martedì 31 agosto 2010
lunedì 30 agosto 2010
La tomba di ghiaccio di Steve Berry
Ieri ho finito di leggere un libro ma ancora non so decidere se mi è piaciuto o no.
La tomba di ghiaccio di Steve Berry editore Nord
Quarta di copertina:
Cotton Malone ha sempre creduto che suo padre fosse scomparso in un incidente accaduto nel 1971 a un sottomarino nucleare che pattugliava il Nord Atlantico. Il suo ex capo Stephanie Nelle, però, gli fa avere un dossier da cui emerge una verità ben più sconvolgente: il sottomarino era impegnato in una missione top secret sotto i ghiacci dell’Antartide e la morte del capitano Forrest Malone è avvolta dal mistero.
Ma Cotton non è l’unico a voler far luce sulla vicenda: c’era a bordo del sottomarino un diario che alludeva al rinvenimento di simboli sconosciuti sulla tomba di Carlo Magno, che avevano portato alcuni ufficiali nazisti a cominciare la ricerca delle tracce di una civiltà perduta. Cosa cercavano davvero? E perché l’ammiraglio Ramsey vuole impedire che la ricerca riprenda?
Seguendo indizi che lo condurranno da un’antica cattedrale tedesca a una fortezza francese inespugnabile, dal Pentagono fino all’Antartide, Cotton Malone dovrà muoversi tra traditori e assassini, mettendo a rischio non solo la sua vita, ma anche l’onore di suo padre.
Come Dan Brown aveva saputo fare magistralmente, assistiamo anche qui ad un tentivo di commistione di vero, verosimile e inventato. Si parla tra l'altro della mappa Piri Reis: un’antica mappa del 1513, stilata basandosi su mappe più antiche, che rappresenta anche le coste dell’Antartide, all’epoca continente sconosciuto.
Qui troverete un’analisi piuttosto dettagliata della misteriosa mappa.
L’idea di base del libro è assolutamente affascinante! I protagonisti sono impegnati nella ricerca di una civiltà tecnologicamente avanzata già millenni fa, che avrebbe interagito con le culture dell’epoca trasmettendo loro conoscenze “fuori dal tempo”.
Le ambientazioni sono meravigliose: dalla prima tomba di Carlo Magno nella Cattedrale di Aquisgrana al gelo antartico custode di antichissimi segreti.
Purtroppo però un’ambientazione meravigliosa non fa un buon libro.
Prima di arrivare alla soluzione del mistero dovrete superare pagine e pagine di noiosi appostamenti, noiosi dialoghi e continui allungamenti di trama che danneggiano irrimediabilmente il ritmo del racconto.
Tanto per capirci: ero arrivata a pag. 150 circa e ancora non era successo praticamente nulla. Sarebbe stato sicuramente un romanzo più dinamico togliendo tre o quattro personaggi inutili, che hanno riempito di inciampi una trama via via sempre più farraginosa e complicata.
Mi sono comunque divertita, una volta superata la voglia di gettarlo via!
venerdì 27 agosto 2010
Heat 1-X, il razzo fai da te
“L'ora del decollo è fissata per le 15 (ora italiana) del 30 agosto. La rampa di lancio si trova sul Mar Baltico, vicino Bornholm (Danimarca) e il razzo, chiamato Heat 1-X, è pronto per spiccare il volo. Ma il missile che lascerà la Terra per qualche minuto non è stato costruito da un ente spaziale come la Nasa o l'Esa, bensì da due amatori del volo astronautico: Kristian von Bengtson e Peter Madsen. La loro piccola società l'hanno chiamata Copenhagen Suborbitals. Il primo lancio sarà senza passeggeri a bordo, ma se tutto andrà per il meglio Madsen ha fatto sapere che presto lancerà un razzo con una capsula, chiamata Tycho Brahe, con un uomo a bordo.”
Questa notizia apparsa su Repubblica di oggi mi ha fatto pensare ad un film che ho visto qualche anno fa: Cielo d’ottobre di Joe Johnston, tratto dal libro Rocket boys di Homer Hickam jr.
Il film si ispira ad una storia realmente accaduta, raccolta nel libro di memorie di un ingegnere della NASA, ora in pensione, che ha anche dato la sua consulenza per la riduzione cinematografica: Homer H. Hickam jr., responsabile motori dello shuttle e addestratore degli astronauti destinati a missioni sulla navicella spaziale
Trama da Wikipedia:
Ottobre 1957, Coalwood, cittadina mineraria del West Virginia. Il cielo notturno è solcato dalla scia luminosa dello Sputnik, il primo satellite, lanciato dai Russi, in orbita attorno alla terra. Per il diciassettenne Homer H. Hickam jr. è come una folgorazione: costruire razzi costituirà il passaporto per sfuggire al destino che lo vuole minatore, come tutti a Coalwood. Il ragazzo non si lascerà bloccare né dall'iniziale ostilità del padre, autoritario sovrintendente della miniera, né dai primi insuccessi; con l'aiuto di 3 coetanei e col sostegno della sua professoressa di Chimica e Fisica, parteciperà al concorso scientifico indetto per tutte le scuole della nazione.
Un messaggio sempre più valido in questi tempi così avari di speranze: mai smettere di sognare!
mercoledì 25 agosto 2010
Maxime Chattam, Il sangue del tempo
“Una Babele in miniatura.
Ecco cos’era Mont-Saint Michel. Un dito puntato con fierezza contro il cielo. Più che una meraviglia della devozione religiosa a Marion sembrava un tentativo presuntuoso di avvicinarsi a Dio (…)
Il Monte scaturiva dal mare, colossale, simile a una lama di silice pazientemente scolpita e posta su un immenso basamento di avorio.”
È questa la cornice maestosa, ruvida e silenziosa in cui si svolge la storia raccontata nel libro di cui voglio parlarvi.
Maxime Chattam, Il sangue del tempo, Rizzoli
La quarta di copertina ci racconta uno scorcio di trama:
Marion, segretaria dell'Istituto di medicina legale di Parigi, è la scomoda testimone di quello che potrebbe essere un delitto politico. Per proteggerla, la polizia la nasconde a Mont-Saint-Michel, e lì, mentre aiuta il frate bibliotecario, Marion scopre il misterioso diario di un investigatore inglese, Jeremy Matheson, inviato in Egitto nel 1928. Jeremy deve fare luce su una serie di atroci delitti: alcuni ragazzini dei sobborghi più poveri del Cairo sono stati strangolati da una creatura dalla forza smisurata. Per la popolazione si tratta di uno spirito maligno. Ma Jeremy ha ben altri sospetti. Mentre sprofonda nella lettura, Marion comincia a chiedersi come ha fatto il diario a finire nella biblioteca di Mont-Saint-Michel. Forse un monaco è coinvolto in quel mistero? O forse e la stessa vicenda di Marion a essere legata a quell'antico enigma?
Un racconto avvincente. Una storia che parla della verità e delle sue tante interpretazioni. Un gioco continuo di immagini evocate dalle parole e dei riflessi sfaccettati che le parole possono descrivere o nascondere.
Nella prefazione l’autore ci consiglia addirittura la musica da ascoltare per rendere più vivide le sensazioni procurate dalla lettura. Un gioco divertente da fare usando youtube se non si hanno i cd sottomano.
Decisamente consigliato per passare qualche ora altrove
martedì 24 agosto 2010
Classifica di Agosto
culi scoperti femminili 20
culi scoperti 12
idiota 12
cristo lego 2
sessoo 2
"tette all'aria 1
atto bondage 1
bondage 1
dipinti del partenone 1 (nota mia: il Partenone non ha dipinti ma solo sculture)
guardoni che spiano coppie 1
il corpo umano vagina illibata 1
lebbra 1
merda sciolta 1
merde enormi 1
pipi' 1
pompino 1
pompino caldo 1
pompino in diretta 1
ponpino a un groso pene 1
rapporti sessuali tra metallari omosessuali 1
sesso posizioni 1
torace peloso 1
Leggere
La lettura è un’esperienza del tutto personale. Un sentimento di esaltazione che nasce da un semplice incontro: quello fra i segni tracciati sulla carta e la mente, in grado di cogliere le parole e interpretarle. È il lettore il vero motore di ogni romanzo, e la sua immaginazione è il carburante che lo fa funzionare. L’autore non deve far altro che fornire le coordinate di un paesaggio e indicare al suo interlocutore la strada per esplorarlo.
Maxime Chattam
lunedì 23 agosto 2010
venerdì 6 agosto 2010
Blatty, Redenzione
Ho appena finito di leggere il nuovo libro di William Peter Blatty, dal titolo Redenzione edito da Rizzoli.
Chi è Blatty? Beh, è l’uomo che ci ha fatto capire cos’è la paura. Autore del libro e sceneggiatore del film L’esorcista.
Chi non se l’è fatta sotto la prima volta che ha visto quel film? Magari non solo la prima volta!
Avevo 9 o 10 anni ed ero troppo piccola per avere il coraggio di vedere il film ma trovai il coraggio di leggere il libro. Anche quello non aveva molto da invidiare al film, anche perché quest’ultimo ripercorre esattamente ogni situazione del libro (comprese le scene tagliate in cui l’indemoniata scende le scale con il corpo arcuato e deformato dal maligno).
Insomma se c’è una cosa che Blatty sa fare è sicuramente trasmettere forti emozioni. Così quando ho visto il suo nuovo libro sugli scaffali della libreria non ho saputo resistere alla satanica tentazione di farmi spaventare di nuovo da questo autore.
La quarta di copertina ci racconta:
Albania, 1973: un uomo dal fascino oscuro viene arrestato e orribilmente torturato dalla polizia, ma non apre bocca, e riesce inspiegabilmente a fuggire dopo aver ucciso i suoi carcerieri. È una spia straniera, un demone venuto dall’inferno, una sorta di redentore? L’anno dopo, a Gerusalemme, un neurologo dell’ospedale Hadassah, un poliziotto arabo e cristiano, un’agguerrita infermiera si imbattono nelle enigmatiche tracce lasciate da un agente della CIA, Paul Dimiter. Cosa era venuto a fare lì? E perché il suo passaggio è segnato da una scia di guarigioni miracolose e morti oscure? Una spia può essere capace di tanto? A quasi trent’anni dal suo ultimo romanzo, l’autore che ha terrorizzato il mondo con L’esorcista torna finalmente con una storia di vendetta, orrore e compassione, fede e amore, peccato e perdono: un thriller carico di suspense sull’eterno mistero del Bene e del Male.
Beh, credo che sia stato uno dei libri più noiosi che abbia mai letto in vita mia.
La trama spezzettata, i personaggi piatti come fogli di carta, la mancanza di un andamento organico e fluido mi hanno fatto sbadigliare troppe volte.
Bisogna arrivare alle ultime 30 pagine perché le oscure tessere del puzzle vadano più o meno al loro posto. Neanche allora però proveremo il benché minimo accenno di emozione.
Insomma una noia mortale.
Sconsigliato a tutti tranne a chi vuol fare un regalo ad una persona che si detesta.
mercoledì 4 agosto 2010
Il santo impostore
Ho letto un libro illuminante su una delle figure più pregate, invocate e supplicate dal cattolico medio, anche non ignorante: padre Pio.
Mario Guarino, Il santo impostore, Kaos editore.
Riporto la recensione dal sito dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti alla quale ho aggiunto qualcosa di mio.
Mario Guarino, già autore dei Mercanti del Vaticano (dettagliatissimo reportage sulle scorrerie finanziarie della Chiesa cattolica), ci propone ora una biografia “non autorizzata” sul santo e agitatore politico più in voga del momento. All’epoca della recensione questo volume era noto come Beato impostore. Successivamente è subentrata la santificazione di Francesco Forgione e il libro ha cambiato nome in Santo impostore. Il lavoro di Mario Guarino si basa soprattutto su fonti cattoliche: libri agiografici, entusiasti oltre ogni limite, e documenti ecclesiastici: quasi sempre, invece, dai contenuti particolarmente negativi nei confronti di padre Pio. Guarino accumula così un’impressionante mole di notizie che rendono il frate delle stimmate un personaggio terreno, assolutamente terreno nei suoi comportamenti, tale da rendere veramente discutibile la sua beatificazione anche da un punto di vista fideista: dalle finte malattie per evitare il trasferimento in un convento sgradito alle raccomandazioni per evitare il servizio militare. Non manca, all´interno del testo, la dettagliata ricostruzione di una strage avvenuta nel 1920 a San Giovanni Rotondo, che causò addirittura 14 morti e un centinaio di feriti, e causata da un gruppo di “Arditi di Cristo” dell´entourage del frate per protestare contro la legittima vittoria nelle elezioni comunali del partito socialista.
Di particolare interesse, inoltre, le pagine dedicate alla c.d. “Operazione Candelabri”: per impedire il trasferimento del frate: il podestà fascista e un avventuriero suoi sodali fecero stampare all´estero un libello diffamatorio nei confronti delle gerarchie vaticane. Il ricatto andò a segno e padre Pio poté tornare alle sue normali attività. Non manca neanche, nel 1957, una truffa miliardaria rifilata dal solito “buon finanziere cattolico” ai cappuccini di San Giovanni Rotondo. Frati legati al voto di povertà che, abbagliati dalla promessa di lucrosi tassi d´interesse nell´ordine del 70 per cento, vengono raggirati senza che i tanto millantati poteri soprannaturali fossero di alcun aiuto al futuro santo al fine di scongiurare l´imbroglio.
Nel racconto l´abilità dimostrata nello sfuggire a ogni verifica scientifica delle fantomatiche stimmate riconduce, inoppugnabilmente, la vita di padre Pio a quella di un comune mortale, con i suoi vizî (tanti) e le sue virtù (discutibili).
Gli ultimi due capitoli sono dedicati al business legato al cappuccino.L´ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, fondato dal frate, dopo le sue disavventure finanziarie nel corso degli anni Settanta che costrinsero il Vaticano a intervenire, è ora una struttura di potere politico che incassa, annualmente, diversi miliardi dallo Stato e dalla Regione Puglia, diversi dei quali girati (come provvigione?) al Vaticano stesso. La magistratura ha avviato delle indagini sulla vicenda.
Quanto al convento, si narra degli otto miliardi affidati dai fedeli per costruire una nuova chiesa e svaniti nelle mani dell´ennesimo “buon finanziere cattolico”, delle concessioni edilizie concessegli in deroga al Piano Regolatore, nonché del business legato a souvenir e gadget varî: un mercato, del resto, fiorito molti anni prima, vivo il padre, con il mercimonio disgustoso delle pezzuole di stoffa usate per tamponare le sue stimmate insanguinate. La gente arrivava a raccogliere gli sputi del frate e così cominciarono a girare tanti di quegli straccetti imbevuti di sangue da far sospettare che non fosse il sangue sgorgante dalle ferite di frate Pio. Si scoprì infatti che era sangue di pollo.Riguardo le stimmate possiamo dire che furono trovate nella cella del frate tintura di iodio e acido fenico che, usati in quantità, provocavano irritazioni e piaghe. Tracce di tintura furono rinvenute anche sulle mani del frate durante le pochissime visite mediche cui fu sottoposto. Un libro molto documentato, quindi: una voce fuori dal coro che fa emergere, sullo sfondo, un´Italia culturalmente arretrata, con una parte della popolazione che non vuole o non riesce a uscire da una realtà intrisa di superstizione