lunedì 30 novembre 2009

Buon compleanno Lucy!


Oggi voglio ricordare un episodio importantissimo per la paleontologia e per l'umanità intera.

Esattamente 35 anni fa furono rinvenuti i resti dell'Australopiteco Lucy.


Da Wikipedia:

Il 30 novembre 1974, ad Afar, in Etiopia, Yves Coppens, Donald Johanson, Maurice Taïeb e Tom Gray rinvennero i resti di un esemplare di femmina adulta, che venne chiamata Lucy, dell'età apparente di 25 anni, vissuta almeno 3,2 milioni di anni fa.
I resti comprendevano il 40% dello scheletro. Particolarmente importanti l'osso pelvico, il femore e la tibia perché la loro forma lascia pensare che questa specie fosse bipede. Lucy, così chiamata dai suoi scopritori in onore della canzone Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles, in amarico è Dinqinesh e significa "Tu sei meravigliosa". Il suo nome in codice è A.L. 288. Era alta 1,07 metri, piuttosto piccola per la sua specie, e pesava probabilmente tra i 29 e i 45 kg. Questa piccola donna ha denti simili a quelli umani, ma il cranio è ancora scimmiesco,capacità cranica tra i 375 e i 500 cc. Morì sulle rive di una palude, probabilmente di sfinimento, e miracolosamente nessun predatore ne sbranò i resti, disperdendone le membra, così che il corpo, sommerso dal fango, nel corso dei millenni si fossilizzò fino a diventare roccia. Dopo milioni di anni il suo scheletro è ritornato alla luce intatto e ci offre una preziosa testimonianza sulla costituzione fisica degli ominidi di quel periodo.

venerdì 27 novembre 2009

Il mondo secondo mr. B


Questo è il mondo secondo Berlusconi visto da LeMonde

giovedì 26 novembre 2009

mercoledì 25 novembre 2009

Mr B più lascivo di una rockstar


In Edicola - Mentre nel nostro territorio un settimanale indipendente d’informazione sta scegliendo il nome del cremasco dell’anno, Rolling Stone Italia nomina Silvio Berlusconi "Rockstar dell'anno". Da sempre, in occasione dell'uscita del numero di dicembre, il mensile incorona il personaggio che si è distinto nel corso dell'anno per il suo carattere e temperamento decisamente rock&roll. Per celebrare l'evento Rolling Stone ha dedicato al cavaliere la copertina del prossimo numero, realizzata per l'occasione dal designer americano Shepard Farey, ormai famoso in tutto il mondo per i suoi manifesti di Barack Obama creati per la candidatura a Presidente degli Stati Uniti.


La decisione di eleggere Silvio Berlusconi è stata presa dalla redazione di Rolling Stone per gli evidenti meriti raccolti dal cavaliere, capace come nessun altro di stare sotto le luci della ribalta e distinguersi per il suo stile di vita degno delle migliori rockstar. Il Direttore di Rolling Stone, Carlo Antonelli, ha così motivato la scelta nel suo editoriale: "Quest’anno la votazione è avvenuta all’unanimità per evidenti meriti dovuti a uno stile di vita per il quale la definizione di rock&roll va persino stretta. I Rod Stewart, i Brian Jones, i Keith Richards dei tempi d’oro sono pivellini in confronto. La “Neverland” di Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa Certosa, e via così. Siamo ben fuori dal dispensare giudizi da destra o da sinistra. Siamo solo osservatori che constatano ciò che è avvenuto e avviene ogni giorno. I comportamenti quotidiani di Silvio - prosegue Antonelli - la sua furia vitale, il suo stile di vita inimitabile, gli hanno regalato, specie quest'anno, un'incredibile popolarità internazionale". Shepard Fairey il designer americano che ha realizzato la copertina, si è così espresso sul Presidente del Consiglio: "A volte nel mio lavoro cerco di mettere in dubbio personaggi autorevoli, specialmente quando questi sembrano avere ragioni ambigue alla base delle loro azioni. Tutto quello che ho sentito e letto su Berlusconi mi porta a credere che lui si adatti a questa descrizione”.

Rymes and reasons di John Denver



So you speak to me in sadness and the coming of the winter,


fear that is within' you know that seems to never end,


and the dreams that have escaped you and the hope that you've forgotten


and you tell me that you need me now and you want to be my friend


and you wonder where we're going, where's the rhyme and where's the reason


and it's you cannot accept it is here we must begin


to seek the wisdom of the children and the graceful way of flowers in the wind.


For the children and the flowers for my sisters and my brothers,


their laughter and their loveliness would clear a cloudy day.


Like the music of the mountains and the colors of the rainbow


they're a promise of the future and the blessing for today.


Though the city starts to crumble and the towers fail around us


the sun is slowly fading and it's colder than the sea


it is written: From the de-sert to the mountains they shall lead us


by the hand and by the heart and they will comfort you and me.


In their innocence and trusting, they will teach us to be free.


For the children and the flowers for my sisters and my brothers,


their laughter and their loveliness would clear a cloudy day.


And the song that I am singing is a prayer for nonbelievers


come and stand beside us we can find a better way



traduzione:



Cosi tu mi parli di tristezza e dell'arrivo dell'inverno


la paura che é con te ora sembra non finire mai


e i sogni che ti hanno fatto fuggire e la speranza che hai dimenticato


mi dici che hai bisogno di me ora vuoi essere mio amico


e ti chiedi dove stiamo andando dove sono le ragioni di questo


e sei tu che non riesci ad accettarlo é qui che dobbiamo iniziare


a cercare la saggezza dei bambini e la grazia dei fiori al vento


per i bambini e i fiori sono le mie sorelle e i miei fratelli


le loro risa e il loro amore possono illuminare un giorno scuro


come la musica delle montagne e i colori dell'arcobaleno


loro sono una promessa del futuro e una benedizione per oggi


sebbene le città iniziano a sbriciolarsi e le torri cadono attorno a noi


il sole lentamente scompare ed é piu freddo che il mare


é scritto nel deserto alle montagne loro dovrebbero guidarci


con la mano e con il cuore loro conforteranno me e te


nella loro innocenza e con la loro fiducia loro ci insegneranno ad essere liberi


per i bambini e i fiori sono le mie sorelle e i miei fratelli


le loro risa e il loro amore possono illuminare un giorno scuro


e la canzone che sto cantando é una preghiera per i non credenti


venite e sedete con noi troveremo assieme una strada migliore



Video

martedì 24 novembre 2009

Melancolie I di Albrecht Durer

Leggendo il nuovo libro di Dan Brown mi sono imbattuta in questa bella incisione.
L'aspetto sconcertante di quest'opera è che non ho trovato due spiegazioni uguali in tutto il web. La più attendibile, o meglio, quella che tiene conto più delle altre della forte connotazione alchemica è questa.
Molto interessante la descrizione di Dan Brown del quadrato magico alle spalle della figura alata. La somma dei numeri contenuti nei quadrati interni è 34, come anche la somma delle righe di numeri.

venerdì 20 novembre 2009

Matematica e immaginario


Nonostante la mia indiscussa ignoranza su argomenti matematici questa materia mi ha sempre profondamente affascinata. Se avessi previsto che questa attrazione sarebbe in seguito divenuta una passione, forse durante la mia carriera scolastica mi sarei impegnata un po’ di più durante l’ora della professoressa Panucci. Recitato il mea culpa, passiamo al nocciolo del post.

Trovo che le equazioni siano il perfetto connubio tra l’arte pittorica e la filosofia. L’esatta espressione grafica di un concetto complesso, non sempre osservabile a occhio nudo.


Nei post precedenti si parlava di ipotesi matematiche non ancora dimostrate. di Godel e la sua teoria sui limiti della matematica. La nostra specie però non si è mai accontentata di ciò che percepisce con i sensi. Dalla religione, alla filosofia, dalla matematica alla fisica teorica, l’uomo ha sempre tentato di dare un volto, una definizione o una misura a ciò che non riusciva a vedere.


Non intendo proporre soluzioni alle domande del millennio ma solo suggerire la lettura di qualche libro che ha stimolato il mio ‘immaginario matematico’ se così lo si può definire.


Tre libri, tre avventure alla ricerca dell’equazione definitiva.


Da Il labirinto di Versailles, recensito qui, un’equazione semplice e affascinante.


Ecco un estratto:



“Non riuscivo a crederci. La dimostrazione matematica dell’esistenza di Dio si trovava sotto i miei occhi (…).





Zero alla Zero uguale Uno. Ossia il numero elevato a zero dà uno.


Dallo zero, ossia dal nulla, si crea l’uno, ossia qualcosa.


La forza superiore in gradi di creare il mondo ex nihilo, di far sorgere l’esistenza dal niente non è esattamente la definizione che diamo di Dio?


Matematicamente parlando, l’essere può scaturire dal niente. Quindi Dio esiste.


(…) In matematica si sa che A elevato alla N e diviso per A elevato alla M è uguale ad A elevato alla N-M. il che si scrive così:








e se




ELEMENTARE AMMETTILO…Così quando si eleva 0 alla potenza 0 non si ottiene 0, come il nostro limitato raziocinio c’induce a credere, ma 1. tutti i numeri elevati a 0 danno 1, e 0 non fa eccezione.


Dal niente emerge il tutto. O se preferisci, dall’assenza nasce la presenza. Dal nulla nasce l’universo.


All’inizio era il niente. Lo spirito. E lo spirito ha generato il mondo.


Dio stesso è dimostrabile.


Anche Dio è binario”.


Questa è la formula matematica graficamente rappresentata dal geniale architetto giardiniere Le Notre nel giardino di Versailles utilizzando le statue di Latona e Apollo.”




Un libro che invece ho letto ma non ho recensito su queste pagine è Eresia di Douglas Preston.


La quarta recita:


Red Mesa, Arizona. Un’arida distesa di pietre e polvere, riserva naturale dei Navajo. Nelle viscere di questa terra lontana da tutto è nascosta Isabella, la macchina più costosa mai costruita dall’uomo: un acceleratore di particelle in grado di ricreare le condizioni energetiche del Big Bang e di svelare, forse, il mistero clic avvolge le origini dell’universo. L’ha concepita Gregory North Hazelius, ambiguo genio della fisica, con l’aiuto di una formidabile squadra di scienziati. Ma qualcosa va storto e, inaspettatamente. Isabella si ribella ai suoi creatori: durante un esperimento la macchina smette di rispondere ai comandi e gli scienziati si trovano faccia a faccia con una misteriosa entità che si serve di Isabella per inviare oscuri e minacciosi messaggi. L’opinione pubblica si divide e le ipotesi si moltiplicano; c’è chi pensa al manifestarsi di intelligenze extraterrestri e chi teme l’avvento di un nuovo culto (fondato sulla scienza contro le religioni tradizionali. Mentre cinici predicatori da talk-show chiamano a raccolta i fedeli nella crociata contro l’ennesimo Anticristo e l’FBI indaga sul controverso progetto Isabella, il supcrcomputer di Hazelius prepara l’ultima, e più inquietante, sorpresa…”


Davvero affascinante e con un finale del tutto inaspettato, anche se avrei preferito una soluzione diversa. Anche qui troviamo un’equazione dal risultato quasi incalcolabile e un’intelligenza (artificiale? Umana? Divina? Aliena?) che sembra aver compreso il fine ultimo dell’esistenza nella sua accezione più vasta…quella astronomica.



“Salve



Salve a te



Sono contento di parlarti. Chi sei?



In mancanza di un termine migliore, sono Dio



Se sei davvero Dio dimostralo



Non abbiamo tempo per le dimostrazioni



Sto pensando a un numero tra uno e dieci. Qual è?



Stai pensando al numero trascendente e.



Adesso sto pensando a un numero tra zero e uno



È il numero di Chaitin: Omega



Se sei Diio allora…qual è lo scopo dell’esistenza?



Non conosco il fine ultimo



Interessante, un dio che non conosce lo scopo dell’esistenza



Se lo conoscessi, l’esistenza sarebbe priva di senso



Perché?



Se la fine dell’universo fosse presente nel suo inizio, se ci trovassimo semplicemente al centro di un divenire deterministico di una serie di condizioni iniziali, allora l’universo sarebbe un’opera priva di senso



Spiegati



Se sei a destinazione, perché intraprendere il viaggio? Se conosci la risposta, perché fare la domanda? Per questo il futuro è, e dev’essere, profondamente oscuro, persino a Dio. Altrimenti l’esistenza non avrebbe significato



È un’argomentazio metafisica, non fisica



L’argomentazione fisica è che nessuna parte dell’universo può calcolare le cose più rapidamente dell’universo stesso. L’universo “predice il futuro” il più rapidamente possibile



Che cos’è l’universo? Chi siamo noi? Cosa facciamo qui?



L’universo è un calcolo immenso, irriducibile, in continuo sviluppo, cha sta evolvendo verso uno stato che non conosco e non posso conoscere. Lo scopo dell’esistenza è raggiungere questo stato finale, che tuttavia è un mistero per me. Così dev’essere, altrimenti se conoscessi la risposta, quale sarebbe lo scopo di tutto?



Che cosa intendi per calcolo? Ci troviamo tutti all’interno di un computer?



Per calcolo intendo pensiero. L’intera esistenza, tutto ciò che accade, una foglia che cade, un’onda sulla spiaggia, il collassare di una stella, sono solo io che penso



(…)




Perché esiste l’universo?



L’universo esiste perché è più semplice del nulla. Per la stessa ragione io esisto. L’universo non può essere più semplice di quello che è. Questa è la legge fisica da cuo tutte le altre derivano.



Che cosa può essere più semplice del nulla?



Il “nulla” non può esistere. È un paradosso immediato. L’universo è lo stato più vicino al nulla



(…)



Quale sarà lo stato finale dell’universo?



Non lo so ma avverrà quando l’universo raggiungerà la pienezza del tempo.



Hai parlato di pienezza del tempo. In quanto si traduce con esattezza?



Sarà un numero di anni pari al fattoriale di dieci elevato alla potenza del fattoriale di dieci. Quel numero dovrà essere elevato alla potenza del fattoriale di dieci, quel numero elevato alla potenza del fattoriale di dieci, questa relazione di potenze va ripetuta 10 ^83 volte e il numero risultante elevato alla potenza del suo fattoriale 10^47 volte, come sopra. Usando la vostra notazione matematica questo numero, il primo numero di Dio, è:


Questa è la lunghezza del tempo espressa in anni che l’universo impiegherà per concepirsi nello stato finale, per arrivare alla risposta definitiva.



È un numero assurdamente elevato!



È così, ma è solo una goccia nell’oceano dell’infinito”




Ed ora passiamo all’ultimo libro della lista. L’ultima equazione di Mark Alpert. Questo è davvero un bel libro. Ritmi incalzanti e una trama che non perde mai un colpo, neanche quando entra nel merito della leggendaria Einheitliche feldtheorie, la teoria unitaria dei campi che Einstein tentò di formulare durante tutta la sua carriera ma che non riuscì mai ad elaborare.


….e se invece ci fosse riuscito?


La quarta di copertina è questa:


David Swift, docente di storia della scienza alla Columbia University, viene chiamato d'urgenza al St. Luke's Hospital di New York: Hans Kleinman, il suo vecchio professore di fìsica, è stato aggredito e torturato da uno sconosciuto e adesso è in bilico tra la vita e la morte. L'uomo che David trova è ovviamente ben diverso da quello che, cinquant'anni prima, era considerato uno dei più brillanti assistenti di Albert Einstein e che poi era diventato uno scienziato ammirato da tutti. Kleinman è in stato confusionale e ripete in maniera ossessiva due termini tedeschi - Einheitliche Feldtheorìe - e una serie di cifre. David intuisce quale significato dare a quelle parole: il professore si sta riferendo alla "teoria unitaria dei campi", quella che spiegherebbe tutte le forze della natura, dalla gravita all'elettricità alla potenza nucleare. E sa pure che Einstein ha dedicato gran parte della vita a formularla, ma senza riuscirci... O forse no? C'è comunque ben poco di teorico in quello che accade a David subito dopo la morte del suo mentore: nel giro di poche ore, viene fermato dall'FBI con l'accusa di omicidio e diventa l'obiettivo di un uomo determinato a tutto pur di scoprire quelle equazioni rivoluzionarie. Perché David è la chiave, l'unica persona che, interpretando e seguendo gli indizi criptici sussurrategli da Kleinman, può trovare la soluzione a un'ipotesi scientifica così audace e devastante che potrebbe piegare le leggi dell'universo alla volontà umana...



Ecco un estratto che non rovinerà comunque la lettura per chi non l’ha ancora comprato.





“Nella teoria delle stringhe si chiamano ‘brane’. Nei diagrammi appaiono bidimensionali ma in realtà ciascuno rappresenta un universo tridimensionale. Assomigliano alla carta moschicida più che alla stagnola, perché quasi tutte le particelle subatomiche vi rimangono appiccicate. L’altra brana è un universo del tutto distinto e si muovono entrambe in uno spazio più vasto, detto ‘volume multidimensionale’, che ha in tutto 10 dimensioni.”


“Perché si scontrano?”


“Una delle poche forze che può lasciare la brana e viaggiare nel volume multidimensionale è la gravità. Una brana può esercitare un’attrazione gravitazionale sull’altra e, quando collidono, si deformano e generano un sacco di energia (..) Einstein ha elaborato le equazioni corrette per la nostra brana e la relativa evoluzione. La sua teoria unitaria spiega come è iniziato tutto”


“Il Big Bang?”


“Si. Due brane vuote si urtano e l’energia prodotta dall’impatto riempie il nostro universo, trasformandosi poi in atomi, stelle e galassie, tutti impegnati a sfrecciare verso l’esterno in un’onda gigantesca.”


(…)


“C’è un’altra forza che può uscire dalla brana ed entrare nelle extradimensioni del volume multidimensionale. Ricordi cos’è un neutrino?”


“certo. E’ come il fratello minore dell’elettrone. Una particella senza carica e con pochissima massa”


“Alcuni fisici hanno ipotizzato l’esistenza di una particella detta ‘neutrino sterile’. La definiscono sterile perché non interagisce con nessuna particella del nostro universo. I neutrini sterili vanno nelle extradimensioni e filtrano attraverso la nostra brana come l’acqua attravrso un colino”


“Secondo la formula, la deformazione dello spazio-tempo della nostra brana può generare esplosioni di particelle. Se la brana si deforma a sufficienza, i neutrini sterili possono schizzare fuori da una parte dell’universo e raggiungerne un’altra prendendo una scorciatoia nel volume multidimebnsionale.”



“E’ un wormhole. Un ponte che collega regioni lontane dello spazio-tempo”




La particolarità di quest’ultimo libro è nel suo autore. Dovete sapere infatti che il profilo del protagonista è fortemente autobiografico. Nel romanzo si parla di un saggio su un universo bidimensionale chiamato Flatland che in realtà fu realmente scritto da Alpert quando studiava fisica, anche se poi la sua vita deviò dalla scienza alle lettere.

mercoledì 18 novembre 2009

Cronaca di esilio annunciato


Torna in libreria, con tutti gli aggiornamenti rispetto agli ultimi processi e alle ultime sentenze, il libro “L’odore dei soldi”, scritto da Marco Travaglio e Elio Veltri (Editori Riuniti), che nel 2001 vendette 350 mila copie, provocando, pochi mesi dopo, l’epurazione dalla Rai di Biagi, Santoro e Luttazzi.

Qui troverete la prefazione aggiornata di Marco Travaglio. Ci racconta come andarono le cose in quella famosissima puntata di Satyricon in cui Luttazzi intervistò Travaglio sul libro.
Dopo scattò l'editto bulgaro e la RAI fu 'ripulita' da tutte le figure giornalistiche e satiriche che risultavano scomode a Mr. B.

martedì 17 novembre 2009

L'irriducibilità di Kurt Godel e Alan Turing


Leggendo un libro di cui parlerò appena avrò il tempo mi sono imbattuta in un nome: Kurt Godel, teorico dell'incompletezza della matematica. Il suo assunto portò Stephen Hawking ad allontanarsi dal cercare una soluzione alla teoria del tutto ipotizzata da Einstein. Una teoria che unificasse Meccanica quantistica e Relatività generale.

L'articolo è del Scientific American:


La matematica è una scienza esatta? Non proprio, perché non tutti i teoremi veri sono dimostrabili con assiomi. Ragionando secondo la logica del maestro Kurt Gödel, che per primo dimostrò l'incompletezza della matematica, Gregory Chaitin, ricercatore dell'Ibm, ne ha ampliato il concetto sostenendo che ci sono molte condizioni in matematica dove le verità non possono essere dimostrate da nessuna regola a priori."Gödel ha rivelato solo la punta dell'iceberg: ci sono infiniti teoremi che non posso essere dimostrati da nessun sistema finito di assiomi", spiega il matematico, che ha trovato nel numero omega la parola chiave per confermare l'incompletezza della sua scienza. Omega prese forma quando Chaitin provò a calcolare la probabilità che un programma di computer prima o poi si fermi (il famoso problema dell'arresto di Alan Turing) e si rese conto che questo numero ha un valore definito, ma non può essere calcolato.Se lo fosse, si risolverebbe il problema di Turing, che è notoriamente irrisolvibile. Chaitin non vuole dire che le prove, le dimostrazioni, non servono. Semplicemente che non bastano. E che i matematici dovrebbero accettare l'irriducibilità che li circonda.

Una sfida matematica milionaria

New Scientist
Gran Bretagna

Il matematico Louis de Branges, della Purdue university a West Lafayette, nell'Indiana, ha pubblicato sul suo sito web una dimostrazione dell'ipotesi di Riemann, uno dei grandi problemi matematici ancora insoluti. Chi riuscirà nell'impresa potrà incassare il milione di dollari messo in palio dal Clay mathematics institute. Che sia la volta buona?
Se lo chiede la rivista New Scientist, che dedica un articolo al nuovo tentativo. In realtà, la dimostrazione non è stata ancora pubblicata su una rivista specializzata, e quindi non è stata sottoposta ad alcuno scrutinio, una delle condizioni per incassare il premio. E il curriculum di de Branges non è perfetto: appena diventato professore pubblicò un articolo che conteneva un errore. Quindi si potrebbe dubitare della sua "dimostrazione".
Ma tutto quello che ruota intorno all'ipotesi di Riemann attira l'attenzione: perché il problema è antico (fu formulato per la prima volta dal tedesco Bernhard Riemann nel 1859), apparentemente semplice (riguarda la distribuzione dei numeri primi, che ogni studente studia), e la sua soluzione potrebbe aprire nuovi orizzonti in matematica. Ed è quello che promette di fare de Branges, che basa la sua dimostrazione su una generalizzazione del problema di Riemann.

Lettera di Saviano a mr. B.

SIGNOR Presidente del Consiglio,
io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino.
Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.
Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.
Ritiri la legge sul processo breve.
Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica.
Non è una questione ideologica.
E' una questione di diritto.
Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO

Amazzonia un po' più folta


La notizia e' stata definita “un fatto storico”: dall'agosto 2008 al luglio 2009 il ritmo di deforestazione dell'Amazzonia e' calato del 45%. E' il dato piu' incoraggiante mai registrato dal 1988, anno di inizio delle rilevazioni statistiche.Secondo i dati diffusi dall'Inpe (Istituto nazionale delle ricerche spaziali), nel periodo preso in considerazione l'area disboscata e' stata di circa 7.008 chilometri quadrati, contro i 12.911 del 2008.E' anche la prima volta che si scende sotto quota 10.000 kmq.

lunedì 16 novembre 2009

Mr B. e la FAO


A chi chiama la Fao per conoscere l’agenda del Vertice, capita di sentirsi rispondere: “È probabile che Berlusconi sia qui dalle 8 a mezzanotte, altrimenti dovrebbe andare al tribunale di Milano...”. Ma che domani il Cavaliere presenzi alla Conferenza Fao per sottrarsi all’udienza del processo Mediaset è un’infame insinuazione. È nota la dolente passione del nostro premier per il Terzo mondo, come dimostrano il taglio dei fondi alla cooperazione e la sua memorabile performance al vertice Fao del giugno 2002. Esordio: “Un saluto a tutti voi, ma in particolare alle belle delegate”. Brusìo fra le signore. Poi intervenne il direttore Fao, il senegalese Jacques Diouf, e il Cavaliere lo apostrofò spiritosamente: “Dovresti dimagrire un po’”. Altro brusìo. Il presidente del Togo Gnassingbè Eyadéma stava raccontando la tragedia del Malawi, dove stavano morendo di fame 13 milioni di persone. Sconvolto dalla commozione, Berlusconi lo interruppe: “Bisogna accorciare i tempi degli interventi perché la nostra non sarà una tragedia, ma anche noi abbiamo fame… Grazie di essere stati con noi, il pranzo è pronto, spero che il menu sia totalmente italiano, così sarete soddisfatti”.

Processo breve


giovedì 12 novembre 2009

mercoledì 11 novembre 2009

Auguri alla volpe elettronica!


Da CacaoOnLine:
5 anni di vita dalla data del primo rilascio, 330 milioni di download, traduzioni in 70 lingue e oltre 7000 componenti aggiuntivi, sempre gratuiti, per personalizzare il browser internet.

Gelosissimo Mozilla Thunderbird, che in migliaia di computer si e' autodisinstallato.

martedì 10 novembre 2009

lunedì 9 novembre 2009

Croce e politica


Ma io difendo quella croce di Marco Travaglio
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole.

E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io.


Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo.


Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove.


Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”. Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino.


Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”.

La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”.


Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze. Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito.

Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).

Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta.

Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci - a scatenare la guerra ai crocifissi.

È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo.

Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente…

Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager?

Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli. A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”.


Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo.

Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l’8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell’uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.

Turismo alternativo


Da CacaoOnLine:
Si chiama Addiopizzo Travel ed e' la prima agenzia di viaggi in Sicilia specializzata negli itinerari “pizzofree”: alberghi, negozi, artigiani, ristoratori che hanno deciso di non pagare il pizzo alla mafia.L'idea e' di tre studenti palermitani mentre la rete delle strutture “che non danno un euro alla mafia” e' composta da oltre 400 persone.http://www.addiopizzotravel.it/

lunedì 2 novembre 2009

Aboliamo la caccia

Oggi voglio pubblicizzare un'associazione alla quale non appartengo ma che voglio sostenere dandole visibilità (nel mio piccolo). Si tratta della Lega per l'abolizione della caccia.

Credo che nel III millennio sia finita l'epoca in cui l'uomo si debba sentire tale misurandosi in questo tipo di attività. Tanto più che sparare a un cardellino con un fucile a pallettoni non mi sembra molto virile ma piuttosto indice di bassa autostima e, probabilmente, scarsa dotazione sessuale. Un po' come tanti esemplari maschi della specie umana che girano su automobili che sembrano transatlantici probabilmente per compensare le ridotte dimensioni del loro pene.

La caccia sembra essere un hobby tipicamente maschile; forse esisteranno anche donne cacciatrici, ma credo siano un rarità... magari hanno uno scompenso ormonale (troppo testosterone).

Qui potrete firmare una petizione per impedire ai cacciatori di entrare nelle proprietà private per sparare a povere bestie malcapitate.