuori di galera dato che nel 1976 tornò in galera ad Alessandria, accusato insieme al fratello, di aver preso bustarelle per 50 milioni da Vito Passera, imprenditore in difficoltà che cercava raccomandazioni ecclesiastiche dai fratelli G per diventare console onorario in Somalia ed avere facilitazioni nel commercio di burro tra USA e Africa. Nel 1979 si fece assegnare in comodato per 40 anni il frantoio ‘Mulino SIlla’ che trasformò in struttura per il recupero di tossicodipendenti. In seguito cominciò ad acquistare possedimenti in tutta l’Umbria: piccoli casali, boschi, uliveti e fabbricati vari, trasformandoli in grandi strutture senza curarsi dei permessi. Ci fu anche una segnalazione alla procura ma fu tutto messo a tacere con una sanatoria.
La storia raccontata da Bruno comincia nel 1968, quando lui era un ragazzetto sbandato che viveva per strada e all’occorrenza si prostituiva. Don G all’epoca era amico di un vescovo francese omosessuale e insieme facevano i samaritani di ragazzi di strada. Li facevano mangiare, li portavano all’Infernetto, li facevano lavare e poi cominciavano quelli che don G chiamava ‘scherzi da prete’, che finivano sempre con il sesso. Le prime segnalazioni sul vizietto del don al Mulino Silla risalgono al 1991 quando la procura, indagando sulla morte di un ragazzo venne a sapere dal fratello di questi che era stato abusato durante la disintossicazione alla Comunità Incontro. Nel 2003 un altro ragazzo raccontò in una lettera la stessa storia. Il resto è storia recente anche se nessuno parla delle violenze sui bambini tailandesi e boliviani (fatti emersi durante le indagini del 2007).
Voglio aggiungere un paio di aneddoti a questo lungo post. Il primo è per capire come l’omertà sia un fenomeno che non riguarda solo la gente ignorante o debole ma anche sedicenti intellettuali per i culi dei quali ce l’avrei io una cura medievale (tanto per citare Marcellus Wallace di Pulp fiction); il secondo è per capire fino a che punto si possa spingere il delirio di onnipotenza di un prete che spero bruci presto all’inferno (ed è un’atea a dirlo).

Vittorio Messori è uno scrittore cattolico che ha pubblicato libri scritti insieme a Giovanni Paolo II e poi a Benedetto XVI. L’11 agosto 2007 sulla Stampa Messori dixit: “Un uomo di chiesa fa del bene e talvolta cade in tentazione?e allora? se don Gelmini ogni tanto avesse toccato un ragazzo ma di questi ragazzi ne ha salvati migliaia? La chiesa ha beatificato un prete denunciato a ripetizione perché ai giardini pubblici si mostrava nudo alle mamme. Queste storie sono il riconoscimento della debolezza umana che fa parte della grandezza del Vangelo. (…) c’è chi non sa resistere agli spaghetti all’amatriciana, chi non sa esimersi dal fare il puttaniere e chi, senza averlo cercato, ha pulsioni omosessuali. E poi su quali basi la giustizia santifica l’omosessualità e demonizza la pedofilia? Chi stabilisce la norma e la soglia d’età?” Ecco! Questo è il quasi teologo Vittorio Messori. Non dimenticate mai questo nome e queste parole.

Passiamo al secondo aneddoto. Nel 1987 don G fu nominato esarca mitrato del patriarcato di Antiochia e tutto l’Oriente, riconoscimento conferito dalla chiesa greco-melchita cattolica. Ovviamente onorificenza fittizia. Da quel momento il nostro super-don si è fatto chiamare Esarca da tutti, indossando i paramenti greci. Dopo la bufera di accuse da parte di troppi ragazzi per considerarle false e dopo le prove che questi portarono sui versamenti in denaro per far ritirare le denunce e le intercettazioni che confermavano il tentativo di corruzione, il don tornò da una vacanza in Aspromonte e, osannato dalla folla di ragazzi della comunità disse: “Credevano che don Pierino mollasse. Pensavano di avere a che fare con un coniglio invece hanno trovato un cane che morde. Volevano prendersi la comunità. Ah! Ah! Io li benedico nel nome del padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen” e poi fece il gesto dell’ombrello davanti alla platea di giornalisti.
Non dimentichiamo quest’uomo ignobile, altrimenti in futuro ce ne troveremo un altro uguale.

giovedì 18 settembre 2008

Boicotta Carrefour


Il 13 settembre una mamma ha pubblicato sul suo blog la lettera di protesta che ha inviato alla Carrefour di Assago. La riporto per intero con la speranza che chiunque ne avesse l’intenzione eviti caldamente di far compere in qualunque Carrefour d’Italia.

Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago
Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni. Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale. “La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete: • Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo • Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari • Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo” Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge. Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars. Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco. Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina. Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“. Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione. Ho pianto. Dal dolore. Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap: -Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti. Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova. Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale. Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.
Firma.

mercoledì 17 settembre 2008

Un ricordo di Kellero

Oggi ho deciso di rubare a mani basse da un blog che non avrei mai scovato se non fosse stato per Michele, conosciuto in rete come Kellero.
Michele e io giocavamo da piccoli con le macchinette e i soldatini e anche con l'automobile a pedali rossa che aveva lui. Abitava al piano sopra il mio e abbiamo passato insieme i primi anni delle nostre vite, giocando e litigando. Poi la sua famiglia ha cambiato casa e i contatti tra noi si sono persi, anche se i nostri genitori hanno continuato a sentirsi. Avevo notizie di lui dai miei ma non l'ho più visto da quando avevo 9 o 10 anni. Quando due anni fà è morto in un incidente con la moto non l'ho potuto salutare perchè ero in vacanza e l'ho saputo solo al ritorno. Mia sorella mi disse che a salutarlo c'erano tantissime persone e che a lei erano sembrati degli amici 'belli'.
Oggi, cercando il sito che i genitori di Michele hanno aperto per pubblicizzare il bed & breakfast che hanno aperto a casa loro (a fianco c'è il link), ho scovato il blog della Banda der gobbo: Blog antagonista di fattoni e ubriaconi: per un'informazione alcolica, giovanile e proletaria: gli amici di Michele. E chi sennò.
C'è un post che lo saluta (agosto 2006) ..beh io avrei voluto essere salutata così.
Per tornare al furto di post, spero non si arrabbi nessuno. E' che la citazione e l'esempio di Andrea Pazienza sono così azzeccati che ho fatto prima a copiarlo e incollarlo piuttosto che rimaneggiarlo o peggio, farlo passare per mio. Ecco il breve post:
"Esiste oggi una forma di fascismo archeologico che poi è un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale. Si tratta di un antifascismo facile che ha per oggetto e obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e non esisterà mai più.
Pier Paolo Pasolini
Qualcuno di voi conosce Pazienza, no? Uno dei suoi fumetti più belli e commoventi secondo me è la "cielofonata a stefano tamburini", altro grande autore morto assai presto. In questa cielofonata, andrea appunto immagina di alzare la cornetta e che, dall'altro capo, gli risponda l'amico morto. Mi piacerebbe fare una cielofonata a pasolini a volte, che stava sempre così avanti, a volte anche troppo, tanto da non farsi capire. In questo modo però ci rende così attuale questa frase tratta, se non erro, dalle lettere luterane. A Pierpà, dimmi la verità, ma tu che cazzo ne sapevi de Fini, de Fiuggi e de tutti l'altri? Ah, hai tirato a indovinà? Ammazza quant'eri forte."

martedì 16 settembre 2008

Sete di te m'incalza - Pablo Neruda

Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco
.....
Dedicata ad Alenet

venerdì 12 settembre 2008

Space oddity – David Bowie


Testo e traduzione

Ground Control to Major Tom / Torre di Controllo a Maggiore Tom,
Ground Control to Major Tom / Torre di Controllo a Maggiore Tom
Take your protein pills and put your helmet on / Prendi le tue pillole di proteine e mettiti il
casco.
Ground Control to Major Tom / Torre di Controllo a Maggiore Tom
Commencing countdown, engines on / comincia il conto alla rovescia, accendi i motori,
Check ignition and may God's love be with you / controlla l'accensione e che Dio ti assista.
Ten, Nine, Eight, Seven, Six, Five, Four, Three, Two, One, Liftoff / Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno, Partenza
This is Ground Control to Major Tom / Questa è la Torre di Controllo a Maggiore Tom,
You've really made the grade / Ce l'hai proprio fatta
And the papers want to know whose shirts you wear / E i giornali vogliono sapere che marca di maglietta porti
Now it's time to leave the capsule if you dare / E' arrivato il momento di lasciare la capsula se te la senti.
This is Major Tom to Ground Control / Qui è il Maggiore Tom a Torre di Controllo,
I'm stepping through the door / Sto uscendo dalla porta
And I'm floating in a most peculiar way / E sto galleggiando nello spazio in un modo molto strano
And the stars look very different today / E le stelle hanno un aspetto molto diverso, oggi.
For here Am I sitting in a tin can / Perché sto seduto in un barattolo di latta,Far above the world / Lontano sopra il mondo,
Planet Earth is blue and there's nothing I can do / Il pianeta Terra è blu e non c'è niente che io possa fare.
Though I'm past one hundred thousand miles / Malgrado sia lontano più di centomila miglia,
I'm feeling very still / Mi sento molto tranquillo,
And I think my spaceship knows which way to go / E penso che la mia astronave sappia dove andare
Tell my wife I love her very much she knows / Dite a mia moglie che la amo tanto, lei lo sa
Ground Control to Major Tom / Torre di Controllo a Maggiore Tom
Your circuit's dead, / Il tuo circuito si è spento,
there's something wrong / c'è qualcosa che non va
Can you hear me, Major Tom? / Puoi sentirci, Maggiore Tom?
Can you hear me, Major Tom? / Puoi sentirci, Maggiore Tom?
Can you hear me, Major Tom? / Puoi sentirci, Maggiore Tom?
Can you.... / Puoi…
Here am I floating round my tin can / Sono qui che galleggio attorno al mio barattolo di latta,
Far above the Moon / Lontano sopra la Luna,Planet Earth is blue / Il pianeta Terra è bluAnd there's nothing I can do / E non c'è niente che io possa fare

Video

giovedì 11 settembre 2008

Homo homini lupus


L'11 settembre 2001 ero al computer a casa a scrivere la tesi di laurea. La televisione era accesa su rai due, erano circa le tre del pomeriggio quando le trasmissioni furono interrotte per un'edizione straordinaria del tg che mostrava una torre del World Trade Center in fumo. Ancora non era stata colpita la seconda e poteva sembrare un incidente; le ipotesi erano tutte aperte in quel momento. Poi lo schianto del secondo aereo. Mi sembrò una scena irreale. Una parte di me pensò "chi la fa l'aspetti". Poi la notizia che anche il pentagono era stato colpito. In quel momento provai un malefico senso di rivalsa pensando a tutte stragi e le persecuzioni che erano state teorizzate tra le mura del pentagono e messe in atto nelle più disparate parti del mondo. L'11 settembre 2001 l'America ha avuto un assaggio di terrore. Quel terrore che ha saputo esportare così bene 28 anni prima. Infatti fu esattamente l'11 settembre 1973 che Pinochet, grazie a sostanziosi aiuti dal Pentagono, mise in atto il golpe che insanguinò il Cile per 15 anni.Voglio ricordare le vittime di entrambi gli anniversari: circa tremila per l'attentato del 2001 in America. Per il Cile i dati sono più confusi. Due commissioni governative cilene istituite all’inizio degli anni 1990 hanno ufficialmente documentato 3197 casi di vittime di "sparizioni", esecuzioni extragiudiziali e uccisioni a seguito di tortura sotto il regime militare. Tuttavia, questi dati non comprendono le migliaia di vittime di tortura sopravvissute a quell’incubo.Un film molto bello ricorda entrambe queste tragedie. Vari registi hanno rappresentata questa data fatidica dal loro punto di vista. Il film è 11 settembre 2001. Da vedere.

mercoledì 10 settembre 2008

Life On Mars - David Bowie


Testo e traduzione

It's a god-awful small affair / È una piccola storia maledetta
To the girl with the mousy hair / Per la ragazza dai capelli grigi
But her mummy is yelling "No" / Ma sua madre sta gridando "No"
And her daddy has told her to go / E suo padre le ha detto di andarsene
But her friend is nowhere to be seen / Ma il suo amico non si è fatto vivo
Now she walks through her sunken dream / Ora cammina nel suo sogno sommerso
To the seat with the clearest view / Verso il posto con la visuale migliore
And she's hooked to the silver screen / Ed è rapita dallo schermo d'argento
But the film is a saddening bore / Ma il film è di una noia mortale
For she's lived it ten times or more / dieci volte, o forse più Perché lei lo ha vissuto
She could spit in the eyes of fools / Potrebbe sputare negli occhi degli sciocchi
As they ask her to focus on / Quando le chiedono di mettere a fuoco
Sailors fighting in the dance hall / Marinai che lottano nella sala da ballo
Oh man! Look at those cavemen go / Accidenti!guarda quei cavernicoli che vanno
It's the freakiest show / È la trasmissione più bizzarra
Take a look at the Lawman / Da' un'occhiata all'Avvocato
Beating up the wrong guy / Che dà addosso all'uomo sbagliato
Oh man! Wonder if he'll ever know / Accidenti, mi chiedo se saprà mai
He's in the best selling show / Che è nello spettacolo di punta
Is there life on Mars? / C'è vita su Marte?
It's on Amerika's tortured brow / E' sulla fronte torturata dell'America
That Mickey Mouse has grown up a cow / Che Topolino è diventato una mucca
Now the workman is on struck for fame / Ora il lavoratore è in sciopero per la fama
'Cause Lennon's on sale again / Perché Lennon è di nuovo in vendita
See the mice in their million hordes / Guardate i topi nelle loro milioni di orde
From Ibeza to the Norfolk Broads / Da Ibiza alle Norfolk Broads
Rule Britannia is out of bounds / "Rule Britannia" è stato messo al bando
To my mother, my dog, and clowns / Per mia madre, il mio cane e i clown
But the film is a saddening bore / Ma il film è di una noia mortale
'Cause I wrote it ten times or more / Perché l'ho già scritto dieci volte, o forse più
It's about to be writ again / Sta per essere scritto di nuovo
As I ask you to focus on / Perché ti chiedo di metterlo a fuoco
Video

martedì 9 settembre 2008

Take a pebble - Emerson, Lake and Palmer

Testo e traduzione

Just take a pebble and cast it to the sea, / Prendi solo un ciottolo, e scaglialo nel mare
Then watch the ripples that unfold into me, / Poi guarda le onde che si spiegano dentro di me
My face spills so gently into your eyes, / Il mio volto si versa gentilmente nei tuoi occhi
Disturbing the waters of our lives. / Agitando le acque delle nostre vite
Shreds of our memories are lying on your grass; / Frammenti dei nostri ricordi giacciono sulla tua erba
Wounded words of laughter are graveyards of the past. / Parole ferite da risate, sono cimiteri del passato
Photographs are grey and torn, scattered in your fields / Le fotografie sono grigie e strappate, sparse nei tuoi campi
Letters of your memories are not real. / Le lettere dei tuoi ricordi non sono realiSadness on your shoulders like a worn out overcoat / Tristezza sulle tue spalle come un soprabito sciupato
In pockets creased and tattered hang the rags of your hopes. / Nelle tasche sgualcite e strappate sono appesi gli stracci delle nostre speranze
The daybreak is your midnight; the colours have all died. / Lo spuntare del giorno è la tua mezzanotte, i colori sono tutti attenuati
Disturbing the waters of our lives, of our lives... / Agitando le acque delle nostre vite, delle nostre vite...


Video

lunedì 8 settembre 2008

Pillole rosse

Morpheus: Immagino che in questo momento ti sentirai un po' come Alice che ruzzola nella tana del Bianconiglio.

Neo: L'esempio calza.

Morpheus: Lo leggo nei tuoi occhi: hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi. E curiosamente non sei lontano dalla verità. Tu credi nel destino, Neo?

Neo: No.

Morpheus: Perché no?

Neo: Perché non piace l'idea di non poter gestire la mia vita.

Morpheus: Capisco perfettamente ciò che intendi. Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c'è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo. Non sai bene di che si tratta, ma l'avverti. È un chiodo fisso nel cervello, da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando...

Neo: Di Matrix.

Morpheus: Ti interessa sapere di che si tratta, che cos'è? Matrix è ovunque, è intorno a noi, anche adesso nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verità.

Neo: Quale verità?

Morpheus: Che tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado purtroppo di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è. È la tua ultima occasione: se rinunci, non ne avrai altre.

Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai.
Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.

venerdì 5 settembre 2008

Giuditta e Oloferne

Giuditta era una vedova ebrea che viveva nella città di Betulia, assediata a quel tempo dall’esercito babilonese di Nabucodonosor, comandato dal generale Oloferne. La Bibbia narra che Giuditta, bellissima donna, si presentò al campo nemico e dopo un banchetto in cui Oloferne si ubriacò, entrò nella sua tenda e lo decapitò con due colpi di spada. Una delle poche storia bibliche in cui è una donna ad essere celebrata come salvatrice della patria.
Per quanto poco conosciuta, questa storia ha influenzato molti pittori come Mantenga, Botticelli, Michelangelo, nonché Caravaggio. Di tutte le interpretazioni pittoriche di questa sanguinaria parabola, quella che mi ha colpito di più è stata la versione di Artemisia Gentileschi. Due parole su di lei.
Artemisia Gentileschi nacque a Roma l’8/7/1593. Primogenita del pittore Orazio Gentileschi e di Prudentia Montone. Istruita per diventare un'artista dimostrò abilità verso la pittura.
Seguendo e lavorando insieme al padre potè conoscere diversi pittori, tra cui Caravaggio e il nipote di Michelangelo. Fu violentata dal suo maestro di prospettiva Agostino Tassi, col quale in seguito ebbe una relazione, nella speranza che lui la sposasse, cosa che non avvenne poiché lui aveva già una moglie. Per l'epoca non essere sposata e non essere vergine corrispondeva in qualche modo ad una condanna sociale. Agostino Tassi all'inizio promise di riparare con un matrimonio ma in seguito dichiarò che la ragazza era inaffidabile sostenendo che era già stata con altri uomini. Dopo il processo Artemisia continuò a dipingere e incominciò a sviluppare uno stile più personale.
Di questo periodo è il quadro 'Giuditta che decapita Oloferne', che probabilmente rispecchiò lo stato d'animo che la sconvolse durante il processo. Nonostante sia evidente l’influenza di Caravaggio nello stile di Artemisia, se paragoniamo i due quadri non si può non notare la violenza che sprigiona dal quadro di Artemisia.
La Giuditta di Caravaggio, è forse più delicata nei lineamenti ma non riesce a comunicare tutta la violenza dell’azione che sta compiendo.
La storia di Giuditta ha influenzato anche il regista Michael Winterbottom che narra una variante moderna e altrettanto violenta della storia biblica col film del 1994 Butterfly kiss.
È la storia di Eunice, una psicopatica sadomasochista che gira per l'Inghilterra vestita con un cilicio fatto di catene cercando la sua Judith e una misteriosa canzone. Uccide chiunque faccia sesso con lei, tranne Miriam, una sprovveduta con la quale instaura una relazione di amore e dominio. Quando Miriam trova la canzone misteriosa, Eunice riconosce in lei la sua Judith e si fa uccidere da lei. Una storia terribile e angosciosa con un finale a modo suo poetico.
Di tutte le interpretazioni e rielaborazioni artistiche fatte di questa leggenda, quella che preferisco, a parte quella di Artemisia, rimane la versione di Klimt intitolata Judith II / Salomè, un nome ambivalente che ricorda due donne cacciatrici di teste, Giuditta e Salomè….ma questa è un'altra storia.


giovedì 4 settembre 2008

Il divin sesso...o il sesso secondo Dio


Lo scorso 25 luglio, in uno spazio pubblicitario sul Corriere della Sera, è stata pubblicata una lettera indirizzata alla santa sede e firmata da circa 50 associazioni cattoliche di tutto il mondo.
La data di pubblicazione di questa lettera voleva ‘celebrare’ il 40esimo anniversario di un’enciclica, la "Humanae Vitae" (disponibile in italiano qui), firmata da papa Paolo VI, che sancisce il divieto di usare forme di contraccezione artificiali, quali il preservativo o la spirale et similia.
La genesi dell’enciclica ha una storia curiosa alle spalle poiché Paolo VI, prima della pubblicazione, consultò un gruppo di esperti tra medici e teologi.
Questo team di esperti, “ la Commissione sul Controllo delle Nascite, aveva votato a grande maggioranza la raccomandazione che la Chiesa abrogasse la proibizione della contraccezione artificiale, affermando che non era “intrinsecamente malvagia” e che le precedenti posizioni in materia non erano infallibili.
Sebbene Papa Paolo chiamasse 15 vescovi per la produzione del rapporto conclusivo, anche questi si fecero convincere dalla logica degli argomenti a favore della contraccezione, votando a favore della nuova posizione.Venne preparato un “rapporto di minoranza”, nel quale si affermava che la dottrina sulla contraccezione non poteva cambiare, non per una qualche ragione specifica, ma perché le gerarchie cattoliche non potevano ammettere di essersi sbagliate: «La Chiesa non può cambiare la propria risposta, perché tale risposta è vera… È vera in quanto la Chiesa cattolica, istituita da Cristo… non avrebbe potuto sbagliare così gravemente per tutti i secoli della sua storia».” (citazione da Micromega)
Naturalmente in questi 40 anni tutti abbiamo potuto constatare quanto l’atteggiamento ecclesiastico nei confronti del sesso e del controllo delle nascite abbia contribuito alla proliferazione di malattie sessualmente trasmissibili, prima fra tutte l’AIDS.
La lettera aperta delle 50 associazioni cattoliche voleva offrire spunti di riflessione seri per una revisione di questa enciclica che ha consegnato prematuramente nelle braccia di Dio tante anime, soprattutto nel terzo mondo, flagellato dall’AIDS e dal tasso di mortalità infantile più alto del mondo.
Riporto alcuni stralci della lettera.
la Humanae Vitae influenza le scelte di politica sanitaria pubblica anche nel nord del mondo. Quest’anno, l’azione di lobby della Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti sul Congresso statunitense è riuscita a far escludere vitali servizi di pianificazione familiare, volti a impedire la trasmissione dell’HIV da madre a figlio, dal Piano Presidenziale di Emergenza per l’AIDS.È incontestabile che la Humanae Vitae ha mancato completamente l’obiettivo di convincere i cattolici a rinunciare ai moderni metodi contraccettivi. Studi condotti in tutto il mondo hanno rilevato che i cattolici fanno uso della contraccezione e appoggiano l’utilizzo dei preservativi come mezzo per arginare la diffusione dell’HIV. La proibizione è tuttavia riuscita a impedire a molte donne e uomini di tutto il mondo di avere accesso a metodi affidabili di pianificazione familiare e di ottenere preservativi.
Ci è chiaro che la Chiesa cattolica non potrà progredire fino a quando non avrà fatto onestamente i conti col paradosso della Humanae Vitae: la maggior parte dei cattolici fa uso di contraccettivi moderni, ritenendola una scelta morale e considerandosi cattolici a pieno titolo, eppure le gerarchie cattoliche negano completamente questa realtà, costringendo i sacerdoti al silenzio su questo come su molti altri temi legati alla sessualità. Questi ultimi 40 anni hanno visto l’irrigidirsi della posizione del Vaticano mentre il mondo passava a una visione diversa e più ampia della sessualità e del ruolo della donna nella società. Papa Benedetto, noi La invitiamo a sfruttare questo anniversario come occasione per avviare un processo di riforma, restando fedele agli aspetti positivi della dottrina cattolica sulla sessualità e abrogando la proibizione sulla contraccezione onde consentire ai cattolici di pianificare la propria vita familiare in modo sicuro e in buona coscienza
.”
Sembrerebbe non fare una piega questo discorso. Ora leggeremo come il Vaticano ha risposto alla lettera per bocca di Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
Dice il saggio prete: "La diffusione dell'Aids è del tutto indipendente dalla confessione religiosa delle popolazioni e dall'influsso delle gerarchie ecclesiastiche, e le politiche di risposta all'Aids fondate principalmente sulla diffusione dei preservativi sono largamente fallite. La risposta all'Aids richiede interventi ben più profondi e articolati, in cui la Chiesa attiva su molti fronti. (…) In tutta la lettera, la parola 'amore' non compare mai. Sembra che ai gruppi firmatari questo non interessi per nulla. Nella sola contraccezione sembra risiedere per essi la sola speranza delle coppie e del mondo. Per capire il significato dell'Enciclica e il suo valore 'profetico' sarebbe bene invece rileggere il discorso del Papa del 10 maggio scorso ai partecipanti al Convegno tenuto in Laterano appunto per il 40 della Humanae vitae"."Del resto - conclude il sacerdote -, è evidente che non si tratta di un articolo che esprima una posizione teologica o morale, ma di una propaganda a pagamento a favore dell'uso dei contraccettivi. Viene anche da domandarsi chi l'ha pagata e perché".
Una risposta ineccepibile e argomentata punto per punto, alla quale si è anche sprecato a rispondere Vittorio Bellavite, portavoce di ‘Noi Siamo Chiesa’ (fiato sprecato dico io).
Nella Lettera aperta al papa non si dice “che la posizione della Chiesa è la causa della diffusione dell’AIDS” ma solo che essa ha esposto milioni di persone al rischio di contrarre l’AIDS. Sono due cose un po’ diverse. E chi può contestare che il divieto dei preservativi ha creato grandi problemi nella prevenzione dell’AIDS ? Demonizzando sbrigativamente i firmatari. (…) Padre Lombardi dovrebbe intervenire nel merito del problema :1) è vero o non è vero che il punto centrale della Humanae Vitae ( proibizione della contraccezione) non è stato recepito dalla gran parte del popolo di Dio ? e che questa non recezione, che dura da quaranta anni, pone problemi dal punto di vista sia teologico che pastorale ?2) è vero o non è vero che la “scelta secondo coscienza” in materia di contraccezione fu sostenuta da molti Padri al Concilio e dalla grande maggioranza dei membri della Commissione costituita ad hoc da Paolo VI ?3) è vero o non è vero che la credibilità del magistero viene messa in discussione da questa ostinata difesa di una posizione, continuamente discussa e contestata, silenziosamente o apertamente, sia ai vertici che alla base del mondo cattolico?
(…) Quanto all’accusa, piuttosto volgare, di Padre Lombardi sul “chi vi paga? I mercanti di preservativi?” sappia il Direttore della Sala Stampa della S. Sede che tutte le associazioni di base si autofinanziano e che nessuna ha a disposizione neanche una briciola delle consistenti risorse economiche di cui può disporre il Vaticano e, in Italia, la Conferenza Episcopale (dimentica dell’evangelico “gratis accepistis, gratis date”)”.
Direi che la conclusione è da standing ovation.
Riporto in chiusura uno stralcio dell’enciclica che ci mostra come la donna sia considerata una specie di animale domestico, che va curato ma che va utilizzato in dosi misurate. Il papa parla agli uomini e dice loro di non fare gli ingordi! (brutti sporcaccioni)
Il portavoce di dio in terra dice: “Si può anche temere che l’uomo, abituandosi all’uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna e, senza più curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice strumento di godimento egoistico e non più come la sua compagna, rispettata e amata”.
Certo! Il discorsetto si fa agli uomini perchè la donna mica raggiunge l’orgasmo! A lei non piace fare sesso. Da una parte è un essere demoniaco e tentatore, dall’altra però è un mero strumento di piacere che secondo il clero quasi non partecipa.
Io se fossi dio tornerei sulla terra a fare chiarezza tra il clero ... a suon di fulmini.

martedì 2 settembre 2008

Il volo di Icaro

Icaro, era figlio del fabbro Dedalo, il costruttore del labirinto in cui era rinchiuso il Minotauro, ibrido uomo-toro nato dall’accoppiamento della regina Pasifae (moglie di Minosse) con un toro bianco mandato da Poseidone. Dedalo visse per molto tempo a Cnosso, fino a quando re Minosse seppe che il fabbro aveva aiutato Pasifae ad accoppiarsi con il toro bianco. Scoperta la sua complicità rinchiuse Dedalo e suo figlio Icaro nel Labirinto che lui stesso aveva progettato.
Poiché Minosse faceva sorvegliare tutte le navi, fuggire da Creta risultava impossibile, anche superando le insidie del Labirinto. Con l'astuzia, Dedalo, costruì un paio di ali per se stesso ed un altro per Icaro. Dopo aver saldato le ali alle spalle di Icaro, con della cera, Dedalo gli raccomandò di stare attento e di non volare troppo in alto perchè il sole avrebbe potuto sciogliere la cera ne troppo in basso perchè le ali si sarebbero inumidite con i vapori del mare.
Icaro disobbedì agli ordini del padre e cominciò a volare verso il sole, inebriato dalla velocità che le grandi ali imprimevano al suo corpo. Ad un tratto Dedalo, guardandosi alle spalle, vide delle piume sparse che galleggiavano sulle onde del mare e capì che Icaro non aveva resistito alla tentazione di avvicinarsi al sole. Il calore aveva sciolto la cera e Icaro era precipitato in mare, annegando.
L’oltraggio alla natura dunque porta inevitabilmente a conseguenze nefaste.
Bruegel dipinse Il volo di Icaro dove l’uomo è simboleggiato dal contadino che coltiva il suo pezzo di terra senza badare a ciò che accade intorno a lui, in particolare alla caduta di Icaro nel mare.

Il contadino è l’uomo che lotta lealmente per strappare alla terra i suoi frutti, Icaro d’altra parte è l’uomo che osa troppo, che tenta di barare nel duello con la natura che l’ha generato. Pecca di Hybris (ne abbiamo già parlato a proposito dell’Event Horizon) e la Tracotanza è la peggiore colpa nella nostra tradizione mitologica.
Come il vecchio marinaio di Coleridge, come l’Ulisse di Dante, Icaro si spinge oltre i limiti imposti e paga il prezzo più alto. Un prezzo relativo se pensiamo che sconfiggere la morte conquistando una fama immortale è il desiderio di ogni essere umano.
L’impronta che Icaro ha lasciato nell’immaginario collettivo ha transitato attraverso varie forme di espressione artistica, tra cui la musica.
Quella che voglio proporre è una bellissima canzone degli Iron Maiden, The flight of Icarus della quale riporto il testo con mia traduzione.

Flight Of Icarus

As the sun breaks, above the ground, / Mentre il sole si innalza sulla terra,
An old man stands on the hill. / Un vecchio sta sulla collina.
As the ground warms, to the first rays of light / Mentre il terreno si riscalda coi primi raggi di luce
A birdsong shatters the still. / Un canto di un uccello spezza il silenzio
His eyes are ablaze, / I suoi occhi splendono,
See the madman in his gaze. / Guarda la pazzia nel suo sguardo
Fly on your way, like an eagle, / Vola sulla tua strada, come un’aquila,
Fly as high as the sun, / Vola alto come il sole,
On your way, like an eagle, / Per la tua strada, come un’aquila,
Fly and touch the sun. / Vai e tocca il sole.
Now the crowd breaks and young boy appears / La folla si disperde e compare un ragazzo
Looks the old man in the eye / Guarda il vecchio negli occhi
As he spreads his wings and shouts at the crowd / Mentre apre le ali e urla alla folla
In the name of God my father I fly! / Nel nome di dio mio padre, io volo!
His eyes seem so glazed / Il suo sguardo sembra così vitreo
As he flies on the wings of a dream. / Mentre vola sulle ali di un sogno.
Now he knows his father betrayed / Ora sa che suo padre ha tradito
Now his wings turn to ashes to ashes his grave / Ora le sue ali diventano cenere come la sua tomba.
Fly, on your way, like an eagle, / Vola sulla tua strada, come un’aquila,
Fly as high as the sun, / Vola alto come il sole,
On your way, like an eagle, / Per la tua strada, vola come un’aquila,
Fly and touch the sun. / Vai e tocca il sole.

video

L'immagine in alto è Il lamento di Icaro di Draper

lunedì 1 settembre 2008

Philip K. Dick - Le formiche elettriche

Alle quattro e un quarto del pomeriggio, T.S.T., Garson Poole si risvegliò nel suo letto d’ospedale, si rese conto di trovarsi in un letto d’ospedale, in una stanza a tre letti, e si accorse anche di altre due cose: che non possedeva più la mano destra e che non provava dolore.
Devono avermi somministrato un forte analgesico, si disse posando lo sguardo sulla parete di fronte, e sulla finestra che dava sul centro di New York. Una vera e propria ragnatela nella quale veicoli e pedoni sfrecciavano illuminati dal sole del tardo pomeriggio. La brillantezza di quella luce calante lo riempì di piacere. Non se n’è ancora andata, pensò. E nemmeno io.
Sul tavolino accanto al letto c’era un telefono; dopo un attimo di esitazione sollevò il ricevitore e formò un numero esterno. Lo schermo si illuminò e mostrò il volto di Louis Danceman, che lo sostituiva alla guida della Tri-Plan mentre lui, Garson Poole, era assente.
“Grazie a Dio è vivo” disse Danceman nel vederlo; il viso grosso e carnoso, e butterato come la superficie lunare, si rilassò per il sollievo. “L’ho chiamata tutto il…”
“Non ho più la mano destra” lo interruppe Poole.
“Non si preoccupi. Voglio dire, gliene metteranno una nuova.”
“Quanto tempo è che sto qui?” disse Poole, domandandosi dove fossero finiti i medici e le infermiere; come mai non erano venuti a scocciarlo perché stava telefonando?
“Quattro giorni” rispose Danceman. “Qui allo stabilimento va tutto a gonfie vele. Siamo riusciti ad assicurarci ordini da tre diversi sistemi di polizia, tutti sulla Terra. Due in Ohio e uno in Wyoming. Ordini grossi e sicuri, con un terzo di anticipo e la solita opzione di affitto triennale”.
“venga a tirarmi fuori di qui” disse Poole.
“Non posso farla uscire finchè non l’hanno…”
“La mano me la farò rimettere più tardi.” Desiderava disperatamente ritornare al suo ambiente familiare; il ricordo del mercantile che appariva, indistinto e grottesco, sullo schermo della cabina di guida si agitava ancora in fondo alla sua mente. Se chiudeva gli occhi poteva rivedersi nello scafo danneggiato mentre precipitava rimbalzando da un veicolo all’altro, accumulando danni enormi. Le sensazioni cinetiche…. Sussultò, a quel ricordo. Posso dire di essere stato fortunato, pensò.
“C’è Sarah Bentos lì con lei?” domandò Danceman.
“No.” Naturalmente. La sua personale segretaria – seppure solo per motivi di lavoro – sarebbe giunta di lì a poco, per ronzargli intorno in quel suo modo sciocco e infantile. A tutte le donne di corporatura massiccia piace coccolare la gente, pensò. E sono pericolose; se ti cadono addosso possono ucciderti. “Forse è questo che mi è successo” disse a voce alta. “Forse Sarah è caduta addosso al mio autogetto.”
“No, no; una barra di accoppiamento del piano stabilizzatore di manovra del suo veicolo si è spaccata in mezzo al traffico dell’ora di punta e lei…”
“Sì, me lo ricordo.” Si girò nel letto mentre la porta della stanza si apriva; apparvero un dottore vestito di bianco e due infermiere con la loro uniforme azzurra, e si diressero verso il letto.
“Ci sentiamo più tardi” disse Poole, e riappese. Poi respirò a fondo e rimase in attesa. “Non avrebbe dovuto telefonare così presto” disse il dottore mentre studiava la sua cartella clinica. “Signor Garson Poole, proprietario della Tri-Plan Electronics. Inventore di raggi di identificazione che segnalano la presenza in un raggio di mille miglia, rispondendo semplicemente alle lunghezze d’onda encefaliche. Lei è un uomo di successo, signor Poole. Ma, signor Poole, lei non è un uomo. Lei è una formica elettrica.”
“Cristo” esclamò Poole, sbalordito.
“Perciò, adesso che l’abbiamo scoperto, non possiamo curarla qui. Ce ne siamo accorti, naturalmente, appena esaminata la sua mano destra ferita; abbiamo visto i componenti elettronici, poi abbiamo fatto l’esame di raggi X del suo torace, ed esso ha confermato la nostra ipotesi.”
“Che cos’è” domandò Poole “una ‘formica elettrica’?”

Ma gia lo sapeva; era in grado di intuirne il significato.

Un’infermiera rispose: “un robot organico”.