martedì 9 agosto 2011

Talbot, I numeri della sabbia

Dopo un lungo latitare eccomi di nuovo a parlare di libri.

Le statistiche ci dicono che in Italia i lettori sono una specie piuttosto rara e i grandi lettori (persone che leggono un libro al mese) una specie rarissima. Un libro al mese…un grande letore?! Sono rimasta esterrefatta quando ho sentito il servizio in TV. Considerato che da quando sono in ferie, ossia da 11 giorni ho letto 5 libri e ho gia’ addentato il sesto in quale statistica dovrei finire? O forse il ragionamento da fare dovrebbe essere il seguente: quanta gente non legge neanche l’etichetta di scadenza del latte se quelli come me aiutano a spalmare la quantita’ di letture fatte su una popolazione di analfabeto di ritorno che spinge l’Italia cosi’ in fondo alle classifiche di lettura?

Lasciamo perdere e passiamo al mio argomento preferito.

Oggi voglio parlare di una delle avventure lette durante queste ferie.

Talbot, I numeri della sabbia, Sperling e Kupfer.

Cominciamo con la quarta per capire di cosa parliamo.

“In questo romanzo singole esistenze si incrociano con il più grande mistero dell'umanità: la fine di tutto, l'Apocalisse. Più destini, più luoghi, più ipotesi, un'unica certezza: quella che la fine è vicina. Uno scienziato viene rapito. Un teologo si toglie la vita. Un riservato studioso e una donna, divisa fra due mondi, indagano: questa è la loro missione. Non l'hanno chiesta, ma non possono sottrarsi: il numero deve avere la sua soluzione. Oggi, prima che il mondo precipiti. E su tutto aleggia la potenza minacciosa di un magnate arabo che si prepara a ricacciare l'umanità nelle tenebre del Medioevo: le sue armi sono solo due numeri.”

L’Apocalisse e’ una parola greca che vuol dire Rivelazione. L’associazione di questa parola alla fine del mondo e’ dovuta all’ultimo capitolo della Bibbia, dove Giovanni ha una visione sugli eventi che chiuderanno la storia dell’uomo e apriranno le danze della resa dei conti tra il Bene e il Male che tenterà un ultimo colpo di coda per chiamare a se’ il maggior numero di anime umane.

Talbot provera’ in questo romanzo a tracciare un’ipotesi sugli eventi e soprattutto elabora una teoria numerologica sul dilemma che molti studiosi hanno cercato di risolvere: identificare il numero della Bestia 666.

Un ragionamento semplice ed affascinante che non rivelero’ naturalmente.

Il ritmo è incalzante e molto variegato, soprattutto perché i siti in cui la storia si svolge sono diversi.

Si comincia con la Città Eterna, Roma, con le sue magnificenze archeologiche e la sua storia millenaria.


Si passa a Dublino antica e affascinante capitale dell’Irlanda, con i suoi pub e la sua antica università.

Si arriva poi a Torino con la sua aura di oscurità religiosa


Si passa per Abu Dhabi moderna, ricchissima e immersa nel deserto

E si finisce in un posto affascinante come la Basilica di San Giulio sul lago d’Orta nei pressi di Padova.

Un viaggio interessante tra le righe di un’antica profezia che secondo l’autore va letta nella sua lingua d’origine: il greco..ma che io riporterò di seguito nell’italico idioma.

« Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. » (Apocalisse 13,16-18)