venerdì 13 giugno 2008

Dossier Sputnik


Dopo quasi un anno di latitanza da questo spazio, eccomi qui a parlare di un libro che mi ha toccato profondamente.

Achille e Giambattista Judica-Cordiglia, Dossier sputnik...questo il mondo non lo saprà… Edizioni Vitalità, Minerva Medica – Torino.

E’ la storia di due fratelli torinesi che avevano la passione per la radiofonia e un ingegno fuori dal comune.
Negli anni ’50, dal nulla, costruirono un’antenna per la ricezione di onde radio provenienti dai moduli spaziali che americani e sovietici gareggiavano a mandare in orbita.
Il titolo cita la frase detta da una cosmonauta (che si presume si sia chiamata Ludmilla) che morì in una delle tante missioni sovietiche pre-Gagarin. Ludmilla (?) era partita in missione con altri due cosmonauti ed è stata la prima donna cosmonauta ad andare in orbita. Durante la missione però qualcosa andò storto, forse l’aria si stava esaurendo e quando i fratelli intercettarono le comunicazioni dal modulo sovietico i due uomini non erano più coscienti mentre la donna, in evidente stato ansioso, riferiva di sentire molto caldo e, alla fine, di una fiamma sviluppatasi all’interno del veicolo: “…tanto il mondo non lo saprà”. Sono le sue ultime parole.
Il libro è la cronistoria dei tentativi dei due fratelli di intercettare questi segnali e dei loro successi. Mi è capitato di ascoltare le registrazioni delle voci di questi cosmonauti, intercettate nel corso degli anni dai fratelli Judica Cordiglia, in un paio di trasmissioni televisive. Nonostante all’epoca le loro gesta fossero molto note al pubblico, come anche alla NASA, alla CIA e al KGB, la storia non ha dato loro molto spazio. L’Unione Sovietica negò sempre in maniera categorica che fossero morti astronauti sovietici e, quando il lancio andava male, i comunicati parlavano di moduli privi di equipaggio. Mi ha appassionato leggere di come i fratelli si ingegnassero a costruire e poi migliorare le loro antenne, dapprima rudimentali e poi sempre più perfezionate, di come furono invitati in America da funzionari governativi increduli di ciò che i fratelli fecero loro ascoltare, di come i tecnici di una base di lancio sovietica rimproverassero il cosmonauta di turno perché “i torinesi ci ascoltano!” Lo consiglio a chiunque sia appassionato di storia dell’astronautica ma anche a chiunque coltivi una qualunque passione (dal videogioco al modellismo passando per i francobolli), perché sono state la passione e la curiosità a far muovere i primi passi di due fratelli che cominciarono costruendo una radiolina con pezzi di scarto.
Buona lettura!
Potete trovare alcuni file audio qui

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti