martedì 26 giugno 2012

Michael Ridpath, Anello dei ghiacci, Garzanti

 Come sempre la parola va alla quarta:
Islanda. Dintorni di Reykjavík. Il cielo non è mai stato così scuro e minaccioso. Le nuvole basse quasi toccano le nere acque del lago. Il detective Magnus Jonson vede a malapena il corpo, immerso nella foschia. È il cadavere di Agnar Haraldsson, uno dei più importanti studiosi dell'opera di Tolkien. La sua è una morte apparentemente assurda. Ma forse una spiegazione c'è, o quantomeno un indizio. Perché il professore, poco prima di morire, era entrato in possesso di un'antica saga nordica.
Un prezioso manoscritto vecchio di ottocento anni, forse la saga da cui Tolkien ha preso ispirazione per scrivere Il Signore degli Anelli. Ma del manoscritto e dei due uomini misteriosi che stavano trattando con lo studioso per impadronirsene si sono perse le tracce.
Magnus non ha dubbi: deve ritrovarli e capire cosa faccia parte del mito e cosa della realtà. C'è una sola strada, scavare nel passato del professore. Un passato pieno di attività poco pulite e di personaggi inquietanti. Come l'enigmatica Ingileif. Dura e ribelle, ha vissuto un'infanzia segnata dalla tragedia e dalla menzogna. E non si fida di nessuno. Come Magnus, del resto. Anche lui è cresciuto in mezzo alla morte. E forse è l'unico in grado di conquistare la sua fiducia della ragazza. Perché è di lei che ha bisogno. È nei misteri della sua famiglia che si annida la verità. Una verità spaventosa.


 La cosa più interessante di questo libro è l’atmosfera insolita dei luoghi descritti.
L’Islanda! Che luogo incredibile! Una terra emersa sui picchi della dorsale oceanica, ossia uno dei punti del pianeta in cui nasce nuova terra dagli innumerevoli vulcani presenti. Pensavo ci fossero luoghi antichi e rovine altomedievali ma in realtà proprio la frenetica attività vulcanica ricopre il vecchio rinnovando continuamente la superficie.
 E’ un luogo dove la natura è padrona con le aurore boreali, i geyser, le cascate e le rocce basaltiche scure e taglienti.
Gli islandesi si danno del tu anche se non si conoscono, i loro cognomi derivano dal nome proprio del padre; così se Gustav ha un figlio di nome Erik, il suo nome sarà Erik Gustavsson, ma se Erik farà un figlio (e lo chiamerà Bjorn) il suo cognome sarà Bjorn Eriksson. Sembra una reminiscenza di una società basata sui clan.


Terra di saghe e mitologie presenti in ogni dove. Ogni islandese conosce almeno una saga e ha almeno un parente che dice di aver visto un membro del Popolo Nascosto, una variante dei folletti.
Un poliziesco senza tante pretese ma che fa il suo dovere. Un protagonista che si trova a cavallo tra due mondi molto diversi: l’America, dove ha vissuto e l’Islanda, dove è nato e, suo malgrado, si trova a dover tornare facendo così i conti col suo retaggio.
Da leggere sotto all’ombrellone.