giovedì 31 dicembre 2009

2010, l'anno del Corrotto



Per chiudere l'anno in bellezza mi sembra giusto avere un pensiero per l'anno futuro, che si preannuncia denso di eventi gioiosi!


Il 19 gennaio ricorrono i dieci anni dalla morte dell’ex leader socialista Bettino Craxi. Letizia Moratti, sindaco di Milano (città natale di Craxi), per il decennale vuole dedicare all’ex segretario socialista una via o un giardino all’interno di un parco. Domenica 17 gennaio, al cimitero di Hammamet (città della Tunisia dove Craxi si rifugiò nel 1994 e morì nel 2000), parteciperanno al ricordo i ministri Franco Frattini, Maurizio Sacconi e Renato Brunetta (ex socialisti), Marco Pannella, Rino Formica, Gennaro Acquaviva. Il 19 gennaio, alla Biblioteca del Senato, Craxi sarà ricordato con un convegno organizzato dalla Fondazione Craxi, guidata dalla figlia Stefania. Saranno presenti molti leader (Silvio Berlusconi è intenzionato a partecipare) e anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha aderito (non si sa ancora se interverrà con un messaggio o se presenzierà alla cerimonia). La Fondazione Craxi organizza il viaggio degli ex socialisti in Tunisia: propone pacchetti di soggiorno di tre giorni, aereo, pullman e albergo tutto compreso. Come ogni anno, ad Hammamet sarà presente la moglie di Craxi, Anna, che risiede nella villa tunisina.


Travaglio ci conforta:


“è comprensibile che i grandi partiti si apprestino a celebrare, con le più alte cariche dello Stato (o di quel che ne resta), Bettino Craxi, pluripregiudicato per corruzione e finanziamento illecito, titolare di conti esteri su cui aveva accumulato tangenti per almeno 150 miliardi di lire, distruttore del più antico partito italiano, il Psi, dopo cent’anni di storia, morto latitante in Tunisia dove si era rifugiato per sfuggire alle leggi del suo paese, leggi che aveva fatto e violato lui. Il grande statista che, in quattro anni di governo, raddoppiò il debito pubblico portandolo dal 70 al 92%.


Il decennale di San Bottino, col contorno di strade e piazze dedicate, monumenti equestri, targhe commemorative, convegni riabilitatorii, salotti televisivi con lacrima incorporata, lumini votivi, è la grande occasione per i politicanti di tutte le specie: Berlusconi potrà finalmente rivendicare l’eredità craxiana, per troppi anni nascosta dietro il cerone del nuovo che avanza (mentre è il vecchio che è avanzato); D’Alema renderà omaggio una volta per tutte al suo idolo di sempre; il Pdl, riabilitando un vecchio corrotto, riabiliterà anche il suo leader corruttore; il Pd, archiviando come dettagli ininfluenti le ruberie craxiane, legittimerà anche quelle berlusconiane in vista dell’agognato inciucio; le seconde e terze file della prima Repubblica sopravvissute alla Seconda si scaricheranno la coscienza nei confronti di un tizio che faceva né più né meno quel che han sempre fatto loro, con la differenza che lui si fece beccare e dovette svignarsela, mentre loro sono ancora tutti lì.”

martedì 29 dicembre 2009

Pillole di libreria


Entra una signora impellicciata e trafelatissima.
Io: prego!
Lei: Oh! Spero che ce l'abbia!
Io: dica!
Lei: ho bisogno di Ulularia di Platone
(che cos'è la versione mannara del pensiero platonico?!)
Io: Forse vuol dire Aulularia di Plauto (è una commedia latina)
Lei: eh si..quella roba lì.
Io: vedo subito
Lei: Sa è una commedia
(io lo so brutta idiota ma tu volevi gli ululati di Platone quindi è meglio che non ti slanci troppo in spiegazioni)
Io: Per forza è una commedia. Plauto ha scritto SOLO commedie

Dubbi sul Tamiflu








BMJ Gran Bretagna 12 dicembre 2009

Il British Medical Journal mette in dubbio l’efficacia del Tamiflu, il farmaco contro l’influenza che negli ultimi mesi ha avuto un’impennata delle vendite. Molti governi hanno acquistato milioni di dosi dell’antivirale per contrastare la pandemia di influenza A (H1N1), ma le prove della sua efficacia sono poco convincenti.

“Vogliamo i dati grezzi, subito”, scrive la rivista, che critica la mancata pubblicazione di alcune sperimentazioni cliniche. è dimostrato che l’oseltamivir, il principio attivo del farmaco prodotto dalla Roche, riduce moderatamente i sintomi influenzali, ma non è chiaro se riduca anche il rischio di complicanze, come polmoniti e bronchiti. Alcuni studi sono riservati, e quelli resi pubblici non sono sufficienti a dimostrarne l’efficacia: è necessaria una sperimentazione indipendente per eliminare i dubbi, sostengono alcuni ricercatori.

La documentazione è stata inviata alle autorità sanitarie per l’approvazione del farmaco, ribatte il gruppo farmaceutico svizzero. E annuncia che gli studi saranno resi disponibili su un sito web protetto da password a tutti i ricercatori “che svolgono analisi legittime”. Servirebbero anche ulteriori ricerche sull’uso del farmaco nelle persone a rischio di complicanze, come i malati cronici o le donne incinte, e sui suoi effetti collaterali.

lunedì 28 dicembre 2009

giovedì 24 dicembre 2009

Favola di Natale


Da CacaoOnLine:


C'era una volta a Ypres, in Belgio, una guerra.
La chiamarono Prima Guerra Mondiale, perche' poi ce ne furono altre.
Era il 1914 e a pochi metri di distanza gli uni dagli altri, due battaglioni degli eserciti britannici e tedeschi si combattevano dalle loro trincee.
Immersi nel fango, sotto la pioggia, calpestando i cadaveri dei propri compagni, i soldati erano logorati da un'inutile battaglia per la conquista di una striscia di terra.
In autunno i due generali nemici, impantanati anche da un punto di vista strategico, iniziano a scambiarsi i primi favori, come quello di non sparare durante l'ora dei pasti.
Inizia la “tregua di Natale”, che ebbe il suo culmine tra il 24 e il 25 dicembre 1914: i soldati tedeschi decorano gli alberi con candele e intonano canti natalizi.

Gli inglesi rispondono coi loro canti tradizionali.
Poi gli ufficiali si scambiano gli auguri a distanza.
Il giorno dopo entrambi gli schieramenti depongono i fucili e si incontrano, scambiandosi addirittura doni come sigari, whisky e cioccolata.
Nei giorni seguenti la tregua si estende lungo due terzi del fronte occidentale , in alcune zone e' poi durata fino a Capodanno.
Il giorno di Natale non fu sparato un solo colpo.


Pubblicata da Focus.it questa storia e' vera, non ne trovate traccia nei libri di storia perche' siamo dei baluba, ma e' chiaramente raccontata in una canzone folk dell’artista inglese Mike Harding, dal titolo Christmas 1914: “I fucili rimasero in silenzio […] senza disturbare la notte. Parlammo, cantammo, ridemmo […] e a Natale giocammo a calcio insieme, nel fango della terra di nessuno”.
La Storia narra che la partita si interruppe quando il pallone colpi' il filo spinato, bucandosi.

Babbo Natale sovversivo

Buon Natale a tutti...meno che a uno

mercoledì 23 dicembre 2009

Beati gli ultimi


Dal fatto di ieri:

Dietro la polemica che accompagna la beatificazione di Pio XII, fa malinconia un nome che non c’è. Le “virtù eroiche” del vescovo Romero ucciso in Salvador vengono rimandate a chissà quando. Dava voce alla speranza delle folle contadine schiacciate dalla dottrina Reagan, America centrale nelle mani di squadre della morte finanziate da Washington: 6 milioni di dollari al giorno ai militari del Salvador. Romero non invita alla disobbedienza. Mai un’omelia di rancore. Nell’ultima predica supplica i “ fratelli militari” ad abbassare le armi. “Parlate lo stesso dialetto; siete cresciuti negli stessi villaggi...”. Provocazione rivoluzionaria per le grandi famiglie riunite nella bandiera dell’anticomunismo in difesa del “mondo libero”. In realtà affari con multinazionali infastidite dalla chiesa dei poveri e da un primate che rifiutava le tovaglie ricamate. Anche il Vaticano guardava con sospetto. Giovanni Paolo II stava strappando la Polonia dai gironi di Mosca. E la piccola America dei fedeli e dei preti perseguitati non veniva considerata Chiesa del Silenzio come la Chiesa di Varsavia. In Salvador uccisi quattro giovani sacerdoti consacrati da Romero, il suo confessore e amico, sindacalisti e militanti nell’associazionismo cristiano. E la dinamite sbriciola la redazione di Orientacion, radio e giornale della Chiesa. Romero implora il Vaticano, ma Giovanni Paolo II non vede le sue lettere: c’è chi le filtra per non disturbare la strategia che attorno a Wall Street finanziava Solidarnosc e l’opposizione polacca. Quando il Papa lo riceve, allontana con mano brusca le carte che raccolgono le sofferenze di un popolo. Parlano pochi minuti. “Un minuto per la fotografia” è l’impressione che Romero confessa al giornalista al quale affida la solitudine. “Finalmente” lo uccidono sull’altare, 24 marzo 1980. E il massacro continua: missionari protestanti, sei gesuiti dell’università e Marianela Garcia Villas: raccoglieva i corpi dei desaparecidos e denunciava la sperimentazione Usa di bombe al fosforo sulle proteste contadine.


Nel primo viaggio in Salvador, Papa Wojtyla visita la tomba del vescovo definendolo “zelante pastore”, insomma, curato di una campagna tranquilla. Adesso il Romero escluso dal decreto di Benedetto XVI. Beato degli oppressi sarà Jerzy Popieluszko, sacerdote che marciava con gli operai in sciopero nella Polonia della dittatura rossa. Continua a marciare dopo la legge marziale dell’81. Assassinato nel 1984, unica vittima della Chiesa del silenzio polacca. Adesso, Romero messo da parte dalla diffidenza vaticana a proposito della teologia della liberazione svuotata negli anni di Wojtyla. Solo alla fine ne riconosce l’importanza. Jesus Delgado, segretario di Romero e vicario della diocesi di San Salvador, ricorda che “tre o quattro cardinali si oppongono alla beatificazione” interpretata come approvazione romana ai sacerdoti che si mescolavano alle speranze della gente, approvazione che infastidisce la destra cattolica. Non importa se mezzo milione di fedeli hanno firmato un appello, se 104 nazioni sollecitano il Papa. Le chiese anglicana e protestante lo commemorano come martire. Ma l’impegno di Vicenzo Paglia, postulante e vescovo di Terni, non scuote chi è impaurito dal sacrificio di Romero. Povero prete lontano dai labirinti delle gerarchie.

martedì 22 dicembre 2009

BBC alimenta il clima d'odio

Dal Fatto quotidiano:

SU YOUTUBE L‘IRONIA DELLA BBC SULL’AGGRESSIONE

Anche la Bbc, evidentemente, alimenta il “clima d’odio”. Durante la trasmissione comica “Have I got news for you ” gli autori presenti in studio hanno ironizzato, senza peli sulla lingua, sull’aggressione al premier in piazza del

Duomo. “Ha stampato sulla fronte ‘Souvenir da MIlano’, 14 euro” la battuta, e partono delle immagini di statuine

con Berlusconi ferito. La battuta più cattiva è per il finale: “Durante la sua degenza in ospedale,

Berlusconi ha mostrato i suoi denti rotti e il suo labbro spaccato a vari medici. E in una situazione completamente differente, il suo pene a un’i n fe r m i e r a ”. Il video sottotitolato è su YouTube: “La Bbc sull’aggressione a Berlusconi”.

giovedì 17 dicembre 2009

Spirale emulativa

Io sostengo Marco Travaglio


Contro Marco Travaglio è in atto un'aggressione violenta. A un cenno del capogruppo Pdl alla Camera, il piduista Fabrizio Cicchitto, che nel compilare la lista nera comprendente il Fatto, Santoro e il gruppo Repubblica-Espresso, lo ha definito "terrorista mediatico", subito si è scatenata la canea televisiva. Da Porta a Porta, a Canale 5, a Omnibus il pestaggio di Marco si è sviluppato attraverso la falsificazione e la manipolazione di sue dichiarazioni rese dopo il ferimento di Berlusconi a Milano, in totale assenza di contraddittorio o con interventi tardivi quando ormai la scientifica azione diffamatoria era irrimediabile. I diffamatori e i picchiatori a libro paga sappiano che risponderemo colpo su colpo. A difesa della persona di Marco Travaglio a cui tutti i giornalisti del Fatto ribadiscono la loro più totale e affettuosa solidarietà. A difesa del suo diritto di fare giornalismo. A difesa dell'informazione e della democrazia di questo Paese, mai come oggi messa in pericolo dall'assalto dei nuovi squadristi.

Antonio Padellaro



Firma qui per sostenere un giornalista serio

mercoledì 16 dicembre 2009

John Dillinger, nemico pubblico n°1


John Herbert Dillinger (Indianapolis, 22 giugno 1903 – Chicago, 22 luglio 1934) è stato un criminale statunitense, rapinatore di banche attivo durante il periodo della grande depressione.

Nella cultura popolare viene rappresentato come un gangster americano vestito tipicamente, che imbraccia un mitra Thompson.

John Dillinger cominciò la sua carriera di rapinatore il 6 settembre 1924, quando rapinò la drogheria vicino casa propria, a Mooresville, nell'Indiana, che aveva appena 20 anni. Arrestato e rilasciato grazie all'intercessione della matrigna, John continuò sulla "cattiva strada" fino ad arrivare ad altre rapine, ben più pesanti, che gli costarono un nuovo arresto in quel di Daytona, nell'Ohio, dal cui carcere fu trasferito nella prigione di Michigan City, da dove fuggì in combutta con alcuni uomini della sua gang. Tornato alle rapine, John Dillinger rimase impresso alle vittime di tali crimini per la foggia elegante dei suoi abiti, il cappello in stile e la qualità del suo cappotto di alta sartoria: il suo stile fascinoso, infatti, contribuì non poco a fare di lui un mito.

Considerato dall'FBI e dal suo direttore J. Edgar Hoover il nemico pubblico n. 1, si guadagnò la fama di moderno Robin Hood del crimine quando, al termine delle abituali rapine, prese l'abitudine di dare alle fiamme i registri contabili su cui erano annotati i debiti e le ipoteche delle persone in difficoltà economiche, riuscendo ad attirare su di sé la riconoscenza di tanti clienti a corto di denaro in quegli anni di crisi economica e la simpatia di buona parte dell’opinione pubblica. Nonostante la sua verve ed il suo stile mai troppo brutale, però, verso la fine della sua "epopea", isolato dalla malavita, che temeva di attirare su di sè l'attenzione della polizia, ma isolato anche grazie ai metodi innovativi di ricerca dell'FBI, Dillinger si alleò con la gang di un altro noto criminale dell'epoca, cioè "Baby Face" Nelson, che era ben più rude e privo di scrupoli di Dillinger (e che assieme a lui arrivò a dividersi la fama di "nemico pubblico") per operare nuove rapine e rimpolpare le casse della sua gang.

Negli anni trenta, pur di far perdere le sue tracce, Dillinger tentò persino di cancellare le proprie impronte digitali con l'acido ma il cerchio che gli si stava stringendo attorno non si fermò dal chiudersi.

A Tucson, nel marzo 1934, fu infatti arrestato in un hotel, assieme a buona parte della sua gang, per un caso dovuto a circostanze fortuite...ma il 3 marzo 1934 evase ancora, stavolta dalla prigione di Crown Point, nell'Indiana, dove era stato rinchiuso (e dove fu immortalato in alcune famose foto che lo ritrassero ironicamente abbracciato al direttore del carcere) arrivando a scatenare un vero e proprio caso politico nazionale.

Purtroppo per lui la fuga momentanea non fu foriera di salvezza perchè per scappare John Dillinger prese in ostaggio alcuni agenti e rubò la vettura del direttore del carcere, con la quale varcò il confine dello stato dell'Indiana. Così facendo, infatti, Dillinger commise un reato federale, cosa che permise all'FBI di intervenire e quindi, dopo 4 mesi dalla sua fuga, riacciuffarlo. Dillinger fu identificato e ucciso con cinque colpi d'arma da fuoco da alcuni agenti dell'FBI mentre si trovava all'esterno di un cinema di Chicago, dal quale usciva assieme alle prostitute Polly Hamilton e Ana Cumpanas dopo aver assistito alla proiezione del film poliziesco Manhattan Melodrama con Clark Gable. John Dillinger morì il 22 giugno 1934, quando aveva appena 32 anni.

A tradirlo fu Ana Cumpanas, conosciuta anche come Anna Sage o la "Donna in Rosso" (per via del colore sgargiante dell'abito indossato per farsi riconoscere dalla polizia), la quale passò ai servizi segreti le informazioni cruciali utili per incastrare il criminale in cambio della sua permanenza in America (ed evitare quindi l'espulsione in Romania, sua terra natale, senza per altro riuscirvi, visto che l'espulsione fu poi confermata).

A partecipare all'agguato decisivo ci fu Melvin Purvis (foto sottostante), giovane G-Man nominato in prima persona da Edgar J. Hoover per coordinare le ricerche di Dillinger assieme agli uomini del neo-nato FBI, istituzione investigativa la cui nuova metodologia di lavoro contribuì non poco a stringere il cerchio attorno a Dillinger.

Nonostante la sua morte prematura e la sua vita criminale, John Dillinger, rapinatore fascinoso ed elegante, è rimasto noto nell'immaginario collettivo come una sorte di eroe del popolino, cosa che realisticamente non fu, tanto che negli States esiste anche un museo dedicato a lui ed alle sue vicende criminali.

Qui sotto la foto della fidanzata Evelyn Frechette, detta Billie. Il film di M. Mann Nemico pubblico narra la storia di Dillinger ed il suo amore per Billie. Quando fu arrestata venne tenuta 24 ore senza bere né dormire per farle confessare dove si trovasse John.


martedì 15 dicembre 2009

A quando le leggi speciali?

Pubblico qui l'editoriale di Padellaro dal Fatto quotidiano perchè è importante che anche chi non compra quel giornale lo legga.
"Primo. Il volto insanguinato e sofferente di Silvio Berlusconi è una pagina nera per l’Italia. L’aggressione fisica è sempre ripugnante. Ma l’immagine in diretta tv di quell’oggetto scagliato con violenza contro un uomo sarà difficile da dimenticare. Secondo. L’autore del gesto è uno squilibrato noto e certificato. Chi lo associa al gruppo di fischiatori del premier nella piazza di Milano, mente sapendo di mentire.

Terzo. Nei fotogrammi mandati e rimandati in video si vede Tartaglia prendere due volte la mira impugnando la statuetta del Duomo. Tranquillamente senza che nessuno tra i numerosi custodi, tutti grinta e auricolari, muovesse un dito. Il ministro Maroni può dire ciò che vuole, ma alla prova dei fatti il tanto decantato sistema a protezione del presidente del Consiglio ha fallito su tutta la linea.

Quarto. La domande sul clima infame che regna nel paese e sui cosiddetti mandanti morali sono fuori luogo vista la personalità dell’aggressore. Ma se proprio si insiste a voler porre il problema di chi questo clima infame ha creato, sottoscriviamo il giudizio di Rosy Bindi, tra i pochi nel Pd a non balbettare scuse per colpe non commesse. Responsabile dei veleni è chi non smette di attaccare e accusare le più alte istituzioni: dal Quirinale alla Corte costituzionale alla magistratura tutta.

Quinto. I berluscones parlanti che hanno subito scatenato la caccia agli oppositori rimasti, in Parlamento e nei giornali, sappiano che non arretreremo di un millimetro nella contrapposizione civile e rigorosa al peggior governo della storia repubblicana. A Marco Travaglio pesantemente minacciato da un comunicato dei parlamentari Pdl di chiaro stampo squadrista, la nostra più totale e affettuosa solidarietà.

Infine, dalla destra più responsabile (se non è entrata in clandestinità) attendiamo ancora una ferma presa di distanza dal titolo eversivo del Giornale: “Violenza costituzionale”. A quando le leggi speciali?"

Corrado Guzzanti dixit

Ieri a Milano un matto, estraneo a qualunque organizzazione politica e in cura psichiatrica da 10 anni, ha colpito al volto il premier Silvio Berlusconi. È il frutto del clima violento scatenato dai magistrati , dai giornali e dalle televisioni, contro il governo. Oggi un altro matto si è versato un piatto di pastasciutta in testa: politica e istituzioni si uniscono unanimi a condannare anche questo episodio

Guzzanti fino al 20 al Gran Teatro a Roma

lunedì 14 dicembre 2009

Il rapporto Murphy

Io …se fossi Dio non aspetterei il 2012 per far piazza pulita dell’umanità.

Il Rapporto della Commissione Ryan, diffuso nel maggio di quest'anno, raccontava gli orrori e le sevizie cui erano sottoposti i bambini negli istituti gestiti e controllati da ordini religiosi. I superiori non solo sapevano, ma incoraggiavano il "mantenimento della disciplina" con tali mezzi. Gli ispettori governativi che avrebbero dovuto vigilare sul benessere dei bambini fingevano di non sapere e non vedere. Un rapporto sconvolgente, che ha costretto i Fratelli Cristiani, la congregazione religiosa che gestiva la maggior parte delle scuole industriali assieme alle Suore della Misericordia, ad offrire un risarcimento di 34 milioni di euro alle vittime. Altre cinque congregazioni hanno offerto ulteriori 43 milioni di euro. Un Consiglio di Giustizia fu istituito già dal 2002 per risarcire le vittime: al 2008 aveva giudicato 11.337 casi, con risarcimenti individuali tra i 65.000 e i 300.000 euro

Ora, a sei mesi di distanza, arriva un nuovo rapporto, quello della Commissione Murphy, istituita nel 2006 per verificare come la Chiesa e le autorità statali avessero gestito le denunce di abusi sessuali sui minori commessi dagli ecclesiastici nella sola diocesi di Dublino. Settecento pagine di testimonianze raccapriccianti, 320 vittime, una sequenza di racconti dell'orrore che coinvolgono un campione di 46 sacerdoti dal 1975 al 2004, costantemente coperti dalle autorità ecclesiastiche, spostati di parrocchia in parrocchia, con l'unico intento di proteggere il buon nome e i beni della Chiesa. Gli ultimi quattro arcivescovi che si sono succeduti alla guida della diocesi di Dublino avevano in comune una regola: coprire gli abusi e gli abusatori, insabbiare, nascondere, negare.

Il rapporto Murphy è dettagliato: ad ogni sacerdote è dedicato un capitolo denso di accuse, di testimonianze, di orrori. Ogni

Padre Noel Reynolds ammise di aver abusato di più di 100 bambini nelle 8 parrocchie in cui aveva esercitato il proprio ministero negli oltre 30 anni di carriera. Spostato da una parrocchia all'altra ogni volta che si sollevava uno scandalo sui "comportamenti inappropriati" tenuti dal sacerdote, raccomandato ai vescovi locali senza mai comunicare i suoi trascorsi, Reynolds trovava ogni volta terreno fertile: le madri gli affidavano con fiducia i bambini. Le denunce vennero a galla solo nel 1995, quando la polizia irlandese aprì un'indagine sul suo conto. Arrestato nell'ottobre del 1999, a seguito degli abusi commessi su due sorelline di sei e undici anni, Reynolds confessò. Confessò di aver violentato almeno cento bambini, raccontò particolari mostruosi e raccontò anche di come aveva abusato di una bambina piccolissima, violentandola brutalmente utilizzando un crocifisso che la polizia acquisì come prova.

Evidentemente a questo mostro era piaciuto molto il film "L' esorcista".


E tuttavia solo nel 1998, poco prima dell’arresto, fu stato rimosso dalla parrocchia e trasferito come cappellano al National Rehabilitation Hospital, anche stavolta senza informare le autorità ospedaliere dei trascorsi del sacerdote e mettendo in grave pericolo i 94 bambini degenti nella struttura.

Le autorità dell'arcidiocesi che si occupavano delle denunce di abusi su minori avevano un’ampia esperienza in diritto canonico e in giurisprudenza. Eppure l'arcivescovo e i vescovi dublinesi sostennero di non sapere che, oltre ad essere un peccato, l'abuso su minori fosse anche un reato, e pertanto non avevano informato le autorità giudiziarie di quanto accadeva nelle loro parrocchie. Tuttavia tale presunta ignoranza risulta insostenibile, alla luce del fatto che fin dal 1986, le autorità ecclesiastiche decisero di ricorrere ad una polizza assicurativa per proteggere i beni della Chiesa da possibili richieste di risarcimento da parte delle vittime di abusi.

Nel 2002, il governatore dell'Oklahoma Frank Keating, presidente del Consiglio Nazionale per il Riesame che si occupava della vicenda dei preti pedofili negli Stati Uniti, rilasciò un'intervista al Los Angeles Times spiegando il motivo delle sue dimissioni dall'incarico dopo appena un anno, paragonando la segretezza della Chiesa a quella della mafia e le gerarchie ecclesiastiche a Cosa nostra: "I preti non obbediscono ai mandati di comparizione, e fanno sparire i nomi degli stupratori. Questa è un'organizzazione criminale, non la mia Chiesa".

Di fronte alla cultura della segretezza, la Commissione Murphy dovette emettere un ordine formale con il quale veniva richiesto che l'arcidiocesi di Dublino e altre organizzazioni, compresa la polizia stessa, fornissero tutti i documenti in loro possesso riguardanti i 46 sacerdoti coinvolti nell'inchiesta.
Nel settembre del 2006, la Commissione inviò inoltre una richiesta formale alla Congregazione per la Dottrina della Fede "chiedendo informazioni sulla promulgazione del Crimen Sollicitationis". Chiedeva inoltre informazioni su tutti i rapporti, riguardanti gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti, “inviati alla Congregazione dall'arcidiocesi di Dublino". La Congregazione non rispose mai alla richiesta, adducendo come pretesto il fatto che la stessa non fosse stata inoltrata attraverso gli appropriati canali diplomatici.
La Commissione inviò allora, nel febbraio 2007, una formale richiesta al Nunzio Apostolico irlandese, chiedendo di produrre tutti i documenti in suo possesso riguardanti l'indagine in corso. Non vi fu mai risposta. Non avendo il potere di emanare alcun ordine nei confronti della Congregazione per la Dottrina della Fede nè del Nunzio Apostolico, la Commissione proseguì il proprio lavoro senza alcuna collaborazione da parte del Vaticano. Tuttavia ritenne opportuno, alla conclusione dei lavori, inviare al Nunzio una copia del rapporto Murphy. Ancora una volta, non ricevette risposta.

Di fronte agli esiti del rapporto Murphy, l'attuale arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha offerto alle vittime le proprie scuse, il proprio dolore e la propria vergogna. Guardandosi bene dall'offrire anche un risarcimento economico, per quanto nessuna somma possa mai risarcire le violenze e le umiliazioni delle vittime

Di qualche giorno fa è la notizia che il Vaticano si rammarica profondamente per le vicende narrate nel rapporto Ryan….ma del rapporto Murphy io non ho sentito neanche una parola.

Lamia

Dopo aver visto il bellissimo Drag me to Hell di Sam Raimi mi è venuta voglia di rispolverare il mito della Lamia.

Lamia era figlia di Belo, il re di Libia. Fu amata da Zeus dal quale ebbe numerosi figli. La gelosa Era, moglie di Zeus, fece sì che i figli di Lamia morissero strangolati (solo Scilla, il mostro situato sullo stretto di Messina di cui narra l’Odissea, riuscì a scampare alla furia di Era).

Lamia si nascose in una caverna e diventò un mostro orribile, geloso delle madri più felici di lei delle quali spiava i figli per poi rapirli. Sembra inoltre che Era avesse privato Lamia del sonno, ma Zeus le concesse il privilegio di potersi togliere gli occhi ed appoggiarli dentro un vaso per poter riposare: quando Lamia era priva degli occhi non era pericolosa. Lamia poteva trasformarsi in animale e donna bellissima, inoltre poteva presentarsi in numero maggiore di uno (solitamente tre).
Le lamie apparivano nei trivi cercavando i giovani per berne il sangue dopo averli sfiniti con i rapporti sessuali.
Un’antica tradizione dei dintorni del Parnaso comprende una “Lamia del mare”, un demone che catturava i giovani che suonavano il flauto sulla spiaggia a mezzanotte e a mezzogiorno. Se questi rifiutavano di unirsi in matrimonio con lei, erano brutalmente uccisi. Probabilmente questa creatura è erede delle sirene, che seducevano i marinai col loro canto per privarli d’ogni bene, anch’esse erano donne alate, ma avevano il volto e il tronco di donne umane

Lamia rimase, con le medesime connotazioni di divinità malevola, anche nella cultura romana. Fu presto associata alla figura della strega, dalla quale rimase inscindibile anche nel Medioevo e nel Rinascimento: le cause sono da ricercarsi nel fatto che i delitti erano compiuti prevalentemente nottetempo e le vittime preferite erano i bambini (dei quali le streghe cercavano soprattutto il grasso, per preparare unguenti, e il sangue, che per la sua purezza poteva far da tramite col demonio). Un’altra caratteristica che accomuna queste creature sia alle streghe che ai vampiri è la capacità di trasformarsi in uccello notturno, per non essere riconosciute quando entravano nelle case a cercare le loro vittime.
Sia il popolo greco che quello romano manifestavano atteggiamenti contradditori nei confronti delle donne, una sorta d’ammirazione/timore: accanto alle capacità seduttive convivevano enormi potenzialità distruttive

I due dipinti sono di William Waterhouse (1909)

giovedì 10 dicembre 2009

Bontà natalizia


Da CacaoOnLine:

Lo rivela un'indagine svolta su 4mila famiglie inglesi. Le prime scaramucce si verificano mediamente il 25 dicembre alle 9,58 del mattino e li' finisce l'idilliaca e amorevole atmosfera natalizia. Solitamente il primo rimprovero e' per i bambini, galvanizzati dai doni appena ricevuti.
Alle 11,07 e' guerra. La casa in disordine, il pranzo da preparare, l'imminente arrivo di parenti e amici mettono ai ferri corti i genitori. Alle 18,35, dopo lo spumante versato a terra dal marito alticcio, la famiglia e' sfasciata.
Torna tutto normale alle 8,00 del 7 gennaio, quando si riprende a lavorare.
C'e' poco da ridere, il problema sarebbe proprio l'alta concentrazione di persone nella stessa casa.

mercoledì 9 dicembre 2009

Natale con la LAV

A Natale scegli di fare un regalo con il cuore: dedica un pensiero ai tuoi cari. E ai cani salvati dalla LAV:

regala l'adozione a distanza!

Penna Bianca. Yoghi. Dick. Billy. Fox.

Puoi scegliere tra 2 formule:
Adozione una tantum, in un unico contributo minimo di 30 euro.

Amico di un anno, con un contributo minimo di 186 euro. Il destinatario di questo speciale dono sarà al suo fianco per un anno e riceverà il certificato d'adozione personalizzato, nella versione natalizia. Ogni tre mesi verrà aggiornato sui progressi nel recupero psico-comportamentale dell'animale.

Per conoscere le loro storie clicca qui.

A Natale regala ciò in cui credi: i diritti degli animali!

Con una donazione alla LAV. Il tuo contributo rappresenterà un aiuto ancora più grande al nostro lavoro quotidiano. La persona a cui hai dedicato la donazione riceverà una pergamena personalizzata con i vostri nomi, la migliore testimonianza del tuo gesto.

Con l’iscrizione alla LAV. Per far entrare le persone che ti stanno a cuore direttamente nel nostro mondo. Saranno anche loro al nostro fianco e seguiranno il nostro impegno quotidiano anche dalle pagine di “Impronte”, in omaggio per loro per un anno intero.

Come regalare l'adozione, l'iscrizione, una donazione:

Invia la copia del versamento (specifica nella causale "Regalo adozione/iscrizione/donazione")
via fax: 06 4461326
o via email: info@lav.it
con tutti i tuoi dati e quelli del destinatario. Indicaci, inoltre, se recapiterai tu il certificato di adozione/la tessera/la pergamena al destinatario.

Regala un'adozione a distanza, l'iscrizione o una donazione direttamente on line: è semplice e veloce. Come fare: nel campo note aggiuntive del modulo di pagamento inserisci i dati della persona alla quale vuoi regalare l'adozione a distanza l'iscrizione o la donazione. Penseremo noi a recapitare il regalo speciale. In caso preferissi farlo tu, invieremo a te la il certificato/la tessera/la pergamena.

Affrettati, per permetterci di far arrivare in tempo il tuo regalo, puoi richiederlo solo fino al 15 dicembre!

WIld horses - Rolling Stones testo e traduzione



Childhood living is easy to do


The things you wanted I bought them for you

Graceless lady, you know who I am,


You know I can't let you slide through my hands


Wild Horses, Couldn't drag me away,


Wild, wild horses, Couldn't drag me away...


I watched you suffer a dull, aching pain


Now you decided to show me the same

No sweeping exits or offstage lines,


Can make me feel bitter or treat you unkind


Wild Horses, Couldn't drag me away,


Wild, wild horses, Couldn't drag me away...


I know I dreamed you a sin and a lie,


I have my freedom but I don't have much time


Faith has been broken tears must be cried,


Let's do some living after we die


Wild Horses, Couldn't drag me away,

Wild, wild horses, We'll ride them someday


Wild Horses, Couldn't drag me away,


Wild, wild horses, We'll ride them someday

E' facile vivere l'infanzia
le cose che volevi le ho comprate per te
Ragazza sgraziata sai chi sono
Sai che non posso lasciarti scivolare dalla mia mano
Cavalli selvaggi non possono trascinarmi lontano
Selvaggi, cavalli selvaggi, non possono trascinarmi lontano
Ti ho vista soffrire un tremendo dolore
Ora hai deciso di mostrarmi la stessa cosa
Nessuna circolare d'uscita o linea dietro le quinte
puo lasciarmi un senso di amaro o trattarti malamente
Cavalli selvaggi non possono trascinarmi lontano
Selvaggi, cavalli selvaggi, non possono trascinarmi lontano
So che ti ho sognata, un peccato e una bugia
ho la mia libertà ma non ho molto tempo
La fede si é spezzata, lacrime devono essere piante
Viviamo un po di vita dopo che siamo morti
Cavalli selvaggi non possono trascinarmi lontano
Selvaggi, cavalli selvaggi, li cavalcheremo un giorno

video

giovedì 3 dicembre 2009

Per i maniaci della ricerca



Un solo Google non vi basta piu'? Digitate http://www.googlegooglegooglegoogle.com/ , il sito internet creato da Erty Seidel e Alex Sowieja.
In pratica hanno unito quattro motori di ricerca Google nella stessa pagina, da cui e' possibile eseguire ricerche simultanee e confrontare velocemente i risultati, senza dover aprire diverse pagine web.
Ottimo per chi soffre di multitasking

mercoledì 2 dicembre 2009

55 anni fa la fine di McCarthy


Per Joe McCarthy, il senatore repubblicano ossessionato dalla Red Scare, la “paura rossa”, l’uomo della più grande caccia alle streghe negli Usa della Guerra fredda, la carriera politica finì in quel 2 dicembre 1954 quando, dopo averlo ritenuto responsabile di una infangante campagna contro le istituzioni e, in primis, contro l’esercito, il Senato americano lo riconobbe colpevole di oltraggio all’establishment, approvando una mozione di censura per 67 voti a 22. Con la Resolution 301 del Congresso, avvenuta dopo una requisitoria pubblica durata 36 udienze e 187 ore di copertura televisiva, si chiudeva, con l’avallo del neo ticket presidenziale Eisenhower-Nixon, l’epoca buia del maccartismo, la stagione delle grandi purghe e dell’isterico sospetto collettivo contro gli infiltrati comunisti, aggravata, al suo inizio, dal terrore di un complotto antidemocratico e dal massiccio conformismo d’opinione. “La più violenta e


dannosa ondata di fascismo in terra americana”, come dirà poi Eleanor Roosevelt, in cui, tra politici, diplomatici, scienziati, attori, registi o semplici intellettuali, finiranno incriminati, imprigionati, perseguitati e ostracizzati centinaia di cittadini in odore di progressismo.

Il regalo perfetto


Cliff Arnall, psicologo dell'universita' britannica di Cardiff, e' gia' noto per aver “calcolato” il giorno piu' felice dell'anno (20 giugno) e quello piu' triste (terzo lunedi' del mese di gennaio).
Ora ha elaborato una formula matematica per regalare l'oggetto piu' adatto al destinatario. Un recente sondaggio condotto in Gran Bretagna rivela infatti che il 65% dei regali donati ai bambini rimane inutilizzato.
La formula e': TxL+Pi+Po+Cr+S+U+H/radice quadrata di C. Ogni variabile puo' assumere un valore da 0 a 5, a seconda che il destinatario possa giocare da solo con l'oggetto (valore Pi), giocarci in compagnia (valore Po), sviluppare l'interazione sociale (valore S), stimolare la creativita' (variabile Cr), passare il gioco ai fratelli piu' piccoli (H).
Se soffrite di discalculia regalate una pianta.
http://www.toybuyornot.co.uk/