giovedì 19 giugno 2008

Maab



Da Romeo e Giulietta di Shakespeare: I Atto, scena IV. Sono in scena Romeo e Mercuzio.


ROMEO: Stanotte ho sognato un sogno।[...]


MERCUZIO: Oh, vuol dire allora che la regina Maab è venuta a farti visita. È la levatrice delle fate, e se ne viene in forma non più grossa che una pietra d'agata all'indice d'un consigliere comunale, trainata da un equipaggio di piccoli atomi traverso i nasi degli uomini quand'essi giacciono addormentati. I raggi delle sue ruote sono fatti di lunghe zampe di ragno; il mantice di ali di cavallette; le tirelle dei più esili fili di ragnatela; i pettorali dei rugiadosi raggi della luna; il manico della frusta d'un osso di grillo; la sferza appena d'un filamento. Il cocchiere, poi, è un moscerino dalla bigia assisa, non grande neppure a metà quanto il piccolo vermiciattolo arrotolato tratto fuor dal dito pigro d'una fanciulla. Una noce svuotata è il suo cocchio, lavorato dallo scoiattolo ebanista o dal vecchio lombrico, che da un tempo immemorabile si son fatti carrozzieri delle fate. E in questo arnese ella galoppa ogni notte attraverso il cervello degli amanti, e li fa sognare d'amore; sulle ginocchia dei cortigiani, che così sognano subito di elaborati inchini; sulle dita degli avvocati, che non mettono tempo in mezzo a sognar parcelle, sulle labbra delle belle donne, che immantinente sognano baci: ma quelle, incollerita, Maab subito affligge di pustole, da che l'alito loro è guasto dal mangiar troppi confetti. Galoppa ella talvolta sul naso d'un usciere di tribunale, che sogna di snuffiare un processo, e si reca talora con la coda d'un porcellino della decima a fare il solletico sott'al naso d'un parroco addormentato, che sogna d'aggiungersi un altro benefizio. E gira a volte in carrozza attorno al collo d'un soldato, e questi sogna di tagliar gole straniere, e breccie e imboscate e lame spagnole e brindisi in bicchieri profondi in cinque tese; e d'un tratto, ecco, egli sente rullare il tamburo, e trasalisce e si desta, e, colpito dallo spavento, bestemmia qualche giaculatoria, e subito ripiomba nel sonno. Questa è la stessa Maab che a notte intreccia le criniere dei cavalli, e stringe dei magici nodi nei loro crini unti e bisunti, che, se districati, portano con sé il malocchio. È lei la maga che quando le fanciulle giacciono in letto con la pancia all'aria, le preme e insegna loro a portare, e le trasforma in donne di bel portamento. Essa è colei......


ROMEO: Basta, basta Mercuzio, basta! Tu parli del nulla.


MERCUZIO: E' vero, io parlo di sogni, che sono i figliuoli d'un cervello ozioso, generati da null'altro se non da un vano fantasticare, e d'una sostanza imponderabile quanto l'aria, e più incostante del vento che pur ora corteggia il gelido seno del settentrione, e che indi, crucciato, muove rivolto il viso al mezzogiorno stillante di rugiada...