venerdì 20 giugno 2008

Freaks


Teratogenesi viene dal greco e vuol dire ‘generazione di mostri’.

Nella tradizione greca la comparsa dei mostri veniva per lo più interpretata come un evento nefasto. In Grecia la concezione del bello aveva un significato metafisico: il kosmos (l’ordine che Zeus portò con l’eliminazione dei titani- gli dèi precedenti) esprimeva l'ordine dell'universo, bello e perfetto nello stesso tempo. L'idea del bello era legata a filo doppio con l'idea del buono: kalòs kai agathòs (bello e buono). Gli spartani gettavano dalle rupi i neonati imperfetti; lo stesso facevano anche i Romani. I filosofi tentavano di dare un senso alla presenza degli esseri deformi, elementi caotici nell’ordine imposto da Zeus.
La loro tesi più longeva fu quella per cui la donna incinta poteva causare la malformazione del feto solo guardando animali o immaginando creature fantastiche.
L'idea che le fantasie della madre potessero imprimere al feto forme mostruose si ritrova in tutte le epoche sino al tardo '700 e sopravvive sino ai giorni nostri nelle credenze popolari sull'origine delle 'voglie' dei neonati.
La donna che rimaneva impressionata in negativo o che immaginava in positivo qualcosa di mostruoso, conduceva ad emozioni che potevano creare un mostro.
La donna doveva essere disciplinata e controllata dunque, perché la possibilità che generasse mostri riposava nella sua indisciplina corporea e immaginativa.
La filosofia, da Foucault in poi, ha indicato questo tentativo di controllare il corpo femminile con il termine: ‘Biopolitica’. L’espressione più evidente di questo termine lo troviamo in tutti i regimi razzisti e nazionalisti che arrivarono a considerare in maniera scientifica la donna come il contenitore di una discendenza pura fino a giungere alle espressioni più violente nelle recenti guerre balcaniche e del continente africano fatte di stupri etnici: il corpo della donna diventa una terra da conquistare. Oggi in Italia una donna non può accedere alle tecniche di fecondazione assistita se non è regolarmente sposata. Sono esclusi tutti i soggetti caotici per la morale cattolica come omosessuali, conviventi e single.
La biopolitica definisce e tutela la ‘normalità’ ad ogni costo e aborrisce il diverso mostrificandolo.
Nonostante i tentativi di arginare la presenza dell’elemento caotico attraverso leggi e convenzioni sociali, la nostra cara vecchia società postindustriale non riesce a liberarsene del tutto. Così quello che esce dalla porta della legge e della medicina rientra dalle finestre dell’immaginazione e della fantasia sotto forma di letteratura e film.
Nel 1931 uscì in America un film tanto sconvolgente per l’epoca da venire censurato in diversi stati del mondo: ‘Freaks’ di Tod Browning.
La MGM che pretendeva che Freaks fosse il degno rivale di Frankenstein (1931) della Universal, rimase di pietra quando vide il risultato finito e compì tagli su tagli alla pellicola fino a rinnegare l'opera stessa. In Inghilterra fu proibito per 30 anni .
L’intento della pellicola era di aprire la mente del pubblico ribaltando l’ormai antichissimo concetto greco di kalòs kai agathòs (bello e buono..lo ridico, non si sa mai).
Qui si sottolinea la normalità dei mostri e la mostruosità dei normali, cosa che ora è divenuta un cliché del cinema (pensiamo a Elephant man di David Lynch del 1980) ma nel 1931 era qualcosa di davvero originale.
La storia è abbastanza semplice: un gruppo di 'Freaks', uomini e donne affetti dalle più incredibili malformazioni, sono la principale attrazione di un circo. Uno di loro, il nano Hans, diviene preda delle avide mire della bellissima acrobata Cleopatra, che lo convince a sposarla con l'intenzione di ucciderlo e di appropriarsi delle sue fortune, per poi dividerle con l'amante Ercole. Scoperto l'imbroglio, la vendetta di Hans e dei suoi amici sarà terribile (il vero finale fu eliminato perchè troppo violento, poichè si vedevano le torture cui venivano sottoposti Cleopatra e Ercole).
Non c’è possibilità di interazione tra il mondo dei ‘normali’ e quello dei ‘diversi’. I ‘normali’ che si mostrano solidali con i freaks vengono disprezzati e considerati su un livello più basso di esistenza. La parità esiste solo all’interno della stessa classe, a sua volta definita dall’estetica del corpo. La radice di questo confine invalicabile, pena l’esclusione sociale, risiede nella paura dell’altro, del caos e del tratto non-umano all’interno di noi stessi.
Ci sono alcuni stati degli USA in cui è ancora in vigore il divieto di proiezione di questo film.
Dagli anni ’30 ad oggi il balzo dell’immaginario è stato notevole, grazie anche alla tecnologia che ha aperto nuovi orizzonti dell’immaginario.
Così il cyberpunk mostrifica i corpi ‘normali’ con innesti meccanici e impianti cibernetici. Il binomio non è più tra kaos e kosmos, ma tra low tech e high tech. L’accesso ai diversi livelli di tecnologia ridefinisce la classe di appartenenza.
La fantascienza d’altro canto mantiene i piedi in entrambe le staffe. Alien colloca il mostro dentro i nostri corpi; un mostro che si nutre di noi per poi distruggerci. X-Files ci mostra l’ibridazione con gli alieni, nuovi mostri creatori di altri mostri. Star Trek - Primo contatto ci fa assimilare dai Borg, connubio di carne e tecnologia asservite all'efficienza e alla perfezione assolute. Infine X-Men rende il ‘normale’ obsoleto, poiché i mutanti, con i quali lo spettatore solidarizza, costituiscono la naturale evoluzione della specie umana. Da Freaks a X-Men si chiude il cerchio dell’identificazione col diverso.

Il sonno della ragione genera mostri, Goya, 1799