martedì 12 aprile 2011

Un Papa caro...anzi carissimo!



Io...se fossi Dio manderei per stracci il mio vicario in terra, ma a quanto pare il vicario non è d'accordo.



Da Micromega



Un fremito profondo agita la Chiesa del Nordest, che si appresta ad accogliere la visita pastorale di Benedetto XVI, in programma il 7 e l'8 maggio prossimi (prima tappa ad Aquileia, finale a Venezia). A turbare la comunità è il quadro di eccessi e pretese, che, con la malagrazia di un ospite non gradito, sta anticipando il viaggio del Papa. Inizialmente, a storcere il naso, era stata solo qualche anima candida. Era successo, per esempio, quando, ad inizio febbraio, si era saputo che la sartoria dei pontefici, la «X Regio» di Quarto d'Altino, aveva chiesto al governatore veneto Luca Zaia un contributo di ben 290 mila euro per la confezione delle vesti liturgiche, che saranno utilizzate durante la celebrazione della santa messa conclusiva di Parco San Giuliano, a Mestre. Poi era stata la volta dell'anticipazione sulle modalità di spostamento di Ratzinger, che in Laguna, dove un Papa manca del 1972, anno della storica visita di Paolo VI, si muoverà a bordo di elicotteri, jeep e motovedette. Anche in quel caso, però, ad agitarsi erano stati in pochi. Oggi, tuttavia, il disagio della Chiesa del Triveneto sembra avvertirsi con sempre maggiore evidenza. L'ultimo segnale, in questo senso, arriva da un piccolo centro del Vicentino, Calvene, dove il prete del paese, don Moreno Bagarella, ha deciso di scrivere al settimanale diocesano (la «Difesa del Popolo») per dichiarare la propria indisponibilità a versare la colletta speciale, promossa dai vescovi di Veneto e Friuli, per l'arrivo di Benedetto XVI. «Mi permetto di manifestare il mio dissenso –- ha affermato don Moreno nella sua lettera -– circa l'iniziativa dei vescovi di indire una colletta speciale per l'arrivo del Papa in maggio. Premetto che non metto in dubbio il valore della visita papale, ma vorrei comunicare il disagio dei parrocchiani di fronte al depliant mandatoci dalla curia e accompagnato dalle lettere dei vescovi. Il disagio – ha spiegato il sacerdote – è vedere come un evento così importante viene comunicato con un bollettino postale o con una colletta “consigliata”; cosa che a qualcuno fa subito esclamare: “Ecco un'altra occasione per la Chiesa di chiedere soldi». Don Moreno dunque ha proseguito. «Ma è proprio il caso di fare questa scelta così “sobria e generosa” – si è chiesto il prete – in questo momento in cui le famiglie hanno qualche difficoltà a dare le solite offerte in chiesa? E quale idea di chiesa passiamo ancora una volta alla nostra gente?