Di sussurri immortali avvolge i lidi desolati
E con ansito possente riempie mille caverne,
Finchè l’incanto di Ecate non l’avvete
Di ritirarsi, e lasciarle all’ombra sempiterna
Colme di grida. Spesso è così felice
Che la sua calma per giorni e giorni non smuove
La conchiglia caduta, quando i venti del cielo
Liberi infuriano in tempesta cupa.
Oh, tu che hai le pupille stanche e afflitte,
Nutrite dell’immensità del mare;
Tu che le orecchie hai stordite di volgare rumore
O troppo sazie di troppo ricche melodie,
Ascolta, fino a trasalire, ciò che dicono le vecchie caverne;
Il coro, sembra, delle antiche ninfe del mare.
E con ansito possente riempie mille caverne,
Finchè l’incanto di Ecate non l’avvete
Di ritirarsi, e lasciarle all’ombra sempiterna
Colme di grida. Spesso è così felice
Che la sua calma per giorni e giorni non smuove
La conchiglia caduta, quando i venti del cielo
Liberi infuriano in tempesta cupa.
Oh, tu che hai le pupille stanche e afflitte,
Nutrite dell’immensità del mare;
Tu che le orecchie hai stordite di volgare rumore
O troppo sazie di troppo ricche melodie,
Ascolta, fino a trasalire, ciò che dicono le vecchie caverne;
Il coro, sembra, delle antiche ninfe del mare.