venerdì 6 agosto 2010

Blatty, Redenzione



Ho appena finito di leggere il nuovo libro di William Peter Blatty, dal titolo Redenzione edito da Rizzoli.


Chi è Blatty? Beh, è l’uomo che ci ha fatto capire cos’è la paura. Autore del libro e sceneggiatore del film L’esorcista.

Chi non se l’è fatta sotto la prima volta che ha visto quel film? Magari non solo la prima volta!

Avevo 9 o 10 anni ed ero troppo piccola per avere il coraggio di vedere il film ma trovai il coraggio di leggere il libro. Anche quello non aveva molto da invidiare al film, anche perché quest’ultimo ripercorre esattamente ogni situazione del libro (comprese le scene tagliate in cui l’indemoniata scende le scale con il corpo arcuato e deformato dal maligno).

Insomma se c’è una cosa che Blatty sa fare è sicuramente trasmettere forti emozioni. Così quando ho visto il suo nuovo libro sugli scaffali della libreria non ho saputo resistere alla satanica tentazione di farmi spaventare di nuovo da questo autore.

La quarta di copertina ci racconta:

Albania, 1973: un uomo dal fascino oscuro viene arrestato e orribilmente torturato dalla polizia, ma non apre bocca, e riesce inspiegabilmente a fuggire dopo aver ucciso i suoi carcerieri. È una spia straniera, un demone venuto dall’inferno, una sorta di redentore? L’anno dopo, a Gerusalemme, un neurologo dell’ospedale Hadassah, un poliziotto arabo e cristiano, un’agguerrita infermiera si imbattono nelle enigmatiche tracce lasciate da un agente della CIA, Paul Dimiter. Cosa era venuto a fare lì? E perché il suo passaggio è segnato da una scia di guarigioni miracolose e morti oscure? Una spia può essere capace di tanto? A quasi trent’anni dal suo ultimo romanzo, l’autore che ha terrorizzato il mondo con L’esorcista torna finalmente con una storia di vendetta, orrore e compassione, fede e amore, peccato e perdono: un thriller carico di suspense sull’eterno mistero del Bene e del Male.

Beh, credo che sia stato uno dei libri più noiosi che abbia mai letto in vita mia.

La trama spezzettata, i personaggi piatti come fogli di carta, la mancanza di un andamento organico e fluido mi hanno fatto sbadigliare troppe volte.

Bisogna arrivare alle ultime 30 pagine perché le oscure tessere del puzzle vadano più o meno al loro posto. Neanche allora però proveremo il benché minimo accenno di emozione.

Insomma una noia mortale.

Sconsigliato a tutti tranne a chi vuol fare un regalo ad una persona che si detesta.