mercoledì 3 dicembre 2014

Pijamose Roma! Il Nero l'ha fatto - Romanzo criminale


In Romanzo criminale serie tv il Nero aveva il suo fascino.
risultava un ragazzo spietato con un suo codice di comportamento se non proprio d'onore.




Nella realtà storica Massimo Carminati veniva definito da Giuseppucci alias Libanese come 'un bravo ragazzo'.
 
Da La Repubblica di oggi ecco il suo excursus: 
"La storia di Massimo Carminati, 56 anni, milanese di nascita ma romano di adozione, si sviluppa proprio in quel periodo. Giovane, silenzioso, discreto, immerso nella piccola borghesia dell'epoca, frequenta subito gli ambienti dell'estrema destra e dopo aver militato in organizzazioni come il Fuan e Avanguardia nazionale, aderisce in pieno ai Nar, i Nuclei armati rivoluzionari: la banda più decisa politicamente e più efficace da un punto di vista militare della galassia terroristica fascista. Stringe subito amicizia con i suoi compagni di liceo, l'Istituto paritario Federico Tozzi del quartiere di Monteverde: Alessandro Alibrandi, figlio di un noto giudice della Capitale, Franco Anselmi, ex missino e fondatore dei Nar, e Valerio Fioravanti, promettente attore poi condannato in via definitiva per la strage alla stazione di Bologna (2 agosto del 1980, 85 morti e 218 feriti) assieme alla sua compagna Francesca Mambro.

Un gruppo compatto, immerso nella militanza attiva, già disposto a tutto. A colpire, uccidere, morire. Hanno un loro punto di ritrovo, come succedeva spesso all'epoca. Non c'erano internet e i cellulari; per vedersi bisognava uscire di casa e incontrarsi in un posto che si presidiava stabilmente. Una piazza, un incrocio, un bar. La base di Carminati e dei suoi amici era il "Fungo": una torre alta e moderna nel quartiere Eur sulla cui cima spicca un ristorante che domina la città. All'epoca era noto per essere un ritrovo di neofascisti. Faceva parte di quei tanti luoghi che trasformavano Roma, come molte città, in un territorio a macchia di leopardo: alcune presidiate dai ragazzi di sinistra, altre da quelli di destra. A metà degli anni '70, il Fungo era anche frequentato dagli elementi di quella che sarebbe diventata una delle bande più potenti a Roma e in Italia: la Banda della Magliana.

Fu in questo luogo che Massimo Carminati iniziò il suo doppio percorso della militanza neofascista e della malavita organizzata. Ricorda Daniele Bianchessi nel suo libro "Un attimo... vent'anni": "Pur partecipando solo marginalmente a scontri e sparatorie della miniguerra che ha insanguinato la Capitale intorno al 1977 fra estremisti di destra e di sinistra, Carminati gode di grandissimo prestigio. Probabilmente perché è la persona dell'ambiente di destra maggiormente legata già allora alla malavita romana, alla nascente Banda della Magliana".

Valerio Fioravanti lo stima. Per il suo profilo criminale, per le conoscenze che aveva accumulato nel corso degli anni, per la sua dimestichezza con gli ordigni esplosivi e per la disponibilità di armi che vantava. Tutti elementi che lo rendevano un militante perfetto per gli obiettivi che i Nar si prefiggevano. Il gruppo compie la prima delle tante rapine per autofinanziarsi. I traveller cheques trafugati nel caveau della Chase Manhattan bank dell'Eur vengono affidati a Franco Giuseppucci, boss della Banda della Magliana, che provvederà a riciclarli.

I legami tra neofascisti e criminalità emergente della Capitale diventano sempre più stretti. Non c'è solo il denaro rubato da ripulire. Ci sono le armi che servono per gli agguati contro i nemici politici e gestite dalla malavita. Alcune, poi ritrovate in un garage nei sotterranei del ministero della Sanità a Roma, trasformato nella Santabarbara della destra terroristica, saranno rinvenute sul treno Taranto-Milano: solo dopo si scoprirà che si trattava di un tentativo di depistaggio dalle indagini sulla strage di Bologna. Depistaggio portato avanti da due altissimi esponenti dei nostri Servizi segreti, da tempo deviati dai loro compiti costituzionali, e nel quale fu coinvolto lo stesso Carminati, poi assolto nel processo d'appello.

Non sarà l'unica assoluzione per il mercenario dei Nar. Chiamato il "guercio" per una brutta ferita all'occhio sinistro provocata da un colpo di pistola esploso dai carabinieri nel tentativo di catturarlo, Massimo Carminati è sempre uscito indenne dai tanti processi che lo accusavano di reati pesantissimi. Nonostante molti pentiti lo abbiano indicato tra gli autori di attentati e agguati mortali, su di lui la magistratura non è mai riuscita a trovare prove in grado di inchiodarlo.

Così è accaduto per l'episodio più oscuro di quella stagione: l'omicidio di Mino Pecorelli, direttore del settimanale
Op Osservatorio Propaganda, iscritto alla P2 e legato ai Servizi segreti. Assassinato con tre colpi di pistola a Roma la sera del 20 marzo del 1979, il giornalista, famoso per i suoi ricatti che lanciava attraverso le pagine della rivista, si è portato nella tomba i tanti segreti che custodiva. Aveva appena stampato l'ultimo numero con un titolo eloquente, quello che anticipava lo scandalo delle tangenti ai partiti: "Gli assegni del Presidente". Secondo Antonio Mancini, pentito della Banda della Magliana, "fu Massimo Carminati a sparare assieme a Angiolino il Biondo, Michelangelo La Barbera, un killer di Cosa Nostra. Il delitto era servito alla banda per favorire la crescita del gruppo, favorendo entrature negli ambienti giudiziari e finanziari romani, ossia negli ambienti che detenevano il potere". L'assassinio di Pecorelli era un favore a Cosa nostra. Il cemento che avrebbe sancito l'alleanza con i clan di Palermo.

Solo nel 1998, dopo una grande operazione della polizia, grazie alle rivelazioni di numerosi pentiti dalle Magliana, Carminati fu condannato in secondo grado a 10 anni di reclusione. Del "guercio" non si è più sentito parlare. L'ex militante dei Nar, affiliato a pieno titolo nella banda più aggressiva e pericolosa della Capitale, emigra all'estero. Probabilmente in Giappone, terra di rifugio per molti terroristi neri latitanti. Poi, con la stessa discrezione e cautela di sempre, rientra nella Città Eterna e inizia a tessere le vecchie amicizie. Grazie anche alla conquista del Comune di Roma da parte della destra di Gianni Alemanno al quale la destra omicida di un tempo presenta il conto. Chiede favori e li ottiene. Con incarichi, prebende, assunzioni. Il nuovo sindaco si circonda dei personaggi che aveva conosciuto e di cui si era sempre circondato. Gli ideali sono gli stessi ma i tempi sono cambiati. Basta pistole, attentati, pistole e agguati. Ora girano tutti in doppio petto: è il momento degli affari. Miliardi da incassare subito e in modo facile.

Carminati conquista spazi e territori. Impone la sua autorità rimasta intatta, gestisce i traffici di cocaina che aveva invaso i quartieri bene

della Capitale, i prestiti a strozzo, l'assegnazione dei grandi appalti pubblici. Trovando il giusto equilibrio tra i nuovi gruppi criminali che si erano fatti largo nel deserto lasciato dalla ormai dissolta Banda della Magliana e i clan siciliani e calabresi sempre più attivi a Roma grazie ai loro referenti politici. Una spartizione perfetta. Scandita da una pace che ha consentito, fino a ieri, la gestione del più grande business affaristico politico-criminale del nuovo secolo."

lunedì 6 ottobre 2014

Il Terrano



La mia passione per l'ufologia non appare spesso su questo blog. Qualcuno storcerà il naso sentendo parlare di questo argomento e non posso dar torto a chi lo fa, visto che il panorama che si apre agli occhi di chi non è interessato all'argomento è una desolante carrellata di pazzi maniaci e spostati che dicono di parlare con questo o quel venusiano che gli ha detto un sacco di cose le quali però non possono essere riferite al mondo perchè ancora non è pronto. Poi ci sono i disadattati che descrivono gli alieni come esseri fatti solo di luce e spiritualità che parlano ai nostri cuori ma noi non li possiamo sentire perchè non abbiamo ancora raggiunto la pace interiore che aprirebbe quel canale di comunicazione. La lista purtroppo è lunga. Voglio rassicurarvi: io non parlo con nessun essere di luce e non sento le voci interiori. Ho visto qualcosa nel cielo che ancora non sono riuscita a spiegare e ho letto dei tanti avvistamenti inspiegabili che mi fanno pensare che non siamo soli nell’universo ma che forse qualcuno che non è del nostro pianeta ci ha osservati e forse ancora ci osserva.
 Stephen Hawking tempo fa ha detto che non dovremmo essere ansiosi di avere un contatto con una specie aliena poiché, nel caso il contatto avvenisse, sarebbe certamente con una civiltà tecnologicamente molto superiore alla nostra; citando poi l’invasione del continente americano da parte degli europei ci ha prospettato come finirebbe questo incontro extraplanetario: la fine della nostra civiltà e l’acculturazione forzata o l’estinzione della specie. Non posso non concordare col nostro amico Stephen: la scoperta dell’America ha provocato circa 80 milioni di morti tra uccisioni e malattie importate. Saremmo fottuti.
Ora però immaginiamo che, come nella serie Star Trek, una civiltà aliena benevola e ansiosa di condividere il proprio bagaglio culturale decida di preparare il primo contatto. Per prima cosa il capitano dell’astronave  nascosta dietro la faccia buia della luna manderebbe sul nostro pianeta una squadra di tecnici specializzati in varie discipline a studiare la situazione: scienziati farebbero stage in vari laboratori universitari, antropologi si inserirebbero nella società civile assumendo incarichi di vario genere per imparare usi e costumi, valori e credenze religiose; tutto questo per non commettere errori al momento del contatto palese. Diciamo che uno di questi antropologi venga inviato nella libreria dove lavoro ad assistermi nel mese di ottobre, quando comincia l’anno accademico e i nuovi iscritti (le matricole) vengono per la prima volta a comprare i testi d’esame. Il nostro alieno ci chiamerebbe probabilmente Terrani (come su Venere ci sono i venusiani e su Marte i marziani).
Vi racconterò il primo contatto con un Terrano (a parte quello con me visto che mi da una mano in libreria).
Il Terrano in questione entra e chiede all’alieno due libri. L’alieno gli spiega che quei due titoli che chiede sono appena finiti ma torneranno proprio domani quindi se vuole li può prenotare lasciando due acconti. Il Terrano ci sta. Non è il primo a prenotare quei due libri; c’è una lista bella lunga. L’alieno segna il cognome del Terrano su due liste separate, una per ogni titolo che vuole prenotare. Il Terrano deve lasciare due acconti: uno di 10 euro per il libro più costoso e una di 5 euro per quello più economico. L’alieno batte due scontrini separati, uno per ogni acconto e il Terrano se va soddisfatto coi suoi due scontrini da 5 e da 10. L’alieno è molto ottimista: ha fatto un buon lavoro ed è riuscito a spiegarsi bene sotto la mia supervisione (non sono mai dovuta intervenire il ragazzo ci sa fare!). Il giorno dopo ci arriva solo uno dei due libri, l’altro è in ritardo di consegna ma il Terrano non lo sa e arriva fiducioso di ritirare i suoi libri.

Terrano: buongiorno sono venuto a prendere i libri di ieri
(L’alieno ieri ha visto e parlato con almeno 100 studenti e non ricorda quel Terrano in particolare … neanche io a dir la verità)

Alieno: Buongiorno quali erano i libri?

Terrano: i libri che ho prenotato ieri!

L’alieno resta un attimo interdetto: ieri ha parlato con metà del pianeta in libreria, ha preso prenotazioni per almeno 5 titoli diversi e comincia a pensare che forse non è adatto all’incarico. Questi Terrani si ricordano tutto e lui no. Forse sono molto più evoluti di lui; magari hanno un sistema neurale espanso e riescono ad accedere a tutti gli engrammi di memoria, anche a quelli più remoti! Si tranquillizza solo quando intervengo personalmente cercando di spiegare al Terrano che ieri abbiamo parlato con decine di persone e preso altrettante prenotazioni: non ricordiamo quali sono i libri che aveva prenotato. Quali libri aveva ordinato?
 Il Terrano sbianca e tira fuori gli scontrini dicendo ci ha dato 15 euro. L’alieno è stato scaltro perché dietro agli scontrini ha scritto quali sono i titoli per cui ha lasciato l’acconto. La faccia è salva! Tutto sotto controllo. Prende la lista e una copia dell’unico titolo arrivato. Spiega al Terrano che per il momento può ritirare solo uno dei due perché l’altro ancora non c’è. Restituisce al Terrano lo scontrino da 5 euro e scala dal prezzo del libro i 10 euro della prenotazione. Gli comunica quanto deve pagare e batte lo scontrino.
 Il Terrano è immobile, guarda l’alieno proprio come fosse un alieno. L’alieno per un attimo si sente scoperto: forse la chirurgia facciale per assomigliarci non è stata accurata e il Terrano se n’è accorto! L’addestramento che ha dovuto affrontare per questa missione è stato duro e produce i suoi frutti: non cede al panico e comunica nuovamente al Terrano l’importo che ancora deve per poter ritirare il libro.

Terrano:  Io ieri ho dato 15 euro però

Alieno: si 5 erano per il libro che ancora non è arrivato e 10 erano per questo libro che ora stai ritirando.
Terrano: no io ieri ho dato 15 euro

Alieno: ?! si ma erano per due libri diversi. Uno lo stai ritirando ora ed è quello per cui mi hai lasciato 10 euro. Gli altri 5 euro li hai dati per il libro che deve ancora venire quindi ti restituisco lo scontrino di quella prenotazione in attesa che riceviamo il libro ritardatario.

Il Terrano resta un lungo momento in silenzio. L’alieno è abituato a vedere quell’espressione perché sull’astronave c’è un androide che ogni tanto fa dei cicli di autodiagnostica e resta in silenzio guardando il vuoto anche per delle ore. Solo che quello di fronte a lui non è un androide è un Terrano del cazzo e a lui questa specie comincia ad andare sui coglioni trilobati che ha dietro la schiena.

Terrano:  io ieri ho dato 15 euro perché adesso mi togliete solo 10 euro dal prezzo del libro?
Intervengo anch’io cercando supportare il mio collaboratore e spiegando per l’ennesima volta la situazione. In due (io e l’alieno) forse riusciamo a comunicargli qualcosa per via telepatica perché all’improvviso il Terrano realizza la situazione e capisce quello che l’alieno stava cercando di spiegargli. L’alieno era ormai a un passo dal bestemmiare in klingon ma non ce n’è stato bisogno.
Chiude l’estenuante trattativa col Terrano e mi dice che deve andare un attimo in bagno. Si chiude dentro e attiva il suo comunicatore con l’astronave madre.

Alieno: qui XZKY
Astronave madre: ti sentiamo XZKY

Alieno: teletrasporto per uno. Chiedo il permesso di salire a bordo

Astronave madre: ti abbiamo agganciato resta in posizione. Stai abbandonando la missione?  Hai un rapporto da presentare prima di salire?

Alieno: si. Esito negativo. Richiamate le squadre. Specie poco evoluta. Inadatta a gestire il pianeta. Preparate il protocollo per l’invasione

Lo dicevo che Stephen Hawking aveva ragione


domenica 24 agosto 2014

Invictus - William Ernest Henley





Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come l'abisso da un estremo all'altro,
Ringrazio qualunque divinità esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato, né gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è insanguinato, ma indomito.
Oltre questo luogo d'ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretta sia la porta,
Quanto carica di punizioni la sentenza,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.

William Ernest Henley

venerdì 14 febbraio 2014

Nel fuoco - Preston & Child

Non mi stanco mai di leggere Preston e Child, specialmente quando la storia che narrano riguarda l’agente speciale Aloysius Pendergast.
L’ultima avventura di Pendergast ci porterà a rievocare un insolito incontro avvenuto nel 1889 al Lippincott's Magazine tra Oscar Wilde e Arthur Conan Doyle. I due erano ospiti dell’editore Stoddart che voleva pubblicare entrambi. Quell’incontro produsse due capolavori e un incubo.
I capolavori sono a disposizione dell’umanità:  ‘Il segno dei quattro’ di Conan Doyle e ‘Il ritratto di Dorian Gray’ di Wilde.
L’incubo è materia d’indagine del nostro agente speciale preferito e ancor di più della sua pupilla Corrie Swanson.
Proprio l’incontro tra i due scrittori costituisce l’incipit del romanzo; è davvero quello che si direbbe un ‘inizio col botto’. Fantastica descrizione dei due scrittori con le loro personalità così diverse e meravigliosi i dialoghi.

passiamo alla quarta di copertina:

Durante gli scavi per una nuova costruzione vicino al vecchio cimitero di Roaring Fork, nel cuore delle Montagne Rocciose, affiorano i corpi di un gruppo di minatori uccisi e divorati da un grizzly un secolo e mezzo prima. Corrie Swanson, aspirante detective e protetta dell’agente dell’FBI Aloysius Pendergast, è la prima ad arrivare sul posto per analizzare gli scheletri. Parrebbe un sopralluogo di routine, ma ben presto viene alla luce una verità scomoda sul passato della città che mette la ragazza nei guai con le autorità locali. In suo aiuto accorre l’agente speciale Pendergast, che si ritrova invischiato in un’indagine parallela: poco dopo il suo arrivo, Roaring Fork si trasforma nel teatro degli attacchi di un piromane che appicca incendi senza una logica apparente. Indagando più a fondo e sfruttando tecniche non sempre ortodosse, Pendergast scoprirà collegamenti inaspettati tra la storia di Roaring Fork e quella della letteratura, ritrovandosi sulle tracce di un manoscritto inedito di Sir Arthur Conan Doyle: un’avventura di Sherlock Holmes che potrebbe aiutare a far luce sulle indagini…

Difficile non divorare questo romanzo.
Non scopriremo nulla di nuovo su Pendergast e il suo più che bizzarro retaggio poiché è un’avventura di Corrie ma assaporeremo con gusto le sue acute analisi delle scene del crimine e non potremo evitare di accostare l’enigmatico agente con l’investigatore più famoso della letteratura: Sherlock Holmes.
Da non perdere!

Doctor Sleep - Stephen King

Penso che Stephen King sia lo scrittore che seguo da più tempo. Mi ricordo ancora l’estate degli esami di maturità quando mia madre mi chiese cosa volessi per regalo. Le chiesi 4 libri di Stephen King.
Fu un’estate fantastica. Christine la macchina infernale, L’ombra dello scorpione, L’incendiaria e Cujo.
Da allora non ho più smesso di leggerlo e ancora mi mancano dei titoli.
Per fortuna  quando lessi Shining avevo già visto il film di Kubrick altrimenti non avrei mai potuto amare l’interpretazione che il regista fece di quello splendido libro. Sicuramente avrei comunque amato Jack Nicholson Torrance con i suoi scatti d’ira e le sue facce da folle.
Alla pagina dei ringraziamenti il nostro ‘Re’ ci racconta la genesi di Doctor Sleep; racconta di quante volte i suoi lettori gli chiedevano che fine avesse fatto Danny alias Doc, il bambino con la luccicanza che parlava con Tony il suo amico/entità invisibile che lo avvertiva dei pericoli e gli faceva vedere cose che gli altri non potevano vedere. Dopo un po’ anche il nostro scrittore preferito cominciò a chiedersi cosa stesse facendo Danny adesso, quanti anni avrebbe avuto ecc.
Doctor sleep ci toglie proprio questa curiosità e ci mostra un Daniel Torrance adulto, con tutte le cicatrici che i fantasmi dell’Overlook Hotel gli hanno lasciato.
La quarta di copertina recita:


Perseguitato dalle visioni provocate dallo shining, la luccicanza, il dono maledetto con il quale è nato, e dai fantasmi dei vecchi ospiti dell’Overlook Hotel dove ha trascorso un terribile inverno da bambino, Dan ha continuato a vagabondare per decenni. Una disperata vita on the road per liberarsi da un’eredità paterna fatta di alcolismo, violenza e depressione. Oggi, finalmente, è riuscito a mettere radici in una piccola città del New Hampshire, dove ha trovato un gruppo di amici in grado di aiutarlo e un lavoro nell’ospizio in cui quel che resta della sua luccicanza regala agli anziani pazienti l’indispensabile conforto finale. Aiutato da un gatto capace di prevedere il futuro, Torrance diventa Doctor Sleep, il Dottor Sonno. Poi Dan incontra l’evanescente Abra Stone, il cui incredibile dono, la luccicanza più abbagliante di tutti i tempi, riporta in vita i demoni di Dan e lo spinge a ingaggiare una poderosa battaglia per salvare l’esistenza e l’anima della ragazzina. Sulle superstrade d’America, infatti, i membri del Vero Nodo viaggiano in cerca di cibo. Hanno un aspetto inoffensivo: non più giovani, indossano abiti dimessi e sono perennemente in viaggio sui loro camper scassati. Ma come intuisce Dan Torrance, e come imparerà presto a sue spese la piccola Abra, si tratta in realtà di esseri quasi immortali che si nutrono proprio del calore dello shining. Uno scontro epico tra il bene e il male, una storia agghiacciante e meravigliosa, un ritorno al fantastico e all’horror dei primi lavori di King. Doctor Sleep inquieta e fa paura, ma soprattutto commuove ed emoziona.

Direi che si può tranquillamente leggere anche senza aver fatto un giro nell’Overlook Hotel del precedente romanzo; ci saranno però delle figure terrificanti che perderanno un po’ del loro oscuro potere visto che la loro storia è ben narrata in Shining e appena abbozzata nel film.
Menzione speciale per il gatto Azrael che, pur non essendo protagonista della vicenda, merita comunque il premio ‘Luccicanza’.