giovedì 2 settembre 2010

Tutta casa e bidè

Da Pensare l’impossibile di Anais Ginori

Questo è il capitolo su Valentina Maran, che scrive testi per la pubblicita' e si definisce 'obiettrice di coscienza'. Ha un blog in cui parla del suo mestiere, ''di menzogne e di vergogne e di un mondo intoccabile perche' muove miliardi'' che combatte per avere donne vere nella pubblicita'.




- Io non mi sci rihonosco.
Ha un accento toscano fortissimo.
Sfido che non si riconosce: abbiamo usato donne vere, per carità, magari un attimino più in forma di lei, ma vere.
- Non mi sci rihonosco perché io non so micha chossì!
Eh, no, lei è grassa, con la ricrescita che urla vendetta. Abbina calzoni larghi sfatti, blu di maglia, con magliette di due taglie più grandi, marroni con motivi floreali e brillantini.
Suda.
Suda molto.
E si chiazza.

E’ talmente brutta che non può venirti il dubbio che sia stata messa lì per meriti estetici. Sicuramente ha carattere.
Purtroppo, come tutti i direttori marketing, non capisce una mazza di marketing.
Peggio ancora: non capisce niente di donne.
- Voglio vedere una donna vera, una donna he lavora!
- Ma infatti è così – azzardo – Quella che vediamo è una giornalista, fa una vita intensa, sempre impegnata. Tra orari di redazione, viaggi all’estero per gli articoli. Una donna che ha una vita piena, anche di interessi.
- E’ troppo alta di profilo.
- Beh, un minimo aspirazionale la dobbiamo fare… non fa mica la scrittrice! O il primo ministro! Fa la giornalista!
- Le donne non sci si rihonoscono: Voglio proprio vederla quella he sta ffori dalla mattina alla sera!
- Io!- Le faccio.
Io che mi alzo alle sei del mattino e non rientro prima delle otto di sera, quando va bene.
Io che, se serve, vengo spedita di qua e di là nel globo a seguire campagne pubblicitarie.
Io.
E sono normalissima.
Faccio un lavoro comune. Faccio gli orari della maggior parte delle mie amiche che vivono in provincia.
- E’ una cosa normalissima.
Dribbla.
- E questa hosa dell’homo?.
Lo script prevede che la protagonista sia una persona reale, single, una dalla vita piena ed è normale che abbia partner diversi, conosciuti magari una sera.
Oppure uomini che frequenta di più, ma nulla di fisso.
Vero, insomma, perché a noi donne, che diamine, piace anche trombare per il gusto di trombare!
- Beh, molte donne non hanno un partner fisso e ormai è entrato nelle normali vicende della vita quotidiana quelle di avere più di una relazione. Il fatto di far vedere lei che usa il detergente intimo in tutte le occasioni della sua vita, compresa quella prima di avere un rapporto, fa capire la grande fiducia verso il prodotto.
E cccheccacchio: te lo farai un bidet prima di stenderti uno, o no?
Inspira, espira, poi alza voce.
- Miha tutte!
La incalzo
-Beh, quelle in target sì!
E a questo punto le parte quello che noi chiamiamo l’incazzometro;
la faccia comincia a diventarle paonazza;
una specie di sfogo d’orticaria che le parte dal collo.
Alza la voce. Non mi guarda. Sono la più bassa in grado in questa riunione e secondo la sua idea di gerarchia, non dovrei parlare. Ma se non difendo io questo mese di lavoro, non lo farà nessuno. E poi è una questione di principio nei confronti della realtà.
- Ho detto he l’idea he diamo della donna non va bbene!
- Ma è reale!
Il rossore passa dalla gola al mento.
Fissa a turno tutti i miei superiori
Io insisto, tanto ormai è partita
- … e poi usando lei possiamo farla vedere in varie situazioni della vita: 4 prodotti, 4 necessità diverse, e poi anche salviettine da viaggio:
la facciamo vedere in palestra per l’antibatterico, o appunto, visto che ha una vita sessuale attiva, facciamo capire che usa quello, poi il delicato se lo deve prestare a un’amica, o magari mentre studiavano all’università e avevano esigenze diverse. Per quando è in viaggio all’estero, in qualche missione umanitaria, o campo profughi, o situazione igienica difficile, si porta le salviettine. Insomma: è un personaggio credibile, interessante, di formazione. Con un lavoro normale, ma aspirazionale.
Capisco che non l’ho convinta dalla faccia ormai completamente paonazza.
- Non voglio sentire altro. E’ SBAGLIATO.
Ormai non parla. Urla.
- Io voglio una donna diversa. Le donne non sono miha queste! Le donne lavorano, tornano a hasa e poi quando arrivi e apri la porta… beh, che c’è di più bello che trovare tuo marito che t’aspetta hoi bambini? Questa è una donna vera! Niente è più bello che tornare a chasa e trovare tuo marito che t’aspetta.
Si, magari sul divano coi piedi sul tavolino mentre guarda la tv, i pargoli ti devastano casa e tu pensi che non muore anche se per una volta nella vita prepara lui la cena.
-la gjioia dei figli! Io voglio una chosa chossì! La freschezza, la normalità!
Va in bagno, si rinfrescha. Io voglio questi valori!

E da qui si riparte.
Film con donna che esce dal lavoro, prende i mezzi, torna a casa. Apre la porta e le si spalanca il magico mondo delle meraviglie: 2 figli, maschio e femmina, e il marito che l’accoglie sorridente prima che lei vada a farsi il bidet.
Andiamo in test con quello.
E il test lo boccia: le donne non ci si riconoscono.
Per fortuna.
Questo però vuol dire che si riparte di nuovo.
Su un altro prodotto.
Igiene intima, target giovanissimo, prodotto che dà estrema freschezza. Quasi glaciale.

Ok. Quindici giorni dopo torniamo da Sherk (in ufficio la chiamiamo affettuosamente così)
Lo spot: una barista che lavora in un lounge bar.
E’ una piuttosto aggressiva e decisa: lavora per mantenersi agli studi, per non pesare sui suoi.
E’ una che, proprio per il lavoro che fa ha la possibilità di conoscere e frequentare numerosi ragazzi.
Usa il prodotto super fresco perché gli piacciono le sensazioni decise.
Non è una da vie di mezzo. O così o così.
Infatti durante quella stessa serata ammicca a uno. Stacco, il giorno dopo la vediamo correre fuori di casa in ritardo, assonnata, ma non prima di aver cacciato lui dall’appartamento mettendogli i vestiti in mano di corsa.

Silenzio dopo la presentazione.

- secondo me mancha il sorriso… è pocho luminosha…

Beh, se è solo quello forse lo salviamo ancora ‘sto spot.

Si toglie la notte. Deve essere diurno. E si deve vedere di più il bagno di casa.
Si cominciano a tagliare secondi di descrizione sul personaggio di lei. Addio indipendenza, addio alla poesia del “vivo in un monolocale ma almeno è mio”, addio al suo carattere deciso.

Ripresentiamo.
- Ragazzi, che ve lo devo anchora ripetere? Il bagno! Il ba-gnooo. E’ un detergshente intimo! Questa sta sempre al bar!
No. Al lavoro. Come la maggior parte delle donne.

Alla terza presentazione la vogliono vedere in bagno e basta. Quello di casa. La protagonista diventa un’asociale che passa la vita al cesso.
Lasciamo almeno le foto di lei sul mobiletto del bagno per far capire che è una barista, che lavora, che non è miss nessuno.
Ma reputano lo spot ancora troppo descrittivo su di lei e poco sul prodotto. Bisogna lavorare di più sull’assoluta freschezza.
Alla quarta presentazione lei è morta. Rimane solo questa femmina che si aggira per pochi secondi in sala e poi per il resto in bagno, felice e gioiosa di farsi un bidet ghiacciato.
Ripresentiamo lo spot così.
Niente parole intelligenti, Niente orgoglio per quello che si è. Niente indipendenza, decisione, niente carattere forte.
La femmina è gioia di lavarsi, grandi sorrisi e moine in macchina.
Chi sia, cosa faccia, che cosa pensi non importa. L’unico sentore di riconoscibilità che le donne avranno sarà quello estetico. Stop.

E finalmente Shrek annuncia:
- Finalmente mi sci rihonosco!
Già. Come no. Infatti la protagonista è una ragazza brasiliana con un culo marmoreo in primo piano dall’inizio alla fine, e un’inspiegabile gioia esistenziale nello schizzarsi d’acqua e nel farsi un bidet ghiacciato prima di uscire.
Ovviamente col fidanzato storico. Guai a pensare che possa essere libera sessualmente, eh!

E chi non ci si riconosce?!

Ok. Quello spot che gira ancora su tutte le reti è colpa mia.
Mea culpa.
Ma dio solo da se non c’ho provato a fare qualcosa di vero.