giovedì 15 aprile 2010

Fateli ammazzare


E' commovente come gli esponenti del governo italiano si siano immediatamente attivati per chiarire la situazione in Afghanistan. Tre cooperanti sono stati sequestrati dall'ospedale di Emergency da uomini di Karzai accompagnati da truppe inglesi. Hanno mostrato armi che sarebbero state trovate nell'ospedale (dicono) e, inizialmente hanno dichiarato che i tre avevano anche confessato il misfatto: uccidere il governatore della provincia di Helmand.


Al Times il portavoce del governatore, Daoud Ahmadi dichiara e conferma al telefono che gli italiani hanno confessato.


Poi la ritrattazione: nessuno ha detto che hanno confessato.



Riporto l'articolo di Marco Travaglio sul Fatto di oggi:

E’ struggente, quasi commovente, la gara di solidarietà avviata dagli house organ del Partito dell’Amore per i tre volontari italiani di Emergency arrestati-sequestrati in Afghanistan. L’altroieri il Giornale, per non esporli troppo, titolava a tutta prima pagina: “Terroristi, vittime o pirla”. Sommario: “A furia di giocare col fuoco talebano, gli uomini di Emergency si sono scottati. Forse stanno coi banditi, forse subiscono una rappresaglia. Ma che ci facevano le armi nel loro ospedale?”. Il soave epiteto “pirla” per tre italiani buttati in qualche cella buia di qualche carcere speciale non è una novità, per il Partito dell’Amore in versione cartacea: era già stato utilizzato da L i b e ro (direttore Feltri) nel 2003 per abbracciare idealmente il giornalista Enzo Baldoni rapito in Iraq e dunque definito “un pirlacchione”, un perdigiorno a caccia d’emozioni da Camel Trophy, sotto il simpatico titolo “Vacanze intelligenti” (l’autore della gaia trovata era Renato Farina, in arte Betulla, spia del Sismi).

L’idea che quelli di Emergency siano solo dei medici che, rischiando la pelle senza nulla in cambio, ricuciono arti amputati dalla sporca guerra scatenata dall’Occidente contro uno Stato sovrano, non sfiora nemmeno il quotidiano di Littorio Feltri: in un amorevole ritratto firmato da Giancarlo Perna (lo stesso che vent’anni fa ribattezzò soavemente “Capo inetto” un santo laico come il giudice Antonino Caponnetto, che si era offerto volontario per sostituire a Palermo Rocco Chinnici appena ammazzato dalla mafia), Gino Strada viene dipinto come un “ideologo ributtante” che “è diventato chirurgo d’urgenza per dedicarsi ai teatri bellici”.

Dinanzi a tanto amore, chiunque si sarebbe arreso. Invece Libero , anzi Occupato, ha tentato di scavalcare il Geniale e ce l’ha fatta. Secondo il quotidiano di Maurizio Belpietro, già organo del Partito monarchico a spese dei contribuenti, la colpa dell’arresto-sequestro dei tre italiani è di Strada che, “comportandosi da fiancheggiatore ideologico dei terroristi, mette in pericolo i suoi collaboratori”. Uno che sabato “va in piazza sulla pelle dei tre” e così “rischia di complicare la situazione”. Insomma il fellone li vuole proprio morti. E dire che gli basterebbe lasciar fare ai ministri Frattini Dry e Ignazio La Rissa. Il primo, con riflessi da bradipo, annuncia che prima o poi manderà una lettera a Karzai. Il secondo dipinge gli arrestati come possibili terroristi “infiltrati ” in Emergency e ha in mente un rimedio risolutivo per farli liberare: Strada “prenda le distanze da loro”, così li impiccano subito e non se ne parla più. A questo punto, per completare l’opera, scende in campo la madrina del Partito dell’Amore: Maria Giovanna Maglie, di cui s’ignorano le opere ma non le note spese.

Indossa l’elmetto, infila la mimetica, monta sul tank ed esplode su Libero una raffica di colpi di bazooka in forma di articolo.

Il risultato è una prosa di rara delicatezza, in cui si ipotizza che i tre volontari nelle mani della polizia afghana siano “semplicemente dei ragazzotti un po’ coglioni, scusate volevo dire ingenui”. “Tre poveracci”, per dirla in dolce stilnovo, subornati da quel “profittatore ” di Strada, “furbo a fregare gli altri pro domo sua”, infatti “in queste ore si agita scompostamente” invece di aspettare in poltrona l’esecuzione dei suoi amici.

Monna Maglie elenca alcune dichiarazioni di Strada contro le guerre, senz’accorgersi, poveretta, di darsi il bazooka sui piedi, perché esse dimostrano l’imparzialità di Strada fra guerre targate centrosinistra (Kosovo: Clinton-D’Alema) e centrodestra (Afghanistan e Iraq: B&B). Il titolo dell’articolo parla da solo: “Gli italiani in carcere in Afghanistan: Emergency nei guai per i deliri di Strada”. Ecco, siccome Strada ha idee che non garbano a Karzai, e dunque alla signora Maglie, allora gliene arrestano tre alla volta. E’ la democrazia da esportazione, l’amore che vince sull’odio.



A Kabul come a Roma.