Era il 14 agosto del 2002 quando mi
chiamarono Mara e Maria per dirmi che accanto ad un cassonetto sotto
casa loro c'era una scatola con dei gattini. Quando andai a
recuperarli vidi tre batuffoli di un paio di settimane ammucchiati
uno sull'altro.
Uno di loro, quello nero, sarebbe diventato Elvis, il re della casa.
Uno di loro, quello nero, sarebbe diventato Elvis, il re della casa.
Elvis era un bulletto, anche se i primi
mesi si beccò un sacco di botte dalle due sorelline ancora più
bulle di lui. I primi tempi non camminava sul pavimento, ci nuotava
sopra. Piccolo, rachitico e anche un po' bruttarello. Chi
avrebbe immaginato che sarebbe diventato una pantera?
Sistemate le sorelle e introdotto nella
famiglia di altri gatti che avevamo, si è subito distinto per essere
un grandissimo scassaminchia. Tormentava gli altri felini, ormai
adulti, che dopo un po' scappavano via. Tutti tranne la Zozzetta,
vecchia matrona di strada, che dopo una vita sul marciapiede aveva
tirato i remi in barca a casa nostra. La Zozzetta lo accudiva, lo
metteva in riga e lui la rispettava.
Elvis aveva l'argento vivo nelle vene.
Prendeva la rincorsa dal salotto e in derapata curvava verso il
corridoio camminando sul muro per poi correre verso le altre stanze
alla conquista del mondo. Ancora oggi, con la luce giusta, si possono
vedere le sue improntine.
Era un tipo arrogante, giocava tirando
fuori le unghie e non disdegnava di dare qualche morso in amicizia.
Era uno zingaro, non aveva un posto preferito e dormiva da solo, dove
capitava. La sua terra era il mondo intero. Anche la sorda, gatta
sociopatica per antonomasia, doveva abbozzare se lui decideva di
dormire accanto a lei sulla brandina.
Ha sempre fatto il bello e il cattivo
tempo dentro casa.
Un giorno mia sorella portò la sua cagnetta Minnie in visita da noi. La Zozzetta, non gradendo l'iniziativa, decise di darle una lezione. Ai primi guaiti di una spaventatissima Minnie accorse Elvis che senza pensarci un attimo cominciò a picchiare la cagnetta come meglio poteva. La scena era ridicola e inquietante. Mia sorella che teneva Minnie sopra la sua testa tipo re Leone. La Zozzetta già si era defilata per evitare sgridate e rappresaglie mentre Elvis, non avendo più il cane tra le zampe, picchiava mia sorella sui piedi tanto per farle capire chi comandava.
Un giorno mia sorella portò la sua cagnetta Minnie in visita da noi. La Zozzetta, non gradendo l'iniziativa, decise di darle una lezione. Ai primi guaiti di una spaventatissima Minnie accorse Elvis che senza pensarci un attimo cominciò a picchiare la cagnetta come meglio poteva. La scena era ridicola e inquietante. Mia sorella che teneva Minnie sopra la sua testa tipo re Leone. La Zozzetta già si era defilata per evitare sgridate e rappresaglie mentre Elvis, non avendo più il cane tra le zampe, picchiava mia sorella sui piedi tanto per farle capire chi comandava.
Un giorno decisi di fargli una flebo
sottocutanea di fisiologica. Aveva circa 12 anni e pensai che potesse
giovargli visto che cominciava a zoppicare per l'artrosi e
aveva il pelo un po' opaco.
Con la siringa piena e l'ago a farfalla montato sorpresi Elvis nel sonno. Tenendolo per la collottola infilai l'ago senza che se ne accorgesse e guardai la siringa per un secondo per valutare quanto premere. Fu un attimo rigirarsi e vedere Elvis sull'altro capo del letto che mi guardava incuriosito mentre io facevo la flebo al nulla. Guardai la mano che avrebbe dovuto reggere la collottola. Vuota. Guardai la siringa che spisciolava fisiologica sul letto mentre Elvis si leccava una zampa per nulla preoccupato mentre mi osservava con quell'aria spocchiosa di cui solo un gatto è capace.
Con la siringa piena e l'ago a farfalla montato sorpresi Elvis nel sonno. Tenendolo per la collottola infilai l'ago senza che se ne accorgesse e guardai la siringa per un secondo per valutare quanto premere. Fu un attimo rigirarsi e vedere Elvis sull'altro capo del letto che mi guardava incuriosito mentre io facevo la flebo al nulla. Guardai la mano che avrebbe dovuto reggere la collottola. Vuota. Guardai la siringa che spisciolava fisiologica sul letto mentre Elvis si leccava una zampa per nulla preoccupato mentre mi osservava con quell'aria spocchiosa di cui solo un gatto è capace.
Lunedì 14 Elvis se n'è andato, dopo
17 anni spesi a comandare tutti noi, umani e felini.
Elvis. Chiamato così perchè due
giorni dopo il suo ingresso a casa nostra sarebbe stato l'anniversario della
morte del re del rock.
Elvis che ha vissuto la sua vita al massimo. Sempre