lunedì 14 dicembre 2009

Il rapporto Murphy

Io …se fossi Dio non aspetterei il 2012 per far piazza pulita dell’umanità.

Il Rapporto della Commissione Ryan, diffuso nel maggio di quest'anno, raccontava gli orrori e le sevizie cui erano sottoposti i bambini negli istituti gestiti e controllati da ordini religiosi. I superiori non solo sapevano, ma incoraggiavano il "mantenimento della disciplina" con tali mezzi. Gli ispettori governativi che avrebbero dovuto vigilare sul benessere dei bambini fingevano di non sapere e non vedere. Un rapporto sconvolgente, che ha costretto i Fratelli Cristiani, la congregazione religiosa che gestiva la maggior parte delle scuole industriali assieme alle Suore della Misericordia, ad offrire un risarcimento di 34 milioni di euro alle vittime. Altre cinque congregazioni hanno offerto ulteriori 43 milioni di euro. Un Consiglio di Giustizia fu istituito già dal 2002 per risarcire le vittime: al 2008 aveva giudicato 11.337 casi, con risarcimenti individuali tra i 65.000 e i 300.000 euro

Ora, a sei mesi di distanza, arriva un nuovo rapporto, quello della Commissione Murphy, istituita nel 2006 per verificare come la Chiesa e le autorità statali avessero gestito le denunce di abusi sessuali sui minori commessi dagli ecclesiastici nella sola diocesi di Dublino. Settecento pagine di testimonianze raccapriccianti, 320 vittime, una sequenza di racconti dell'orrore che coinvolgono un campione di 46 sacerdoti dal 1975 al 2004, costantemente coperti dalle autorità ecclesiastiche, spostati di parrocchia in parrocchia, con l'unico intento di proteggere il buon nome e i beni della Chiesa. Gli ultimi quattro arcivescovi che si sono succeduti alla guida della diocesi di Dublino avevano in comune una regola: coprire gli abusi e gli abusatori, insabbiare, nascondere, negare.

Il rapporto Murphy è dettagliato: ad ogni sacerdote è dedicato un capitolo denso di accuse, di testimonianze, di orrori. Ogni

Padre Noel Reynolds ammise di aver abusato di più di 100 bambini nelle 8 parrocchie in cui aveva esercitato il proprio ministero negli oltre 30 anni di carriera. Spostato da una parrocchia all'altra ogni volta che si sollevava uno scandalo sui "comportamenti inappropriati" tenuti dal sacerdote, raccomandato ai vescovi locali senza mai comunicare i suoi trascorsi, Reynolds trovava ogni volta terreno fertile: le madri gli affidavano con fiducia i bambini. Le denunce vennero a galla solo nel 1995, quando la polizia irlandese aprì un'indagine sul suo conto. Arrestato nell'ottobre del 1999, a seguito degli abusi commessi su due sorelline di sei e undici anni, Reynolds confessò. Confessò di aver violentato almeno cento bambini, raccontò particolari mostruosi e raccontò anche di come aveva abusato di una bambina piccolissima, violentandola brutalmente utilizzando un crocifisso che la polizia acquisì come prova.

Evidentemente a questo mostro era piaciuto molto il film "L' esorcista".


E tuttavia solo nel 1998, poco prima dell’arresto, fu stato rimosso dalla parrocchia e trasferito come cappellano al National Rehabilitation Hospital, anche stavolta senza informare le autorità ospedaliere dei trascorsi del sacerdote e mettendo in grave pericolo i 94 bambini degenti nella struttura.

Le autorità dell'arcidiocesi che si occupavano delle denunce di abusi su minori avevano un’ampia esperienza in diritto canonico e in giurisprudenza. Eppure l'arcivescovo e i vescovi dublinesi sostennero di non sapere che, oltre ad essere un peccato, l'abuso su minori fosse anche un reato, e pertanto non avevano informato le autorità giudiziarie di quanto accadeva nelle loro parrocchie. Tuttavia tale presunta ignoranza risulta insostenibile, alla luce del fatto che fin dal 1986, le autorità ecclesiastiche decisero di ricorrere ad una polizza assicurativa per proteggere i beni della Chiesa da possibili richieste di risarcimento da parte delle vittime di abusi.

Nel 2002, il governatore dell'Oklahoma Frank Keating, presidente del Consiglio Nazionale per il Riesame che si occupava della vicenda dei preti pedofili negli Stati Uniti, rilasciò un'intervista al Los Angeles Times spiegando il motivo delle sue dimissioni dall'incarico dopo appena un anno, paragonando la segretezza della Chiesa a quella della mafia e le gerarchie ecclesiastiche a Cosa nostra: "I preti non obbediscono ai mandati di comparizione, e fanno sparire i nomi degli stupratori. Questa è un'organizzazione criminale, non la mia Chiesa".

Di fronte alla cultura della segretezza, la Commissione Murphy dovette emettere un ordine formale con il quale veniva richiesto che l'arcidiocesi di Dublino e altre organizzazioni, compresa la polizia stessa, fornissero tutti i documenti in loro possesso riguardanti i 46 sacerdoti coinvolti nell'inchiesta.
Nel settembre del 2006, la Commissione inviò inoltre una richiesta formale alla Congregazione per la Dottrina della Fede "chiedendo informazioni sulla promulgazione del Crimen Sollicitationis". Chiedeva inoltre informazioni su tutti i rapporti, riguardanti gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti, “inviati alla Congregazione dall'arcidiocesi di Dublino". La Congregazione non rispose mai alla richiesta, adducendo come pretesto il fatto che la stessa non fosse stata inoltrata attraverso gli appropriati canali diplomatici.
La Commissione inviò allora, nel febbraio 2007, una formale richiesta al Nunzio Apostolico irlandese, chiedendo di produrre tutti i documenti in suo possesso riguardanti l'indagine in corso. Non vi fu mai risposta. Non avendo il potere di emanare alcun ordine nei confronti della Congregazione per la Dottrina della Fede nè del Nunzio Apostolico, la Commissione proseguì il proprio lavoro senza alcuna collaborazione da parte del Vaticano. Tuttavia ritenne opportuno, alla conclusione dei lavori, inviare al Nunzio una copia del rapporto Murphy. Ancora una volta, non ricevette risposta.

Di fronte agli esiti del rapporto Murphy, l'attuale arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha offerto alle vittime le proprie scuse, il proprio dolore e la propria vergogna. Guardandosi bene dall'offrire anche un risarcimento economico, per quanto nessuna somma possa mai risarcire le violenze e le umiliazioni delle vittime

Di qualche giorno fa è la notizia che il Vaticano si rammarica profondamente per le vicende narrate nel rapporto Ryan….ma del rapporto Murphy io non ho sentito neanche una parola.