Seed
Stati Uniti
Appassionato di scacchi, Albert Einstein considerava i giochi una delle più alte forme di indagine. Sarà per questo che gli scienziati e i creatori di videogiochi lavorano insieme sempre più spesso. La nuova frontiera di questa collaborazione punta a sostituire i problemi fittizi del gioco con questioni scientifiche reali, che gruppi di giocatori possono provare a risolvere cooperando.
La speranza è di avere grandi quantità di giocatori che mettono insieme i dati, cercano schemi ricorrenti e formulano nuove ipotesi. Gli esperimenti – compiuti a volte in laboratori virtuali, molto meno costosi di quelli reali – sono ripetuti più volte e alla fine della giornata, quando tutti i risultati vengono messi insieme, si scopre chi ha vinto. Nel 2008 i ricercatori dell'Institute for the future di Palo Alto, in California, lanceranno X2, un gioco rivolto inizialmente agli scienziati, e forse in un secondo momento anche al pubblico.
Si tratta di "un ambiente collaborativo pensato per convincerli a impegnarsi per settimane, mesi e forse anche anni", spiega Seed. Scenografie spettacolari, missioni per più giocatori, informazioni sulle prestazioni e difficoltà crescenti dovrebbero spingere i giocatori a trovare soluzioni collettive. L'obiettivo è individuare "nuovi modi per rendere la scienza accessibile e divertente come la cultura pop".