Limen. Mi è sempre piaciuta questa parola. Vuol dire confine,soglia.
Il confine è una zona pericolosa perché non si sa quali siano le regole del gioco dall’altra parte.
Entro il confine siamo sicuri di ciò che siamo e di ciò che abbiamo. Oltre c’è l’ignoto e l’ignoto è pauroso perché ci costringerebbe a metterci in gioco completamente.
La soglia, il confine sono luoghi strani perché già ospitano un po’ di altrove. Ecco perché li consideriamo pericolosi. Sono Noi e non lo sono. Per questo ogni periferia è una soglia.
A nessuno di noi verrebbe in mente di avventurarsi in un quartiere periferico se non lo conosce già. Ci sentiremmo indifesi, nudi e deboli; questo perché non conosciamo le regole di quel luogo che, nonostante sia città, resta comunque una soglia, un posto sconosciuto.
Ostia tra tutte le periferie è la più lontana eppure ogni romano la considera casa propria.
Ostia è diversa da ogni altro quartiere. È unica. Ci abbraccia e ci accoglie ogni estate e noi pensiamo che questo basti a considerarla nostra ma ci sbagliamo e sotto sotto lo sappiamo. D’inverno infatti torna ad essere Limen pure per noi. Perdiamo ogni riferimento conosciuto e la gettiamo via; la nascondiamo ai nostri occhi come polvere sotto al tappeto. Ma Ostia vive di suo e Roma le deve molto anche se non lo sa.
C’è un libro che la racconta in maniera inconsueta e ci ricorda quanto di ciò che amiamo è nato e cresciuto a Ostia.
Il collettivo Territorio Narrante ha curato la pubblicazione di ‘Ostia! Romanzo di una periferia’, Redstar Press
Ogni capitolo è un pezzetto di cuore di qualcuno o di molti.
In queste pagine troveremo tanto di noi anche se non abbiamo vissuto personalmente nessuna di quelle storie. Vivremo una sorta di ‘familiarità’ piuttosto che di ‘esperienza vissuta’.
Ci avvicineremo a Ostia attraverso il racconto di chi l’ha vissuta e così la faremo un po’ più nostra.
Aneddoti che ci faranno venire in mente storie analoghe del nostro quartiere: dal coatto del baretto sotto casa a chi ha lottato per i diritti abitativi; dalla musica underground nata nei centri sociali agli interminabili viaggi sul trenino Roma-Lido ai quali si può sopravvivere con un bel pezzo ascoltato in cuffia.
Poi le storie uniche e indimenticabili dei film di Claudio Caligari e il triste destino della stele commemorativa della morte di Pasolini dimenticata, nascosta come un parente scomodo.
È un libro per tutti.
Per chi ama Ostia, per chi la odia e per chi non la conosce.
Per chi vive il proprio quartiere e lo ama nonostante tutti i suoi difetti. Perché il quartiere nostro è sempre er mejo de tutti.
Per chi prende i mezzi e per chi non li prende mai.
Per chi ama Caligari e per chi non sa neanche chi sia stato. (Vi perdono se correte ai ripari)
Per chi ama Pasolini… e basta.
Chi non lo ama nun se merita manco de legge sto libro
Il confine è una zona pericolosa perché non si sa quali siano le regole del gioco dall’altra parte.
Entro il confine siamo sicuri di ciò che siamo e di ciò che abbiamo. Oltre c’è l’ignoto e l’ignoto è pauroso perché ci costringerebbe a metterci in gioco completamente.
La soglia, il confine sono luoghi strani perché già ospitano un po’ di altrove. Ecco perché li consideriamo pericolosi. Sono Noi e non lo sono. Per questo ogni periferia è una soglia.
A nessuno di noi verrebbe in mente di avventurarsi in un quartiere periferico se non lo conosce già. Ci sentiremmo indifesi, nudi e deboli; questo perché non conosciamo le regole di quel luogo che, nonostante sia città, resta comunque una soglia, un posto sconosciuto.
Ostia tra tutte le periferie è la più lontana eppure ogni romano la considera casa propria.
Ostia è diversa da ogni altro quartiere. È unica. Ci abbraccia e ci accoglie ogni estate e noi pensiamo che questo basti a considerarla nostra ma ci sbagliamo e sotto sotto lo sappiamo. D’inverno infatti torna ad essere Limen pure per noi. Perdiamo ogni riferimento conosciuto e la gettiamo via; la nascondiamo ai nostri occhi come polvere sotto al tappeto. Ma Ostia vive di suo e Roma le deve molto anche se non lo sa.
C’è un libro che la racconta in maniera inconsueta e ci ricorda quanto di ciò che amiamo è nato e cresciuto a Ostia.
Il collettivo Territorio Narrante ha curato la pubblicazione di ‘Ostia! Romanzo di una periferia’, Redstar Press
Ogni capitolo è un pezzetto di cuore di qualcuno o di molti.
In queste pagine troveremo tanto di noi anche se non abbiamo vissuto personalmente nessuna di quelle storie. Vivremo una sorta di ‘familiarità’ piuttosto che di ‘esperienza vissuta’.
Ci avvicineremo a Ostia attraverso il racconto di chi l’ha vissuta e così la faremo un po’ più nostra.
Aneddoti che ci faranno venire in mente storie analoghe del nostro quartiere: dal coatto del baretto sotto casa a chi ha lottato per i diritti abitativi; dalla musica underground nata nei centri sociali agli interminabili viaggi sul trenino Roma-Lido ai quali si può sopravvivere con un bel pezzo ascoltato in cuffia.
Poi le storie uniche e indimenticabili dei film di Claudio Caligari e il triste destino della stele commemorativa della morte di Pasolini dimenticata, nascosta come un parente scomodo.
È un libro per tutti.
Per chi ama Ostia, per chi la odia e per chi non la conosce.
Per chi vive il proprio quartiere e lo ama nonostante tutti i suoi difetti. Perché il quartiere nostro è sempre er mejo de tutti.
Per chi prende i mezzi e per chi non li prende mai.
Per chi ama Caligari e per chi non sa neanche chi sia stato. (Vi perdono se correte ai ripari)
Per chi ama Pasolini… e basta.
Chi non lo ama nun se merita manco de legge sto libro