venerdì 28 giugno 2013
William Blake - Canti dell'innocenza
Vedere il mondo in un granello di sabbia
E un paradiso in un fiore selvaggio,
Tenere nel palmo della mano l’infinito
E l’eternità in un’ora.
giovedì 27 giugno 2013
Poesia n. 1129 Emily Dickinson
Di’ tutta la verità ma dilla obliqua -
il successo è nel cerchio -
sarebbe troppa luce per la nostra
debole gioia
la superba sorpresa del vero -
Come il lampo è accettato dal bambino
se con dolci parole lo si attenua -
così la verità può gradualmente
illuminare – altrimenti ci accieca -
mercoledì 26 giugno 2013
Little girl blue - Janis Joplin
Sit there, hmm, count your fingers.
What else, what else is there to do ?
Oh and I know how you feel,
I know you feel that you're through.
Oh wah wah ah sit there, hmm, count,
Ah, count your little fingers,
My unhappy oh little girl, little girl blue, yeah.
Oh sit there, oh count those raindrops
Oh, feel 'em falling down, oh honey all around you.
Honey don't you know it's time,
I feel it's time,
Somebody told you 'cause you got to know
That all you ever gonna have to count on
Or gonna wanna lean on
It's gonna feel just like those raindrops do
When they're falling down, honey, all around you.
Oh, I know you're unhappy.
Oh sit there, ah go on, go on
And count your fingers.
I don't know what else, what else
Honey have you got to do.
And I know how you feel,
And I know you ain't got no reason to go on
And I know you feel that you must be through.
Oh honey, go on and sit right back down,
I want you to count, oh count your fingers,
Ah my unhappy, my unlucky
And my little, oh, girl blue.
I know you're unhappy,
Ooh ah, honey I know,
Baby I know just how you feel.
What else, what else is there to do ?
Oh and I know how you feel,
I know you feel that you're through.
Oh wah wah ah sit there, hmm, count,
Ah, count your little fingers,
My unhappy oh little girl, little girl blue, yeah.
Oh sit there, oh count those raindrops
Oh, feel 'em falling down, oh honey all around you.
Honey don't you know it's time,
I feel it's time,
Somebody told you 'cause you got to know
That all you ever gonna have to count on
Or gonna wanna lean on
It's gonna feel just like those raindrops do
When they're falling down, honey, all around you.
Oh, I know you're unhappy.
Oh sit there, ah go on, go on
And count your fingers.
I don't know what else, what else
Honey have you got to do.
And I know how you feel,
And I know you ain't got no reason to go on
And I know you feel that you must be through.
Oh honey, go on and sit right back down,
I want you to count, oh count your fingers,
Ah my unhappy, my unlucky
And my little, oh, girl blue.
I know you're unhappy,
Ooh ah, honey I know,
Baby I know just how you feel.
Siediti lì, hmm, conta le dita.
Cos'altro, cos'altro c'è da fare?
oh e so come ti senti
So che ti senti trafitta.
Oh va a sederti lì, hmm, conta,
Ah, conta le piccole dita,
Il mia infelice oh piccola ragazza triste sì.
Oh siedi lì, oh conta quelle gocce di pioggia
Oh, le senti cadere giù, oh tesoro tutto intorno a te.
Tesoro non si conosce il tempo,
Sento che è tempo,
Qualcuno ti ha detto e tu lo sai
che tutti prima o poi hanno dovuto contare
o si sono adagiati
ci si sente proprio come quelle gocce di pioggia
quando cadono , tesoro, tutto intorno a te
oh so che sei infelice
oh, siediti lì, su, su
e conta le tue dita
non so cos'altro, cos'altro
tesoro, tu possa fare
e so come ti senti
e so che non hai nessuna ragione per andare avanti
e so che ti senti come trafitta
oh tesoro, va a sederti indietro
voglio che conti, che ti conti le dita
Ah mia infelice, mio sfortunata
martedì 25 giugno 2013
In volo - BMS
Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo,
e sfrena il tuo volo dove più ferve l'opera dell'uomo.
Però non ingannarmi con false immagini
ma lascia che io veda la verità
e possa poi toccare il giusto.
Da qui, messere, si domina la valle
ciò che si vede, è.
Ma se l'imago è scarna al vostro occhio
scendiamo a rimirarla da più in basso
e planeremo in un galoppo alato
entro il cratere ove gorgoglia il tempo.
750.000 anni fa l'amore
Già l'acqua inghiotte il sole
ti danza il seno mentre corri a valle
con il tuo branco ai pozzi
le
labbra secche vieni a dissetare
Corpo
steso dai larghi fianchi
nell'ombra
sto, sto qui a vederti
possederti, si possederti... possederti...
Ed
io tengo il respiro
se mi vedessi fuggiresti via
e pianto l'unghie in terra
l'argilla rossa mi nasconde il viso
ma vorrei per un momento stringerti a me
qui
sul mio petto
ma non posso fuggiresti fuggiresti via da me
io
non posso possederti possederti
io non posso fuggiresti
possederti
io non posso...
Anche
per una volta sola.
Se
fossi mia davvero
di gocce d'acqua vestirei il tuo seno
poi sotto i piedi tuoi
veli
di vento e foglie stenderei
Corpo
chiaro dai larghi fianchi
ti
porterei nei verdi campi e danzerei
sotto la luna danzerei con te.
Lo
so la mente vuole
ma il labbro inerte non sa dire niente
si
è fatto scuro il cielo
già ti allontani resta ancora a bere
mia
davvero ah fosse vero
ma chi son io uno scimmione
senza
ragione senza ragione senza ragione
uno scimmione fuggiresti fuggiresti
uno
scimmione uno scimmione senza ragioneVideo
lunedì 24 giugno 2013
LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE (NERO) - AREA
Giocare col mondo
facendolo a pezzi
bambini che il sole
ha ridotto già vecchi.
Non è colpa mia
se la tua realtà
mi costringe a fare
guerra all'omertà, alla città.
Forse così sapremo
quello che vuol dire
affogare nel sangue
tutta l'umanità
gente scolorata
quasi tutta uguale
la mia rabbia legge
sopra i quotidiani.
Leggi nella storia
tutto il mio dolore
vedi la mia gente
che non vuol morir(e)
Quando guardi il mondo
senza aver problemi
cerca nelle cose
l'essenzialità.
Non è colpa mia
se la tua realtà
mi costringe a fare
guerra all'Umanità.
Qui su youtube
venerdì 21 giugno 2013
Area - Gioia e rivoluzione
Canto
per te che mi vieni a sentire
suono
per te che non mi vuoi capire
rido
per te che non sai sognare
suono
per te che non mi vuoi capire
Nei
tuoi occhi c'è una luce
che
riscalda la mia mente
con il
suono delle dita
si
combatte una battaglia
che ci
porta sulle strade
della
gente che sa amare
che ci
porta sulle strade
della
gente che sa amare
Il mio
mitra è un contrabbasso
che ti
spara sulla faccia
che ti
spara sulla faccia
ciò
che penso della vita
con il
suono delle dita si combatte una battaglia
che ci
porta sulle strade
della gente che sa amare
giovedì 20 giugno 2013
La filosofia di Nikola Tesla
La scienza non è nient'altro che una perversione se non
ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità.
martedì 18 giugno 2013
bolzaneto: la Cassazione conferma le condanne
Da L'Internazionale:
La quinta sezione penale della cassazione ha confermato le sette condanne per le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova nel 2001.
Sette persone, sia poliziotti sia medici, sono state condannate. Quattro persone sono state assolte. E per 33 imputati il reato è andato in prescrizione.
La corte ha anche ridotto i risarcimenti nei confronti dei no global che hanno subìto le violenze nel luglio del 2001, che si erano costituiti parte civile. Alcuni risarcimenti dovranno essere valutati da un tribunale civile.
Il 5 marzo del 2010 la corte d’appello di Genova aveva condannato sette dei 44 imputati nel processo per le violenze a Bolzaneto.
Qui trovate l'intero articolo
lunedì 17 giugno 2013
venerdì 14 giugno 2013
GIUSEPPE UVA, A CINQUE ANNI DALLA SUA MORTE
Da Amnesty international
Il 14 giugno 2013 saranno trascorsi cinque anni dalla morte di Giuseppe Uva, un uomo di 43 anni fermato alle 3 del mattino del 14 giugno 2008 a Varese. Insieme a un amico, Alberto Biggiogero, Giuseppe Uva venne portato in una caserma dei Carabinieri, da cui parti’ una richiesta di trattamento sanitario obbligatorio (Tso) a seguito della quale venne trasportato al pronto soccorso alle prime luci dell’alba. Successivamente, fu trasferito al reparto psichiatrico dell'ospedale di Varese, dove trascorse le ultime ore prima della morte, avvenuta nella mattinata.
A cinque anni dalla morte di Giuseppe Uva, Amnesty International Italia rileva quanto l’accertamento della verita’ sia ancora lontano.
Sulla morte di Giuseppe Uva sono stati aperti due procedimenti nei confronti del personale medico delle strutture presso le quali l’uomo venne trasferito, chiusi in primo grado con l’assoluzione degli imputati. Sull’intera vicenda rischia di cadere la prescrizione, in data 16 giugno 2014.
Il giudice di I grado ha rilevato la lacunosita’ dell’ipotesi accusatoria formulata dal pubblico ministero verso il personale medico, notando che essa poggiava ‘su basi talmente fragili da rendere francamente impossibile un qualsivoglia fondato giudizio sul merito dell’accusa (…)’, lasciando invece ‘oscure le ragioni per le quali un soggetto di soli 43 anni (…) potesse essere giunto a morte a poche ore di distanza dal ‘trattenimento’ operato nei suoi confronti dalle forze dell’ordine’.
Di fronte al mancato approfondimento, in fase di indagine, di quanto accaduto nel periodo trascorso tra l'intervento dei Carabinieri e l'ingresso di Giuseppe Uva al pronto soccorso, Amnesty International Italia esprime preoccupazione che le indagini portate avanti finora non siano conformi agli obblighi di efficacia, indipendenza, tempestivita’ e completezza che gli standard internazionali impongono agli stati, a fronte del decesso di una persona che si e’ trovata nelle mani delle forze di polizia.
Al contempo, l’organizzazione per i diritti umani rileva la costante stigmatizzazione nei confronti dei familiari di Giuseppe Uva, la cui sorella Lucia e’ stata querelata per diffamazione e risulta per questo indagata dalla stessa procura che ha la titolarita’ delle indagini sula morte di suo fratello.
Le vicende processuali del caso di Giuseppe Uva costituiscono per Amnesty International Italia un ulteriore segnale che e’ urgente, necessario e non piu’ differibile che il paese si doti di strumenti adeguati a prevenire morti in custodia, maltrattamenti e tortura da parte delle forze di polizia e ad investigarli in maniera efficace: tra questi, il reato di tortura e un meccanismo di prevenzione indipendente come richiesto dai trattati internazionali a cui l’Italia ha aderito e, in particolare, dal Protocollo opzionale alla Convenzione Onu contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti, ratificato dall’Italia nel 2013, come richiesto per anni da Amnesty International nei suoi appelli alle istituzioni italiane.
Le richieste dei provvedimenti legislativi e delle misure necessarie a prevenire l’impunita’ delle forze di polizia fanno parte dell’Agenda in 10 punti che Amnesty International ha sottoposto in vista delle ultime elezioni politiche a tutti i candidati e ai leader delle forze politiche in lizza, lanciando la campagna ‘Ricordati che devi rispondere’.
L’Agenda e’ stata sottoscritta da 440 candidati, di cui 117 sono stati poi eletti al parlamento.
Amnesty International Italia chiede il rispetto degli impegni presi da parte dei singoli parlamentari, nonche’ di tutti i leader che compongono il governo cosiddetto di larghe intese (Pd, Pdl, Scelta Civica, Partito radicale) in merito ai 10 punti della sua Agenda. L’organizzazione per i diritti umani sottolinea, in particolare, che tutti i leader delle forze politiche e dei partiti rappresentati nel governo si sono impegnati per l’introduzione di misure che garantiscano la trasparenza dell’operato delle forze di polizia e per l’introduzione del reato di tortura (punto 1 dell’Agenda) e si aspetta dunque che questo impegno sia mantenuto.
Il 14 giugno 2013 saranno trascorsi cinque anni dalla morte di Giuseppe Uva, un uomo di 43 anni fermato alle 3 del mattino del 14 giugno 2008 a Varese. Insieme a un amico, Alberto Biggiogero, Giuseppe Uva venne portato in una caserma dei Carabinieri, da cui parti’ una richiesta di trattamento sanitario obbligatorio (Tso) a seguito della quale venne trasportato al pronto soccorso alle prime luci dell’alba. Successivamente, fu trasferito al reparto psichiatrico dell'ospedale di Varese, dove trascorse le ultime ore prima della morte, avvenuta nella mattinata.
A cinque anni dalla morte di Giuseppe Uva, Amnesty International Italia rileva quanto l’accertamento della verita’ sia ancora lontano.
Sulla morte di Giuseppe Uva sono stati aperti due procedimenti nei confronti del personale medico delle strutture presso le quali l’uomo venne trasferito, chiusi in primo grado con l’assoluzione degli imputati. Sull’intera vicenda rischia di cadere la prescrizione, in data 16 giugno 2014.
Il giudice di I grado ha rilevato la lacunosita’ dell’ipotesi accusatoria formulata dal pubblico ministero verso il personale medico, notando che essa poggiava ‘su basi talmente fragili da rendere francamente impossibile un qualsivoglia fondato giudizio sul merito dell’accusa (…)’, lasciando invece ‘oscure le ragioni per le quali un soggetto di soli 43 anni (…) potesse essere giunto a morte a poche ore di distanza dal ‘trattenimento’ operato nei suoi confronti dalle forze dell’ordine’.
Di fronte al mancato approfondimento, in fase di indagine, di quanto accaduto nel periodo trascorso tra l'intervento dei Carabinieri e l'ingresso di Giuseppe Uva al pronto soccorso, Amnesty International Italia esprime preoccupazione che le indagini portate avanti finora non siano conformi agli obblighi di efficacia, indipendenza, tempestivita’ e completezza che gli standard internazionali impongono agli stati, a fronte del decesso di una persona che si e’ trovata nelle mani delle forze di polizia.
Al contempo, l’organizzazione per i diritti umani rileva la costante stigmatizzazione nei confronti dei familiari di Giuseppe Uva, la cui sorella Lucia e’ stata querelata per diffamazione e risulta per questo indagata dalla stessa procura che ha la titolarita’ delle indagini sula morte di suo fratello.
Le vicende processuali del caso di Giuseppe Uva costituiscono per Amnesty International Italia un ulteriore segnale che e’ urgente, necessario e non piu’ differibile che il paese si doti di strumenti adeguati a prevenire morti in custodia, maltrattamenti e tortura da parte delle forze di polizia e ad investigarli in maniera efficace: tra questi, il reato di tortura e un meccanismo di prevenzione indipendente come richiesto dai trattati internazionali a cui l’Italia ha aderito e, in particolare, dal Protocollo opzionale alla Convenzione Onu contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti, ratificato dall’Italia nel 2013, come richiesto per anni da Amnesty International nei suoi appelli alle istituzioni italiane.
Le richieste dei provvedimenti legislativi e delle misure necessarie a prevenire l’impunita’ delle forze di polizia fanno parte dell’Agenda in 10 punti che Amnesty International ha sottoposto in vista delle ultime elezioni politiche a tutti i candidati e ai leader delle forze politiche in lizza, lanciando la campagna ‘Ricordati che devi rispondere’.
L’Agenda e’ stata sottoscritta da 440 candidati, di cui 117 sono stati poi eletti al parlamento.
Amnesty International Italia chiede il rispetto degli impegni presi da parte dei singoli parlamentari, nonche’ di tutti i leader che compongono il governo cosiddetto di larghe intese (Pd, Pdl, Scelta Civica, Partito radicale) in merito ai 10 punti della sua Agenda. L’organizzazione per i diritti umani sottolinea, in particolare, che tutti i leader delle forze politiche e dei partiti rappresentati nel governo si sono impegnati per l’introduzione di misure che garantiscano la trasparenza dell’operato delle forze di polizia e per l’introduzione del reato di tortura (punto 1 dell’Agenda) e si aspetta dunque che questo impegno sia mantenuto.
venerdì 7 giugno 2013
Progetto PRISM
Da Internazionale
Un estratto del documento che descrive il progetto Prism. (The Guardian)
La National security agency ha ottenuto l’accesso diretto ai dati degli
utenti di Google, Facebook, Apple e altre aziende tecnologiche statunitensi per
controllare le conversazioni all’estero. Lo rivelano il
Guardian e il
Washington Post, che sono entrati in possesso di un documento riservato
dell’agenzia di sicurezza nazionale datato aprile 2013.L’accesso ai dati da parte della Nsa rientra in un programma per la sicurezza nazionale chiamato Prism, che permette alle autorità di accedere direttamente ai server di alcune delle maggiori aziende tecnologiche del paese. La raccolta delle informazioni è cominciata nel dicembre del 2007.
L’agenzia ha messo sotto controllo diverse attività degli utenti stranieri: ricerche online, foto, email, trasferimento di file, videochat e scambi di messaggi di testo.
Le nove aziende coinvolte nel progetto Prism, stando al documento, sono: Aol, Apple, Facebook, Google, Microsoft, PalTalk, Skype e Yahoo. Anche Dropbox sarebbe dovuta entrare a far parte di questo gruppo di aziende.
Dopo la pubblicazione delle inchieste, Google ha diffuso un comunicato per spiegare la sua posizione. “Google si preoccupa seriamente della sicurezza dei dati degli utenti. Forniamo dati ai governi in conformità con la legge e rivediamo con grande attenzione tutte le richieste che ci vengono fatte. Di tanto in tanto qualcuno avanza la supposizione che abbiamo creato una back door, una porta di servizio per consentire al governo l’accesso ai nostri sistemi, ma Google non ha una back door attraverso cui il governo possa accedere ai dati privati degli utenti”, ha dichiarato l’azienda.
Un portavoce della Apple ha dichiarato che l’azienda non era a conoscenza dell’esistenza di Prism, mentre Facebook ha dichiarato che di solito non fornisce i suoi dati alle organizzazioni governative senza autorizzazione.
La Microsoft è stata la prima azienda coinvolta, nel 2007, seguita da Yahoo nel 2008. Facebook e PalTalk sono entrate nel 2009, mentre la Apple nel 2012, come mostra una delle slide del documento riservato.
Scrive Quartz: “C’è un nome che manca tra le grandi aziende che hanno partecipato al progetto Prism: Twitter. La startup fondata sette anni fa è molto rispettata per il modo in cui difende la privacy dei suoi utenti”.
Secondo le stime del Guardian, più di 77mila documenti di intelligence
contengono informazioni ottenute attraverso Prism tra il 2007 e oggi.
L’accesso della Nsa ai dati degli utenti, fa notare il Guardian, è stato
possibile grazie ad alcune modifiche alla legge sulla sorveglianza del 1978, il
Foreign
intelligence surveillance act, reintrodotta dal presidente Bush dopo l’11
settembre e rinnovata da Barack Obama nel dicembre 2012. La legge regola la
raccolta di informazioni di intelligence fuori dal paese.Le aziende statunitensi sono obbligate legalmente a dare le informazioni degli utenti alle agenzie di sicurezza, ma il programma Prism va oltre, perché permette un accesso diretto ai loro server. Quindi le informazioni di chi naviga in rete possono essere ottenute senza dover chiedere l’autorizzazione a un tribunale, e neanche agli stessi fornitori dei contenuti.
Nella presentazione di Prism il progetto è descritto come un modo per controllare le attività terroristiche fuori dagli Stati Uniti, ma secondo molte organizzazioni per i diritti civili si tratta in realtà di una grave violazione della privacy degli utenti. Nel dicembre del 2012, alcuni senatori statunitensi avevano contestato proprio per questo motivo la scelta di promulgare la legge Fisa.
La rivelazione arriva a un giorno di distanza da quella
sul controllo
dei tabulati telefonici di milioni di cittadini statunitensi, in cui è
coinvolta l’azienda di telecomunicazioni Verizon.
Iscriviti a:
Post (Atom)