lunedì 14 febbraio 2011

The dome di Stephen King


Immagina un formicaio e una lente di ingrandimento. Immagina un raggio di sole attraverso la lente. E immagina di essere la formica, mentre un bambino crudele maneggia la lente…

Questo è scritto sul retro della copertina di The Dome di Stephen King, ideata dallo stesso King


Girando in giro trovo qualche informazione che riassume la nota al lettore scritta dal Re a fine libro.

La storia, del tutto originale, ha il suo nucleo ispiratore in un romanzo incompiuto, The Cannibals, che l'autore cercò di realizzare per ben due volte, tra gli anni Settanta e Ottanta, e che poi abbandonò nel cassetto. Il racconto nasceva da un'idea semplice ma di grande effetto: cosa accade quando una comunità viene improvvisamente isolata e tagliata fuori dal mondo a cui appartiene? King ha iniziato a lavorare a questo libro nel 1976. Il primo manoscritto, di circa 70 pagine andò perduto. Qualche anno dopo, si rimise al lavoro sul progetto, ma il risultato lo scontentò al punto da scagliare le pagine contro un muro. Fu la moglie Tabitha (come aveva fatto con Carrie) a recuperare tutto e metterlo in un cassetto

Ecco la quarta di copertina:

È una tiepida mattina d'autunno a Chester's Mill, nel Maine, una mattina come tante altre. All'improvviso, una specie di cilindro trasparente cala sulla cittadina, tranciando in due tutto quello che si trova lungo il suo perimetro: cose, animali, persone. Come se dal cielo fosse scesa la lama di una ghigliottina invisibile. Gli aerei si schiantano contro la misteriosa, impenetrabile lastra di vetro ed esplodono in mille pezzi, l'intera area - con i suoi duemila abitanti - resta intrappolata all'interno, isolata dal resto del mondo. L'ex marine Dale Barbara, soprannominato Barbie, fa parte dell'intrepido gruppo di cittadini che vuole trovare una via di scampo prima che quella cosa che hanno chiamato la Cupola faccia fare a tutti loro una morte orribile. Al suo fianco, la proprietaria del giornale locale, un paramedico, una consigliera comunale e tre ragazzi coraggiosi. Nessuno all'esterno può aiutarli, la barriera è inaccessibile. Ma un'altra separazione, altrettanto invisibile e letale, si insinua come un gas velenoso nel microcosmo che la Cupola ha isolato: quella fra gli onesti e i malvagi. Tutti loro, buoni e cattivi, dovranno fare i conti con la Cupola stessa, un incubo da cui sembra impossibile salvarsi. Ormai il tempo rimasto è poco, anzi sta proprio finendo, come l'aria...

Leggendolo è impossibile non fare il confronto con L’ombra dello scorpione…ed è anche impossibile che da questo confronto The dome ne esca vittorioso.

Sarà che L’ombra dello scorpione è il primo libro del Re che io abbia letto ma non penso si tratti solo della sindrome del primo amore. Mi ha ricordato anche un po’ Tommyknockers dato che anche lì gli abitanti del paesino generano volutamente uno scudo invalicabile che li mantenga isolati per poter lavorare al dissotterramento dell’astronave che domina le loro menti.

Nonostante la lunghezza eccessiva del romanzo e la tendenza del nostro scrittore preferito a divagare un po’ troppo, non riuscivo a smettere di leggere…anche solo per scoprire come se la sarebbero cavata i vari personaggi costretti in una prigione invisibile, eretta da qualcosa o qualcuno che non sembra minimamente preoccuparsi delle conseguenze della propria azione.

Incredibilmente attuale il personaggio di Big Jim Rennie, politico locale corrotto e onnipotente che non vuole fare un passo indietro, come gli viene chiesto da più persone dentro a fuori la cupola invisibile.

Non sarà il miglior romanzo del nostro Re preferito ma si fa leggere con discreto piacere.