sabato 20 agosto 2011

Rollins, L'ordine del sole nero

Eccomi a parlare di un altro libro di James Rollinns. Lo so sono un po’ ossessiva ma quando mi piace un autore voglio leggerlo tutto. Devo amche dire di non aver rispettato l’ordine di pubblicazione nelle mie letture perciò talvolta può essermi capitato di trovare qualche personaggio in una fase più o meno evoluta della sua vita. La cosa non ha disturbato comunque la lettura dato che Rollins predilige nettamente la trama dell’avventura corrente ai dettagli personali dei suoi eroi.

Il romanzo di oggi è L’ordine del sole nero, TEA editore.

Cominciamo come sempre dalla quarta illustrativa:

Un monastero in Nepal. Lisa Cummings, una giovane dottoressa americana, assiste impotente a un'improvvisa, violentissima ondata di follia che si scatena tra i monaci. E scopre di essere diventata l'obiettivo primario di uno spietato killer, deciso a non far trapelare all'esterno la notizia di quegli avvenimenti sconcertanti. L'unico alleato di Lisa è un singolare pellegrino, Painter Crowe, direttore della Sigma Force, un gruppo altamente selezionato di scienziati e militari cui vengono affidate imprese "impossibili". Ma la pazzia sta ormai per impadronirsi anche della mente di Crowe... Una libreria di Copenhagen. Che cosa c'è dietro l'incendio che ha mandato in fumo centinaia di volumi, causando anche una vittima? C'è anzitutto un altro libro, la Bibbia appartenuta a Charles Darwin, il padre dell'evoluzionismo. Ma c'è anche un segreto - un segreto orribile - che affonda le sue radici nella Germania nazista. E per Grayson Pearce, membro di punta della Sigma Force, c'è una sfida tanto affascinante quanto letale... Vertici di un triangolo di complotti e misteri, Grayson, Painter e Lisa sono gli unici in grado di far luce su una minaccia che coinvolge il mondo intero. E che bisogna fermare a ogni costo

Devo dire che, come spesso accade, la quarta non rende assolutamente giustizia alla trama del libro.

Quello che apprezzo del nostro autore è la sua capacità di creare una commistione assolutamente plausibile tra la realtà storica e scientifica e lo sviluppo fantasioso di una storia che, a partire dal reale, si va pian piano ramificando in un tessuto narrativo piacevole e mai noioso.

Come sempre non rivelerò nulla dello svolgimento ma mi limiterò ad illustrare ciò che di vero si nasconde nel fantastico viaggio che Rollins ci ha regalato.



Tra i vari luoghi che visiteremo troviamo il castello di Wewelsburg, detto anche la Camelot nera. Questo era il luogo dove Heinrich Himmler riuniva alcuni membri scelti delle sue SS, nella fattispecie alcuni affiliati della Ahnenerbe di cui ho parlato qualche posto fa. Questi gentiluomini (si fa per dire ovviamente) studiavano o credevano di studiare le origini occulte della loro tanto cara e inesistente razza ariana. Tali origini furono da loro individuate nell’Himalaya. Himmler era un appassionato ammiratore delle antiche civiltà scandinave e soprattutto di rune, ma era anchje affascinato dal ciclo arturiano. Fu così che fece costruire in una delle sale del castello una tavola rotonda dove sedevano in riunione gli amabili membri scelti delle SS. Il nome del gruppo ristretto che sedeva a questa tavola si chiamava Ordine Nero ed adorava il Sole Nero. Questo rappresentava la terra da cui discendeva il padre di tutto, chiamata anche Thule, Iperborea o Agarthi. Il simbolo del sole nero rappresentava il sole sotto cui sarebbe riemerso lo status divino del popolo tedesco. Fu sempre grazie ad Himmler che si sviluppò il progetto Lebensborn che aveva l’obiettivo di aumentare la popolazione di razza pura istituendo dei veri e propri bordelli destinati esclusivamente alle SS con determinate caratteristiche fenotipiche: capelli biondi, occhi chiari ecc ecc.

Le donne che elargivano i loro favori sessuali nei Lebensborn erano volontarie e loro dovere era partorire il maggior numero di figli possibile. I bambini venivano poi tolti alle madri e allevati secondo il credo nazista.



Attraverseremo il globo per arrivare in Nepal, sulle vette dell’Himalaya e dentro un antico monastero, per poi finire all’interno di una montagna del massiccio dove gli eredi di un vecchio progetto nazista lo stanno ancora sviluppando.

Il progetto è una realtà storica e del suo funzionamento non si sa più nulla.

Nome del progetto: Die Glocke, la Campana.

Notizie su questo progetto sono emerse dagli archivi dell’ex Unione Sovietica e dai racconti degli abitanti dei villaggi vicini a Breslavia,

Una miniera abbandonata nella Slesia fu riconvertita in laboratorio per ospitare il progetto Die Glocke.



Ricostruendo le incomplete notizie che abbiamo a disposizione possiamo descrivere l’oggetto:

sarebbe un oggetto metallico a forma di campana avente un diametro di 3,10 metri e un’altezza di 4,95 metri. La campana era composta da due cilindri contro-rotanti, con all’interno uno metallo liquido avente un color porpora e denominato “”Xerum 525”, il quale ruotava all’interno della “campana” ad alta velocità.

Lo Xerum 525 era radioattivo e per questo era contenuto in recipienti in piombo aventi 3 cm di spessore. Era, con molta probabilità, un miscuglio di metalli liquidi, come il berillio, il torio e il mercurio, che formava un liquido denominato “mercurio rosso”. L’ossido di mercurio e l’antimonio avevano la caratteristica di emettere una grande quantità di neutroni, quando sottoposto ad uno stress esplosivo.

Per il funzionamento di tutto l’apparato occorreva una grande quantità di energia elettrica.

In funzione, poteva ruotare solo per un paio di minuti in quanto emetteva una grande quantità di radiazioni, generando allo stesso tempo un campo magnetico.

Sopra la miniera dove avvenivano tali esperimenti c’erano delle strutture in cemento armato.

Tutti gli esperimenti erano sotto la supervisione del generale delle SS Kammler, con i suoi due reparti con compiti speciali: SS-E-IV o “Entwicklungs-stelle IV”, ovvero il “Centro sviluppo IV del Schwarze Sonne” (Sole Nero) e il SS-U-13.

Molti abitanti del luogo furono colpiti da malattie sconosciute, probabile conseguenza di esposizione alle radiazioni.

Alla fine della guerra, tutti coloro che, a qualsiasi titolo, furono coinvolti negli esperimenti o erano a conoscenza di tale congegno noto come “la campana”, furono eliminati, scienziati compresi.

Le ipotesi più accreditate sullo scopo della Campana sono: studio di sostanze radioattive sottoposte a campi torsionali per ottenere un propulsore senza propellente come un motore antigravitazionale; o una sorta di macchina del tempo che poteva aprire un “wormhole”; oppure creare un’arma che avrebbe avuto la capacità di emettere un impulso generatore di gravità o anitgravità.

Il progetto di ricerca “Die Glocke” fu creato nel gennaio 1942, e fu denominato in codice “Tor” o “Gate” o “Gateway”. Poi, dopo l’agosto 1943, fu suddiviso in due altri sotto-progetti: “Chronos” e “Laternentraeger”; ed entrambi si riferivano al progetto “La Campana”, suddivisi però nell’aspetto fisico e medico-biologico.

Il nostro autore offre poi una sintesi per profani della teoria dei quanti, del principio di indeterminazione di Heisenberg e dell’esempio del gatto di Schrodinger (pag 328 dell’edizione di TEA) assolutamente affascinanti.