Oggi voglio parlare di un libro che non passerà alla storia ma che avrebbe potuto diventare un bel film splatter nelle mani di un buon sceneggiatore.
Dean Koontz, Incubi, Sperling e Kupfer
Trama:
Melanie è ormai sparita da sei anni quando sua madre Laura, che ha sempre sospettato dell'ex marito Dylan - anch'egli svanito nel nulla - , viene condotta dalla polizia sul luogo di una strage. La donna identifica il corpo di Dylan, uno scienziato dedito a misteriosi studi, come si legge nel suo folle diario. Ma è il suo laboratorio a svelare molti segreti: lì dentro la piccola è stata segregata e sottoposta ad allucinanti esperimenti. Poco dopo, la bambina viene ritrovata in stato di choc, ma il suo incubo non è ancora finito...
L’idea è buona: una bambina rapita all’età di 3 anni, che non ha più visto la luce del giorno per i successivi 6. Sottoposta ad esperimenti di deprivazione sensoriale e torture allo scopo di farle raggiungere nuovi stati di coscienza.
La resa però è sottotono rispetto all’idea. Avrei sperato in un’analisi più approfondita della mente dei suoi torturatori (uno dei quali è il padre) attraverso la lettura del diario degli esperimenti, invece il resoconto del folle scienziato viene tralasciato anche da chi segue le indagini. Appare alquanto inverosimile che un detective non analizzi tutto il percorso degli esperimenti e cerchi invece di scoprire da solo cosa abbiano fatto alla piccola, che tra l’altro è anche diventata autistica.
Nonostante ciò ho apprezzato questa storia che fu scritta da Koontz nel lontano 1985. Sicuramente da allora è cresciuto parecchio come scrittore. In particolare penso al 1995, quando partorì un libro come Il fiume nero dell’anima che resta uno dei più belli che abbia letto.
Certo il Re Stephen è un’altra cosa!