L'ultima fatica di Glenn Cooper ci viene raccontata dalla quarta di copertina:
Milano, oggi. È la crisi più grave che il mondo abbia mai attraversato. Disorientati, giovani e anziani, credenti e atei si pongono tutti le stesse, angoscianti domande: cosa faranno ora che il più grande sogno dell'umanità si è trasformato in un incubo? Cosa succederà allo scoccare dell'ultimo giorno? Boston, qualche mese prima. È l'indagine più complessa che Cyrus O'Malley abbia mai affrontato. Sconvolto, il detective dell'FBI osserva le foto delle vittime: per l'ennesima volta, si chiede perché, dopo averle strangolate, il serial killer abbia praticato loro un minuscolo foro alla base del cranio. Per Cyrus, quel caso è diventato un'ossessione. E non importa se, per risolverlo, sarà costretto a rinunciare a tutto ciò che gli è caro... Londra, 1988. È la sensazione più travolgente che Alex Weller abbia mai provato. In estasi, il ragazzo osserva il fiume di luce che scorre davanti a lui: sull'altra sponda c'è suo padre, che lo esorta a raggiungerlo. Ma, per quanto si sforzi, Alex non riesce a muoversi e, d'improvviso, si trova di nuovo incastrato fra le lamiere, sul luogo del terribile incidente d'auto che ha causato la morte dei genitori. Da quel momento, Alex avrà un solo obiettivo: rivivere quell'esperienza. E non importa se, per farlo, sarà costretto a uccidere.
Questo libro non ha fatto in tempo ad uscire che me lo sono accaparrato e letto.
Il nostro scrittore (quasi) preferito ha sfornato un altro dei suoi parti letterari.
Devo dire che la lettura di ‘La Biblioteca dei morti’ è stata per me un’esperienza davvero piacevole. Un’idea geniale scritta benissimo grazie alla capacità di Cooper di evocare immagini attraverso le parole.
Il suo seguito, Il libro delle anime, forse non è stato altrettanto coinvolgente ma lo stile di Cooper, che ama attraversare diverse epoche storiche nei suoi racconti, invita il lettore in un cammino avventuroso attraverso le stanze del tempo fornendo tanti di quegli spunti di approfondimento che dopo la lettura del romanzo si comincia l’opera di documentazione storica sui personaggi che via via ci ha presentato nel romanzo. il viaggio non termina con la fine dei suoi romanzi. Anzi inizia proprio all’ultima pagina.
La Mappa del destino è stato, se possibile, anche più bello per me proprio perché conservava questo stile multi temporale pieno di suggerimenti storici e di divagazioni fantastiche.
Forse il Marchio del diavolo è quello che mi è piaciuto meno; ma la ragione va cercata più nell’antipatia che ho provato per la protagonista, piuttosto che per la storia in sé.
Con quest’ultimo libro, L’ultimo giorno, Cooper cambia completamente il suo stile. Non troveremo salti temporali ma non troveremo neanche un semplice thriller con vittime-serial killer-indagine-soluzione.
Dopo le prime pagine sappiamo già tutto: chi uccide, perché uccide, chi indaga e perché sospetta dell’uomo giusto.
Arrivati a pagina 50 il caso è pressoché risolto ma Glenn Cooper non è mai da sottovalutare. Presto ci troveremo ad assistere ad eventi del tutto imprevisti che scateneranno reazioni a catena di causa-effetto al punto che non potremo staccarci dal libro perché DOBBIAMO sapere cosa accadrà alla fine.
Qui però casca il proverbiale asino. Il finale non sostiene a sufficienza la portata delle nostre aspettative.
La conclusione è scarna e non illustra le reali conseguenze delle decisioni che prendono i protagonisti.
A parte questo la lettura scorre da sé come un fiume in piena e non ci lascia col pentimento di averla intrapresa.
Certo mi aspetto molto di più dal prossimo capitolo della saga Doomsday : I custodi della biblioteca, che uscirà a novembre prossimo.
Milano, oggi. È la crisi più grave che il mondo abbia mai attraversato. Disorientati, giovani e anziani, credenti e atei si pongono tutti le stesse, angoscianti domande: cosa faranno ora che il più grande sogno dell'umanità si è trasformato in un incubo? Cosa succederà allo scoccare dell'ultimo giorno? Boston, qualche mese prima. È l'indagine più complessa che Cyrus O'Malley abbia mai affrontato. Sconvolto, il detective dell'FBI osserva le foto delle vittime: per l'ennesima volta, si chiede perché, dopo averle strangolate, il serial killer abbia praticato loro un minuscolo foro alla base del cranio. Per Cyrus, quel caso è diventato un'ossessione. E non importa se, per risolverlo, sarà costretto a rinunciare a tutto ciò che gli è caro... Londra, 1988. È la sensazione più travolgente che Alex Weller abbia mai provato. In estasi, il ragazzo osserva il fiume di luce che scorre davanti a lui: sull'altra sponda c'è suo padre, che lo esorta a raggiungerlo. Ma, per quanto si sforzi, Alex non riesce a muoversi e, d'improvviso, si trova di nuovo incastrato fra le lamiere, sul luogo del terribile incidente d'auto che ha causato la morte dei genitori. Da quel momento, Alex avrà un solo obiettivo: rivivere quell'esperienza. E non importa se, per farlo, sarà costretto a uccidere.
Questo libro non ha fatto in tempo ad uscire che me lo sono accaparrato e letto.
Il nostro scrittore (quasi) preferito ha sfornato un altro dei suoi parti letterari.
Devo dire che la lettura di ‘La Biblioteca dei morti’ è stata per me un’esperienza davvero piacevole. Un’idea geniale scritta benissimo grazie alla capacità di Cooper di evocare immagini attraverso le parole.
Il suo seguito, Il libro delle anime, forse non è stato altrettanto coinvolgente ma lo stile di Cooper, che ama attraversare diverse epoche storiche nei suoi racconti, invita il lettore in un cammino avventuroso attraverso le stanze del tempo fornendo tanti di quegli spunti di approfondimento che dopo la lettura del romanzo si comincia l’opera di documentazione storica sui personaggi che via via ci ha presentato nel romanzo. il viaggio non termina con la fine dei suoi romanzi. Anzi inizia proprio all’ultima pagina.
La Mappa del destino è stato, se possibile, anche più bello per me proprio perché conservava questo stile multi temporale pieno di suggerimenti storici e di divagazioni fantastiche.
Forse il Marchio del diavolo è quello che mi è piaciuto meno; ma la ragione va cercata più nell’antipatia che ho provato per la protagonista, piuttosto che per la storia in sé.
Con quest’ultimo libro, L’ultimo giorno, Cooper cambia completamente il suo stile. Non troveremo salti temporali ma non troveremo neanche un semplice thriller con vittime-serial killer-indagine-soluzione.
Dopo le prime pagine sappiamo già tutto: chi uccide, perché uccide, chi indaga e perché sospetta dell’uomo giusto.
Arrivati a pagina 50 il caso è pressoché risolto ma Glenn Cooper non è mai da sottovalutare. Presto ci troveremo ad assistere ad eventi del tutto imprevisti che scateneranno reazioni a catena di causa-effetto al punto che non potremo staccarci dal libro perché DOBBIAMO sapere cosa accadrà alla fine.
Qui però casca il proverbiale asino. Il finale non sostiene a sufficienza la portata delle nostre aspettative.
La conclusione è scarna e non illustra le reali conseguenze delle decisioni che prendono i protagonisti.
A parte questo la lettura scorre da sé come un fiume in piena e non ci lascia col pentimento di averla intrapresa.
Certo mi aspetto molto di più dal prossimo capitolo della saga Doomsday : I custodi della biblioteca, che uscirà a novembre prossimo.