ASCA-AFP) – Parigi, 24 mar – Un ominide vissuto nel sud della Siberia circa 40 mila anni fa potrebbe ridisegnare l’albero di famiglia del genere umano, riscrivendo la storia del suo esodo dall’Africa e della sua conquista di tutta la Terra. Gli scienziati hanno analizzato tracce di DNA prelevate dalle ossa di una falange, probabilmente appartenuta ad un bambino, trovata in una caverna dei Monti Altai, la grotta di Denisova. L’ominide aveva caratteristiche genetiche diverse da quelle dell’uomo di Neanderthal e l’Homo Sapiens, che abitavano la zona nello stesso periodo, il che ne farebbe una distinta specie di razza umana. Lo studio, pubblicato sul settimanale Nature, e’ stato condotto dall’Istituto Max Planck in Germania e la scoperta, una volta confermata, potrebbe arricchire di un nuovo capitolo la storia dei nostri antenati
Il nuovo ritrovamento fossile potrebbe costringere i paleontologi a riscrivere la storia dell’evoluzione umana. L’analisi del Dna rinvenuto in un frammento osseo dimostra l’esistenza di un ominide vissuto 40.000 anni fa in Siberia; questo nostro "antico parente" sarebbe il risultato di una migrazione dall’Africa sconosciuta e precedente sia a quella degli antenati dell’Uomo di Neanderthal (avvenuta circa mezzo milione di anni fa) che a quella dell’Homo sapiens (circa 50.000 anni fa).
L’analisi mostra importanti differenze nel DNA mitocondriale, differenze notevoli in relazione alle due specie umane – H. sapiens e neanderthalensis – che si pensava abitassero quella zona durante il Pleistocene.
Il DNA mitocondriale di Neanderthal si differenzia in media di 202 posizioni nelle basi nucleiche da quello dell'uomo moderno. La differenza del nuovo fossile in confronto a esseri umani moderni è circa due volte più grande.
L’analisi del DNA mitocondriale, condotta da ricercatori tedeschi del Max Planck Institute di Lipsia, ha rivelato che non combacia con quello né dei Neandertal né degli uomini moderni (che all’epoca vivevano lì vicino).Sebbene l’individuo sia stato soprannominato X-woman (per il nome ufficiale si è preferito aspettare), gli scienziati pensano che si trattasse di un bambino tra i 5 e i 7 anni; non si sa se maschio o femmina. L’osso del mignolo, di cui finora non sono state rilasciate foto o descrizioni, sarebbe potuto appartenere a una specie umana estinta, finora sconosciuta, che migrò fuori dall’Africa molto prima dei Sapiens. Le differenze del DNA mitocondriale implicano che l’ominide di Altai si distaccò dall’evoluzione degli esseri umani un milione di anni fa. Se così fosse, la presunta specie deve aver lasciato l’Africa in una migrazione precedentemente sconosciuta, compresa comunque tra quella dell’Homo erectus (il primo ominide a lasciare l’Africa 1.9 milioni di anni fa) e quella dell’Homo heidelbergensis (300000-500000 anni fa) – che presumibilmente diede origine all’uomo di Neandertal.