mercoledì 9 novembre 2016

Mutazioni, aberrazioni e la strada che non presi


Novembre è il mese della flessione vendite per una libreria universitaria.
I corsi sono iniziati ad ottobre e la maggior parte degli studenti compra subito i libri.
Ovviamente ci sono delle eccezioni; per esempio gli studenti non frequentanti o gli studenti lavoratori.
Tutta brava gente che quando viene in libreria ha le idee abbastanza chiare. Chiedono i libri per il tale esame, verificano e decidono cosa fare della loro vita.
La scienza però ci insegna che non tutte le ciambelle riescono col buco.

Come in tutte le specie anche l'Homo Studens può vantare la sua discreta percentuale di mutazioni nonchè aberrazioni genetiche.
La mutazione casuale ( vedi Darwin  )potrebbe favorire il soggetto nella sua carriera rendendolo più adatto alla sopravvivenza in facoltà mentre l'aberrazione genetica...beh quella è tutta un'altra storia.

Non dimenticherò mai il giorno in cui è entrato in libreria l'Homo Studens Percasus.

Buongiorno

Buongiorno! Prego!

La faccia dello Studens Percasus si deforma improvvisamente in un ghigno che avrebbe voluto essere un sorriso ma che in realtà tradiva una terribile ansia da prestazione. Dopo attenta riflessione ho deciso di chiamarla FacciaDaClismaOpaco



Si, è proprio la faccia che faremmo se un medico, dopo una chiacchierata quasi conviviale, ci dicesse che dovremo fare un clisma opaco  )

E' un sorriso che non è affatto una manifestazione di gioia perchè ci hanno appena detto che ci vogliono infilare su per il culo litri di bario per vedere come stanno messe le nostre povere viscere.

Dunque, il nostro Studens Percasus si poggia al banco, tra la cassa e il monitor del pc e comincia ad emettere timidi mugolii.

Devo comprare i libri per l'esame di ..... diritto ...... costituzionale ......... comparato

Devi fare Diritto costituzionale o Diritto costituzionale italiano e comparato?


La faccia da clisma opaco si intristisce ma rimane. Gli occhi si velano di malinconia mentre i denti stretti assicurano stabilità alla paresi facciale del nostro Percasus.
Mi rendo conto di averlo quasi distrutto con questa domanda.

Quale esame dovrà fare? Chi lo può sapere?

Sviluppo istantaneamente delle facoltà paranormali e provo con la telepatia a sondare la mente del Percasus ma quello che vedo mi sconforta




non mi resta che lasciarlo davanti al bivio e attendere la risposta




Il Percasus sta soccombendo e non trova il conforto di un amico che lo aiuti. Le domande che si sta ponendo sono frustate per la sua anima. Chi sono? Quale corso di laurea sto facendo? Quali esami devo fare? ...boh?!

Lancio una cima per non farlo affogare.

Il professore si chiama ***1*** oppure è ***2*** ?


Quasi urlando dice: ***1***!!

Il sollievo gli consente di distendere le membra. La faccia da clisma opaco scompare per lasciare il posto ad un'espressione che somiglia molto a quella che ci viene quando abbiamo dovuto trattenere una cacca importante perchè siamo per strada e finalmente, arrivati a casa sudati marci, ci sediamo sul gabinetto e sganciamo la bomba incuranti del fatto che abbiamo ancora il giubotto e la sciarpa addosso.

Finalmente consegno i libri al Percasus che va via trotterellando felice verso il pascolo della facoltà.

Quello che non sospettavo è che l'aberrazione genetica che porta all'Homo Studens Percasus è molto grave e inabilitante.

Dopo un paio di ore entra di nuovo con quello che potremmo definire il 'collega esperto'. Il sorriso tirato stavolta somiglia di più a quello di Mandrake in Febbre da cavallo




Guardando il suo amico CollegaEsperto mi dice di aver confuso i professori e che lui doveva fare l'altro esame.

Faccio il cambio e lo mando via il più presto possibile.

In realtà queste aberrazioni andrebbero soppresse. C'è un protocollo non scritto tra noi scienziati che studiamo queste forme di vita; una sorta di linea-guida che ci imporrebbe di somministrare l'iniezione letale a questi soggetti inadatti alla vita in ambienti ostili come la facoltà.

Ho scelto la strada meno frequentata...ma se torna lo abbatto.

LA STRADA CHE NON PRESI
Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.

Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’ aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata,
sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili.

Ed entrambe quella mattina erano lì uguali,
con foglie che nessun passo aveva annerito.

Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.

Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io –
io presi la meno frequentata
,
e quello ha fatto tutta la differenza.

Robert Frost