mercoledì 11 aprile 2012

James Rollins, L'ultima eclissi

Ecco l'ultima fatica di uno dei miei autori preferiti: L'ultima eclissi edito da Nord
Andiamo subito alla quarta di copertina:

San Francisco. Durante un'eclissi totale di sole, un violentissimo terremoto scuote la città, che viene ridotta a un cumulo di macerie. E purtroppo non si tratta di un disastro isolato: nello stesso momento, infatti, l'intera costa occidentale del continente americano, dall'Alaska alla Terra del Fuoco, è colpita da una serie di calamità naturali... Okinawa. Karen Grace, un'antropologa di fama mondiale, non crede ai suoi occhi: al largo del Giappone sono emerse due enormi piramidi di metallo, coperte d'iscrizioni in una lingua sconosciuta. E, all'interno di una di esse, Karen trova un manufatto a forma di stella, realizzato con un materiale impossibile da ottenere anche con le tecniche più avanzate e che possiede proprietà sconcertanti... Oceano Pacifico. È un'emergenza nazionale quella che costringe Jack Kirkland, ex ufficiale della US Navy, a rientrare in servizio: l'Air Force One è precipitato in mare, trascinando verso una morte orribile il presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, quando giunge sul luogo dell'incidente, Jack si trova di fronte a uno scenario stupefacente: nelle profondità dell'oceano, i rottami dell'aereo sono stati attirati da un gigantesco pilastro rivestito di scritte indecifrabili. Ma Jack capirà ben presto che svelare il mistero di quell'antica colonna è solo il primo passo per fermare la catena di catastrofi che si è abbattuta sulla Terra e che rischia di sterminare il genere umano.


Il romanzo di Rollins ci porta nelle profondità dell’Oceano Pacifico alla ricerca di un antichissimo manufatto dotato di proprietà assolutamente uniche.

Come sempre però il nostro James non ci farà stare fermi per troppo tempo in un singolo luogo. Ecco che ci troveremo a studiare una lingua quasi del tutto ignota ai più e non ancora tradotta per intero: il rongorongo, lingua scritta dell’Isola di Pasqua.


Particolarmente interessante è l’indubbia affinità tra questa lingua e i glifi trovati nella valle dell’Indo, più precisamente a Mohenjo Daro, sito archeologico famoso per i suoi alti livelli di radioattività tutt’ora inspiegati.


Attraverseremo l’intrico di rovine megalitiche di Nan Madol, nell’isola di Pohnpei in Micronesia.

L'area archeologica è composta da circa 100 piccoli isolotti artificiali collegati fra loro da una rete di canali artificiali e ha un'estensione di circa 18 km². La più grande struttura ancora in piedi è il Nan Douwas, le cui mura perimetrali si innalzano per 8 metri e gli edifici interni contengono cripte funerarie.




Devo ammettere che non è il più bel racconto di Rollins. Sarà forse colpa della predilezione che ho per le storie della Sigma force.

La caratteristica che amo di più nel nostro autore è proprio la capacità di intessere una trama avventurosa e fantasiosa intorno a dati scientifici e storici reali e documentabili.

Qui forse manca questa miscellanea tra fantasia e realtà.

Resta comunque un’ottima storia da vivere con gli occhi della mente e della fantasia.

Per i fan di James Rollins.