martedì 24 giugno 2008

Oak Island e il Money Pit



Il mio arzigogolato viaggio nelle pieghe dell’immaginario umano mi porta oggi a parlare di tesori nascosti, oggetto di fantasie sfrenate di tanta letteratura e cinema.
Oak Island è una piccola isoletta canadese situata presso la Mahone Bay, in Nova Scotia.
E' visitata ormai da anni da schiere di ricercatori di tesori e appassionati di enigmi archeologici.
Da molti è considerata l’oggetto di una delle più lunghe cacce al tesoro degli ultimi secoli. Il desiderio che tutti vorrebbero esaudire è quello di scoprire il tesoro nascosto in fondo ad un pozzo, il Money Pit, il cui fondo resta insondabile a causa di un complesso sistema di vasi comunicanti in virtù dei quali più si scava, tentando di prosciugarlo, più il pozzo si riempie d’acqua.
Ma veniamo alla storia: nel 1795 un ragazzo di nome Daniel McInnis (o McGinnis) trovò una profonda depressione del terreno accanto ad una quercia alla quale era appesa una vecchia carrucola. Raccontato il fatto a due amici esperti di leggende sui pirati, il giorno dopo Daniel e i suoi due amici tornarono sul posto armati di vanga e cominciarono a scavare senza trovare nulla fino a quando, scoraggiati, furono contattati da un uomo d’affari di nome Simeon Lynds le cui intenzioni erano di creare un consorzio di cercatori di tesori, che fu poi chiamato Onslow Company.
I lavori, iniziati nella prima decade dell’800 portarono al ritrovamento di diversi strati di legno di quercia a intervalli di 3 metri uno dall’altro. Furono anche trovati strati di altri materiali, alcuni non presenti sull’isola e neanche nelle vicinanze:
a circa dodici metri fu scoperto uno strato di carbone di legna , a quindici metri uno strato di mastice, a diciotto uno strato di fibra di cocco, a ventisette metri una pietra di porfido egizio con su inciso una frase tradotta: “Quaranta piedi sotto sono sepolte due milioni di libre” .
Al termine degli strati i cercatori sondarono col bastone per saggiare la consistenza del terreno e arrivarono a tastare una superficie che poteva sembrare di legno, ma ormai fattasi notte, abbandonarono il lavoro per tornarvi la mattina seguente. Al loro ritorno trovarono il pozzo completamente allagato in tutta la profondità (avevano scavato circa 60 metri). Avevano innescato una forma di difesa idraulica che aveva permesso all’acqua di riempire lo scavo. Finchè era sigillato dalle pavimentazioni superficiali, non permetteva all’aria di uscire e di conseguenza all’acqua di penetrare. Una volta tolto il “tappo” l’acqua avevariempito il tutto fino a livello del mare. Sono stati disegnati degli schemi della probabile struttura del pozzo che rivelano un’opera di ingegneria idrica eccezionale.
Fu usata una trivella che trapassò gli strati del pozzo fino a raggiungere quelli che furono identificati come barili. Al ritiro della trivella furono recuperati da Lynds tre anelli di una catena d’oro. In seguito fu inserita un altro tipo di trivella per raggiungere il pozzo in maggiore profondità. Quando la trivella tornò in superficie un operaio addetto agli scavi accusò un altro di aver recuperato qualcosa dalla trivella. Durante l’interrogatorio l’operaio promise di rivelare tutto agli investitori, ma morì misteriosamente prima di parlare. Una volta appurato che l’acqua contenuta nel pozzo fosse acqua di mare e che il livello seguisse il movimento delle maree fu effettuato un sopralluogo che accertò che la spiaggia attorno a Money Pit era artificiale. La compagnia finanziò la costruzione di una diga che ne evidenziò la presenza di una più antica e di una serie di tunnel, che convergevano verso il Money Pit. Una tempesta però spazzò via la diga prima che fosse terminata.
Incidenti e morti funestarono le ricerche negli anni: un operaio morì per lo scoppio di una caldaia impiegata per il prosciugamento del pozzo. Incidenti successivi provocarono il cedimento delle piattaforme di legno e il crollò del pozzo del tesoro. Negli anni (fino al 1955) si susseguirono scavi e sporadici ritrovamenti riguardanti frammenti di legno lavorato, di metalli e di una sostanza che, successivamente studiata, si rivelò essere un materiale artificiale simile al cemento.
Nel 1959 5 persone morirono asfissiate nel tentativo di scavare di un pozzo parallelo al Money Pit. Infine nel 1971 fu impiegata una nuova trivella. Dopo il ritrovamento di frammenti di ottone e legna fu calata nel pozzo una telecamera che rilevò la presenza di due o tre casse e di un corpo umano. Nel 1995 fu redatto un rapporto sull’isola Oak e da allora i cacciatori di tesori continuano a tentare di trovare il tanto bramato e misterioso tesoro del Money Pit.
Su questo sito troverete una riproduzione dell’iscrizione trovata all’interno del pozzo.
Se volete fare una visita virtuale di Oak island andate qui .
Preston e Child hanno scritto uno splendido romanzo (Marea, editore Sonzogno) sul Money Pit e la sua storia e, naturalmente, offrono la loro personale soluzione del mistero.


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