martedì 30 giugno 2009

Il segreto della Genesi

Ho finito di leggere un libro che ha colpito fortemente il mio immaginario.
Tom Knox, Il segreto della Genesi, Longanesi
La prefazione al libro specifica che tutti i dati archeologici presenti nel libro sono reali e verificabili. E così è. La trama è piuttosto articolata e per questo vi rimando alla quarta di copertina che riporto qui sotto:
Londra. Efferati delitti scuotono la città, in una scia che presto si espande fino agli angoli più remoti delle isole britanniche. L'ispettore Forrester, di Scotland Yard, brancola nel buio. Ci sono solo pochi indizi che sembrano puntare verso una tradizione occultista sotterranea e potente. Chi c'è dietro quelle esecuzioni rituali? E perché i fatti di sangue sono sempre accompagnati da strani scavi nelle vicinanze? Sito archeologico di Gobekli Tepe, deserto della Turchia orientale. Il giornalista Robert Luttrell, inviato sul posto per un incarico di routine dopo una pericolosa missione, stringe amicizia con il direttore degli scavi, l'archeologo tedesco Franz Breitner, e la sua affascinante assistente Christine. Rob apprende così la straordinaria storia del tempio più antico del mondo, costruito dodicimila anni fa e misteriosamente sepolto duemila anni dopo. E poi scoperto per caso in un'area che rappresenta forse la culla della civiltà, una zona in cui ancor oggi sopravvivono culti antichissimi, che precedono le religioni monoteiste, come il culto degli angeli... Ma qualcuno non vuole che gli scavi proseguano, ed è disposto a uccidere purché il segreto di quel tempio rimanga nascosto. Un segreto gelosamente custodito da millenni, eppure sotto gli occhi di tutti, nel libro della Genesi.”
Devo ammettere che mi sarei compiaciuta di più con un finale ‘ufologico’, che ci stava proprio bene, ma mi sono ‘accontentata’ di un più sobrio finale archeologico, molto simile alle ipotesi reali fatte da chi ancora sta scavando un sito che è un unicum nella storia dell’archeologia, nonostante non ne parli nessuno. Il pregio di questo autore è stato anche quello di riunire insieme tante tradizioni che convivono in questo piccolo angolo del pianeta, come l’antichissimo culto angelico degli Yezidi, popolazione curda falciata dalle persecuzioni etniche, accostandole alle scritture bibliche della Genesi e a ipotesi di criptozoologia (come la diffusione del Gigantopiteco e di suoi discendenti), di paleoantropologia (come l’oscura origine degli Ainu nel nord del Giappone e le caratteristiche della cultura Jomon risalente al 10.000 a.C.).

Il dato più affascinante resta quello di cronaca riguardante uno scavo archeologico che ha portato alla luce la struttura megalitica più antica mai rinvenuta. Göbekli Tepe è un sito archeologico presso la città di Şanlıurfa nell'odierna Turchia, presso il confine con la Siria, risalente all'inizio del Neolitico o alla fine del Mesolitico. Vi è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra (12.000-8.000 a.C. circa), la cui erezione dovette interessare centinaia di uomini nell'arco di tre o cinque secoli. Il sito si trova su una collina artificiale alta circa 15 m e con un diametro di circa 300 m, situata sul punto più alto di un'elevazione di forma allungata, che domina la regione circostante, tra la catena del Tauro e il Karaca Dağ e la valle dove si trova la città di Harran. Gli scavi furono iniziati nel 1995 da una missione congiunta del museo di Şanlıurfa e dell'Istituto archeologico germanico sotto la direzione di Klaus Schmidt e portarono alla luce un santuario monumentale megalitico, costituito da una collina artificiale delimitata da muri in pietra grezza a secco.
Sono inoltre stati rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti oltre 10 tonnellate ciascuno, probabilmente cavati con l'utilizzo di strumenti in pietra. Sono state riportate in luce circa 40 pietre a forma di T, che raggiungono i 3 m di altezza. Per la maggior parte sono incise e vi sono raffigurati diversi animali (serpenti, anatre, gru, tori, volpi, leoni, cinghiali, scorpioni e formiche). Alcune incisioni vennero volontariamente cancellate, forse per preparare la pietra a riceverne di nuove. Indagini geomagnetiche hanno indicato la presenza di altre 250 pietre ancora sepolte nel terreno.
Se Gobekli Tepe fosse semplicemente questo, sarebbe già una specie di Stonehenge turco. Diversi fattori unici innalzano però Gobekli Tepe al rango di paradosso archeologico. Il primo è la sua età. La datazione al radiocarbonio mostra che il complesso è di almeno 12.000 anni fa, forse anche 13.000 anni. Ciò significa che è stato costruito intorno al 10.000 a.C. A titolo di confronto, Stonehenge è stato costruito nel 3000 a.C. e le piramidi di Giza nel 2500 a.C. Infatti negli strati di riempimento sono state trovate moltissime punte di lancia databili in quell'epoca, inoltre le datazioni al carbonio 14 hanno confermato fino ad ora queste ipotesi. Una cosa interessante è il fatto che la collina, al cui interno sono stati ritrovati i monoliti, è di origine artificiale. Quindi sembra che qualcuno, di proposito, dopo aver costruito il tempio, abbia provveduto a ricoprirlo attentamente cercando di non lasciarne traccia. Resta inoltre il dubbio di capire "chi" all'epoca era in grado di poter erigere un complesso di tale rilevanza.

Di seguito alcune date in cui sono stati costruiti i più importanti monumenti preistorici fino ad ora conosciuti per aiutarvi a riflettere sull'importanza di tale scoperta:
Primi Megaliti di MALTA: 3.500 A.C.
Stonehenge : tra il 2.000 e il 2.500 A.C.
Piramidi 3.000 A.C. (se non si tiene conto della ridatazione "non ufficiale" dell'ipotesi relativa all'allineamento con Orione, che daterebbe le piramidi al' 11.000 A.C. . Altrimenti piramidi e Gobekli sarebbero quasi coevi).
Interessanti sono anche le incisioni scolpite sui megaliti raffiguranti animali in quanto sono molto ben dettagliate e di raffinata fattura. Alcune di queste incisioni hanno delle rassomiglianze con quelle trovate in un'altro luogo della Mesopotamia, Nevali Cori molto vicino a Gobekli Tepe. Gobekli è quindi il più antico di tali siti nel mondo. E’ così vecchio che precede la vita sedentaria dell’uomo, prima della ceramica, della scrittura, prima di tutto. Gobekli proviene da una parte della storia umana che è incredibilmente lontana, nel profondo passato dei cacciatori-raccoglitori. Come poterono gli uomini delle caverne costruire qualcosa di così ambizioso? Schmidt pensa che bande di cacciatori si siano riuniti sporadicamente nel sito, durante i decenni di costruzione, vivessero in tende di pelle di animali e uccidessero la selvaggina locale per nutrirsi. Le molte frecce di selce trovate presso Gobekli giocano a sostegno di questa tesi, ma sostengono anche la datazione del sito. Questa rivelazione, che i cacciatori-raccoglitori dell’Età della Pietra potrebbero avere costruito qualcosa come Gobekli, cambia radicalmente la nostra visione del mondo, perché mostra che la vita degli antichi cacciatori-raccoglitori, in questa regione della Turchia, era di gran lunga più progredita di quanto si sia mai concepito - incredibilmente sofisticata. Klaus Schmidt sostiene che, a suo parere, questo posto era il sito del biblico giardino di Eden. Più in particolare: ‘Gobekli Tepe è un tempio dell'Eden.'
Vista in questo modo, la storia dell'Eden, nella Genesi, parla di un'umanità innocente e di un passato di cacciatori-raccoglitori che potevano nutrirsi con la raccolta delle frutta dagli alberi, la caccia e la pesca nei fiumi, e trascorrere il resto del tempo in attività di piacere.
Poi l'uomo ‘precipitò' in una vita più dura, con la produzione agricola, con la fatica incessante e quotidiana. E sappiamo dalle testimonianze archeologiche che la primitiva agricoltura è stata dura, rispetto alla relativa indolenza della caccia.
Quando avvenne la transizione dalla caccia e dalla raccolta all'agricoltura stanziale, gli scheletri mutarono - per un certo tempo crebbero più piccoli e meno sani, perché il corpo umano si doveva adattare a una dieta più povera di proteine e ad uno stile di vita più faticoso. stesso modo, gli animali da poco addomesticati diventano più piccoli di taglia.
Intorno all'8000 a.C. il sito venne deliberatamente abbandonato e volontariamente seppellito con terra portata dall'uomo. Le ragioni ad oggi sono ancora sconosciute.
C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
Genesi 6,4

venerdì 26 giugno 2009

Vauro censurato

25 giugno 2009, in Diario
lettera di Vauro al Corriere dopo la censura:

“Alla fine,dovranno dargli un'aureola in un certo qual modo ambita: Quella di uomo più censurato d'Italia. Vauro...”. Questo l'incipit di un articolo apparso sulle pagine del Corriere della Sera il nove maggio scorso, a firma M.Cre. Quando lo lessi non prevedevo che, a distanza di poco tempo, lo stesso giornale, al quale collaboro da più di quindici anni, avrebbe direttamente contribuito ad illuminare ulteriormente l'aureo cerchio (da me per niente ambito) sul mio capo. Sbagliavo. Tant'è che i lettori, quelli che apprezzano e quelli che non apprezzano le mie opere (opere si fa per dire) ieri non hanno trovato la mia vignetta nello spazio consuetamente dedicato alla mia piccola rubrica. La direzione del Corriere si è sostituita al loro giudizio decidendo di non pubblicarla. Qualcuno adesso si starà chiedendo “ Chissà cosa aveva disegnato di così impresentabile ed indecente da meritare una censura”. Mi dispiace deludere quel qualcuno ma si trattava soltanto di una semplice vignetta riguardante Berlusconi; Oltretutto, ritengo fosse abbastanza al di sotto degli standard ai quali in genere mi attengo quando mi dedico al suddetto. Ma forse sono io che sottovaluto l'efficacia del mio lavoro, altrimenti non si spiegherebbe tanto zelo censorio da parte della direzione. Comunque, niente di grave, come lo stesso Corriere ricordava nel pezzo che ho citato, sono avvezzo alle censure (meno ad accettarle) e non ho nessuna intenzione di avvolgermi nel sudario del martirio (mi sta decisamente stretto). Sono cose che succedono quando si fa satira o informazione. Anche se nel nostro paese succedono un po' troppo frequentemente. Grave sarebbe se questo fosse un segnale che il più grande e prestigioso quotidiano nazionale teme le minacce del presidente del consiglio, specialmente quelle riguardanti la distribuzione delle quote pubblicitarie che vorrebbe ridotte o addirittura azzerate per i giornali non suoi amici o non suoi tout court. Ma questo è impensabile in un paese democraticamente avanzato come il nostro. O no?"
Vauro

giovedì 25 giugno 2009

Il Cercatore

Oggi parleremo di una tipologia di individuo cui piace aggirarsi in vari esercizi commerciali. Non è un’esclusiva delle librerie universitarie anche se quando entra in una libreria assume le fattezze del più grande rompicoglioni che si possa incontrare.
Lui è il CERCATORE.

Il Cercatore entra con un’espressione di disgusto misto a pietà. Si guarda intorno con sufficienza e al nostro ‘Buongiorno! Prego!’ evita di guardarci negli occhi e, continuando a guardarsi intorno ci chiede dov’è il settore relativo alla materia che vuole sviscerare. Questo perché lui (quasi sempre uomo) è troppo esperto per relazionarsi con una commessa ignorante.
A questo punto un ghigno malefico mi si materializza sulla faccia.
Io odio i Cercatori perché sono spocchiosi e in realtà sanno molte meno cose di quanto cerchino di mostrare.
La caratteristica principale del Cercatore non è cercare un testo che risolva i suoi problemi. Lui cerca di soddisfare il suo ego mettendo alla prova chi si trova al di là del bancone. Non vuole trovare niente in particolare ma vuole che comunque tu glielo trovi.
Infatti non ti chiede una pubblicazione specifica, come farebbe chi se ne intende e sa che è uscito l’ultimo libro di chicchessia sull’argomento. Lui non ne sa niente ma vuole far vedere che si interessa di materie difficili.
Esempio:
Cercatore: Mi sa dire dov’è il settore che riguarda le materie scientifiche?’
Io: Mi spiace non c’è un settore qui. Abbiamo solo i testi per le Facoltà di economia e Scienze Politiche.
Cercatore: beh! Allora mi dica dov’è il settore di Economia

(Si spazientisce perché sta parlando con un’idiota…che sarei io, che non capisce neanche la più semplice delle domande.)

Io: come le ho appena detto non ci sono settori. Abbiamo i testi in ordine alfabeto per autore. Questa è una libreria universitaria quindi le persone che entrano già sanno quello che vogliono.
Piuttosto mi dica quale materia le interessa e vediamo se la posso accontentare.

(A questo punto il Cercatore comincia a rosicare perché si sente un po’ stupido visto che gli ho ripetuto il concetto e gliel’ho anche dovuto semplificare per farglielo comprendere meglio. Però è solo a questo punto che dà il meglio di sé. Perché lui è un Cercatore e non vuole nulla di preciso ma vuole che tu glielo trovi comunque...anzi segretamente lui spera che tu non riesca a trovare nulla cosicchè lui possa uscire con l’aria di chi è troppo forte per relazionarsi con una commessa ignorante)

Cercatore: ma…non so se mi può aiutare….

(il mio ghigno diventa sempre più malefico e una luce da predatore in caccia illumina il mio sguardo. Questo è il mio momento! Perché il mio odio per i Cercatori è superato solo dal sadismo della tecnica di caccia che adotto per questa specie)

Io: beh! Mia dia un indizio. Sa, l’economia è un mondo piuttosto articolato.

Cercatore: Lo so! (la colica di fegato è dietro l’angolo) Mi interesso di Statistica.

Io: Bene! Statistica! Teorica o pratica?

Cercatore: In che senso? (comincia ad avere un’aria smarrita)

Io: Mi spiego meglio. Cerca dei manuali o degli eserciziari?

Cercatore: tutti e due! (risposta diplomatica, così non si può sbagliare)

Io: Statistica generale o descrittiva?

Cercatore:………… generale……. (non sa di cosa sto parlando. Altra risposta diplomatica)

Io: Bene! Arrivo subito.

Tiro giù i due manuali adottati nelle due facoltà. I manuali che ho preso sono accanto ad altri manuali più specifici. Lui li vede e rilancia.

Cercatore: Mi fa vedere anche quegli altri lì vicino?

Io: Certo! Solo che questo sono di statistica descrittiva. Non so a quanto le servano se cerca una cosa più generale.

(comincia a guardarli tutti. Prima davanti, poi dietro, poi scorre tutte le pagine con la classica mossa a sventagliata. Questa tecnica non serve a vedere il contenuto di un libro ma solo a vedere velocemente se ci sono figure…e serve anche a dare aria alla faccia, da cui il termine sventagliata)

Cercatore: (cercando di darsi un tono e di recuperare un po’ di dignità davanti alla commessa) quale di questi manuali è quello di Economia?

Io: Questo! (sto godendo! È il manuale da 50 euro, grande come la bibbia illustrata…odiato da tutti gli studenti e l’eserciziario da 39 euro non è da meno) Certo è il più completo! Sa, le cose o si fanno bene o è meglio lasciar perdere (la lingua mi si è appena biforcuta e la coda a sonagli sta scandendo il ritmo della sconfitta del Cercatore….sta per capitolare)

Cercatore: ah…

Mi fermo un secondo per spiegare che i Cercatori in questo momento mostrano la loro casa di appartenenza. Dovete sapere che alla loro nascita ai Cercatori viene messo in testa un cappello parlante che li indirizzerà verso una casa di appartenenza.

Le case sono due:
1 i TornoDopo (maglia rosso e oro): dopo averti fatto tirare giù tutto ti dicono che torneranno dopo perché ora hanno i minuti contati, anche se è mezz’ora che ti stanno scuoiando le palle.

2 i TestaDiMerda (maglia grigio e verde): sono talmente idioti che per paura di sembrare ciò che sono, cioè stupidi, qualcosa se la comprano. Magari non proprio il mattone che gli stai rifilando tu. Magari un bignamino della stessa materia che tu hai opportunamente posto accanto ai volumoni. Lui vede il bignami e con aria intenerita dice: e questo cos’è? Che carino! Intanto prendo questo!

Il Cercatore del quale vi ho narrato le gesta era un TestaDiMerda capitano di squadra.
Infatti ha comprato manualone …e anche bignami!

La coerenza del direttore

Minzolini così scriveva in un suo articolo su Repubblica del 29 ottobre 1994: "Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure andarsene. Non è stato un buon servizio il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia... La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico."

Oggi Minzolini è direttore del TG1 e smentisce se stesso censurando ogni notizia che riguardi il giro di mignotte intorno a palazzo Grazioli e a villa Certosa. Donne che entrano in un palazzo di stato con telefonini e registratori e fanno foto e registrano scopate con uomini di potere.

Il che ci può interessare fino ad un certo punto, ma se pensiamo che palazzo Grazioli è una residenza statale possiamo pensare che vi siano stanze o cassetti riservati. Non sarebbe tanto difficile per un paese straniero assoldare una gnocca 007 che, oltre ad allietare le notti di qualche pezzo grosso o grossissimo, si aggiri nel palazzo a rubare informazioni o a progettare attentati e rapimenti.

Certo che se le vecchie BR non fossero state sgominate si sarebbero leccate i baffi pensando al rapimento di Berlusconi sulla scia dell'agguato a Moro e alla sua scorta.
In ogni caso ci complimentiamo con il direttore Minzolini che ha reso il giornalismo un mestierucolo da comari. Non è più la notizia ad essere importante ma l'opinione di chi la deve comunicare e/o censurare laddove non risponda al proprio pensiero.

mercoledì 24 giugno 2009

Appello di donne italiane alle first ladies

"Non venite al G8 italiano"
Siamo profondamente indignate, come donne impegnate nel mondo dell’università e della cultura, per il modo in cui il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, tratta le donne sulla scena pubblica e privata.Non ci riferiamo solo alle vicende relazionali del premier, che trascendono la sfera personale e assumono un significato pubblico, ma soprattutto alle modalità di reclutamento del personale politico e ai comportamenti e discorsi sessisti che delegittimano con perversa e ilare sistematicità la presenza femminile sulla scena sociale e istituzionale. Questi comportamenti, gravi sul piano morale, civile, culturale, minano la dignità delle donne e incidono negativamente sui percorsi di autonomia e affermazione femminili.Il controllo che Berlusconi esercita sulla grande maggioranza dei media italiani, in spregio a ogni regola democratica, limita pesantemente le possibilità di esprimere dissenso e critica. Risulta difficile, quindi, far emergere l’insofferenza di tante donne che non si riconoscono nell’immagine femminile trasmessa dal premier e da chi gli sta intorno. Come cittadine italiane, europee e del mondo, rivolgiamo un appello alle first ladies dei paesi coinvolti nel prossimo G8 dell’Aquila perché disertino l’appuntamento italiano, per affermare con forza che la delegittimazione della donna in un paese offende e colpisce le donne di tutti i paesi.


Chiara Volpato (Professore Ordinario – Università di Milano-Bicocca)
Angelica Mucchi Faina (Professore Ordinario – Università di Perugia)
Anne Maass (Professore Ordinario – Università di Padova)
Marcella Ravenna (Professore Ordinario – Università di Ferrara)

Su Micromega trovate l'appello e la raccolta firme

martedì 23 giugno 2009

Illibata


lunedì 22 giugno 2009

La biblioteca dei morti


Il giorno 7 luglio dell’anno 777, nell’Abbazia dell'isola di Vectis (Isola di Wight) il priore Josephus assiste alla nascita di un bambino, figlio di Ubertus il tagliapietre.

La nascita è attesa con vero e proprio terrore poiché il bimbo sarà il settimo figlio del tagliapietre, che a sua volta è già un settimo figlio.

La tradizione vuole che il settimo figlio del settimo figlio sia una creatura demoniaca portatrice di sventure inimmaginabili. Oltretutto la nascita è prevista proprio per il 7 Luglio (settimo mese)dell’anno 777.
Alla nascita del bambino, la madre muore e il padre impazzito uccide il neonato.

La levatrice però si accorge che nel grembo della morta c'è un altro bimbo che il padre accoglie con sollievo perchè quello è un ottavo figlio, ma non può sapere che nel ventre della moglie erano stati fecondati due ovuli: il neonato che ora giace morto sul sentiero era l’ottavo figlio, mentre il settimo, con i capelli rossicci e gli occhi verdi, è ora tra le sue braccia.
Qualche anno dopo il bambino, chiamato Octavius, sarà affidato ai monaci del convento che presto scopriranno lo strano talento del piccolo.

“«Octavus!» esclamò Josephus. «Vieni dentro! Non devi stare nella neve senza scarpe!» Il bambino reggeva un bastone e, come di consueto, disegnava. Il monaco lo raggiunse e fece l’atto di tirarlo in piedi quando si fermò di colpo, senza fiato dallo stupore. Impossibile! Josephus si riparò gli occhi dall’intenso riverbero ed ebbe conferma del suo iniziale timore. Tornò a grandi passi verso lo scriptorium e di lì a pochi istanti riapparve con Paolinus.Octavus continuava a tracciare segni col bastone nella neve.

«Non è possibile», sibilò Paolinus.

«Invece sì», ribatté Josephus.

C’erano delle lettere nella neve, inconfondibili.

S I G B E R T U S D I T I S

«Sigbertus di Tis?» «Non ha finito», disse Josephus, concitato. «Guarda: Sigbertus di Tisbury.» «Com’è possibile che sappia scrivere?» domandò Paolinus.

«Non lo so», rispose Josephus. «Nessuno del suo villaggio sa leggere o scrivere. In verità, tutti noi abbiamo pensato che fosse tardo di mente.» Il bambino continuava a tracciare segni col bastone.

18 12 782 Natus
Paolinus si fece il segno della croce. «Mio Dio! Scrive anche i numeri! Il diciottesimo giorno del dodicesimo mese del 782.

Cioè oggi!»”


Senza che nessuno gli abbia insegnato, Octavius sa scrivere, ma scrive solo interminabili elenchi di nomi e numeri.

La quarta di copertina dice:
“Questo romanzo comincia nel dicembre 782 in un'abbazia sull'isola di Vectis (Inghilterra), quando il piccolo Octavus, accolto dai monaci per pietà, prende una pergamena e inizia a scrivere un'interminabile serie di nomi affiancati da numeri. Un elenco enigmatico e inquietante.Questo romanzo comincia il 12 febbraio 1947, a Londra, quando Winston Churchill prende una decisione che peserà sulla sua coscienza sino alla fine dei suoi giorni. Una decisione atroce ma necessaria.Questo romanzo comincia il 10 luglio 1947, a Washington, quando Harry Truman, il presidente della prima bomba atomica, scopre un segreto che, se divulgato, scatenerebbe il panico nel mondo intero. Un segreto lontano e vicinissimo.Questo romanzo comincia il 21 maggio 2009, a New York, quando il giovane banchiere David Swisher riceve una cartolina su cui ci sono una bara e la data di quel giorno. Poco dopo, muore. E la stessa cosa succede ad altre cinque persone. Un destino crudele e imprevedibile.Questo romanzo è cominciato e forse tutti noi ci siamo dentro, anche se non lo sappiamo.Perché non esiste nulla di casuale. Perché la nostra strada è segnata. Perché il destino è scritto.Nella Biblioteca dei Morti.”

Una storia articolata, scandita da continui salti temporali che aiutano il lettore ad elaborare congetture e continui aggiustamenti fino ad arrivare alla verità, che è nascosta nell’edificio 34 del Groom Lake, al sesto piano interrato del bunker costruito nell’Area 51.

Starà all'agente Will Piper sbrogliare i fili di una matassa che si dipana e si intreccia da 1232 anni, nonostante i tentativi di molti di sotterrare definitivamente i segreti che il settimo figlio del settimo figlio aveva cominciato a svelare con un bastoncino nella neve.
Glenn Cooper, La biblioteca dei morti, Editrice Nord

Citizen Berlusconi


Stasera 22 giugno sul canale 130 di Sky, Current tv, manderanno in onda un documentario intitolato 'Citizen Berlusconi'.

L'anteprima è visibile qui.

Si tratta di inchiesta giornalistica prodotta dalla casa di produzione italiana Stefilm, programmato da diverse emittenti americane ed europee; finora non è ancora andato in onda su un'emittente televisiva italiana.

contro questo documentario si sono mossi all'estero anche ambienti diplomatici di Roma tentando di evitarne la diffusione giacché vi ravvisavano contenuti "altamente compromettenti e non accettabili in uno stato democratico per chi ricopre cariche pubbliche".

venerdì 19 giugno 2009

Le Poppe della Libertà


Dalla newsletter di Gomez/Travaglio/Corrias:
Poi dicono che in Italia manca un’accurata selezione della classe dirigente.
Sentite qua: Marcello Vernola, ex Dc, ex Dl, ex Fi, ora Udc, viene defenestrato dai berluscones alle Europee per far posto a Barbara Matera, già letteronza.
Ubi maior.
Insegue Denis Verdini, lo raggiunge al “seminario delle 30 veline da candidare alle europee”, il corso intensivo serale di tre giorni tenuto da Brunetta e La Russa, e chiede spiegazioni.
Risposta: “Caro, tu non c’hai le poppe”. Allora insegue Berlusconi fino all’Aquila: “Mi spiegò il suo progetto di ringiovanire le liste europee con belle fanciulle e scherzò sul fatto che non gli presentavo mai belle e giovani ragazze. Ovviamente non lo presi sul serio”.
E fece molto male: Al Tappone va preso sul serio solo quando scherza. Scartato il molesto postulante che non ha le poppe e non presenta mai ragazze, entrò in lista ­ma solo alle comunali ­ la escort Patrizia, al seguito dei Matarrese. Sempre per ringiovanire.
Ora, poverina, fingono tutti di non conoscerla. Tato Greco, nipote di Matarrese, spiega che lei arrivò un giorno, chiese di entrare in lista, e ci entrò subito “perché eravamo sotto con le quote rosa”. Ecco, le loro quote rosa.
Come dice Mavalà Ghedini, “Berlusconi ha grande rispetto per il mondo femminile”: infatti, in veste di “utilizzatore finale” della merce, “non ha bisogno di pagare 2000 euro per una ragazza…potrebbe averne grandi quantitativi, gratis”. Notare la soavità dell’espressione “grandi quantitativi gratis”.
Ponti aerei di gnocca. A’ dotto’, c’avemo ‘n grande quantitativo de poppe gratis: che famo, scaricamo?

martedì 16 giugno 2009

Lazar e l'elemento 115

Ununpentio è il nome temporaneo, assegnato dall'IUPAC, di un elemento superpesante sintetico della tavola periodica, che ha come simbolo temporaneo Uup e numero atomico 115.
Il 1º febbraio 2004, la sintesi dell'ununpentio e dell'ununtrio sono state riportate nella Physical Review C da un gruppo composto da scienziati russi del Joint Institute for Nuclear Research dell'Università di Dubna, e scienziati statunitensi del Lawrence Livermore National Laboratory. La loro scoperta è ancora in attesa di validazione.
Il gruppo ha riportato di aver bombardato dell'americio (elemento 95) con del calcio (elemento 20), producendo quattro atomi di ununpentio (elemento 115). Questi atomi, secondo quanto riportato, sono decaduti in ununtrio (elemento 113) in una frazione di secondo. L'ununtrio prodotto è esistito per 1,2 secondi, prima di decadere in elementi noti.
Questo è ciò che ci dice wikipedia sull’Ununpentio alias elemento 115.
Dell’esistenza di questo elemento parlò per la prima volta Bob Lazar.
Ma chi era costui?
Ai primi del 1989, il giomalista televisivo George Knapp, della KLAS di Las Vegas, stava conducendo una serie di trasmissioni sugli UFO. Nel mese di marzo, Knapp fu avvicinato da Robert Scott Lazar, un trentenne che si presentò come fisico dichiarò di aver lavorato presso l'area S-4 del Nevada Test Site (vicino all'Area 51) sotto speciale richiesta di Edward Teller

Knapp controllò la sua storia e si convinse a renderla nota. Fu ciò che avvenne nel corso di due serate televisive, l' 11 e il 13 novembre. Area 51 esplodeva anche tra i mass-media.Lazar, senza mezzi termini, affermò che nell'Area 51 si lavorava a velivoli a propulsione gravitazionale di origine aliena, e che aveva subito accuse di spionaggio e minacce di morte. Egli avrebbe svolto le sue attività tra il dicembre 1988 e l'aprile 1989 in una zona denominata S-4, circa 16 km più a sud dell'Area 51 propriamente detta, presso il laghetto di Papoose.
Ora, è certo che Lazar, nel 1982, abbia lavorato presso i Laboratori Nazionali di Fisica di Los Alamos (una circostanza che questo ente cercò invano di negare).Successivamente, con il suo impiego presso S-4, gli sarebbe stato dato accesso ad informazioni altamente riservate.
Lì, ebbe accesso a circa 120 documenti sugli UFO: nove astronavi erano cadute in mano alle autorità - non era spiegato come - ed autopsie erano state eseguite su cadaveri di alieni provenienti dal quarto pianeta del sistema stellare binario Zeta Reticuli


Il suo incarico prevedeva studi di ingegneria inversa su velivoli alieni presenti nella base. In parole povere la sua equipe doveva risalire al sistema di propulsione dei velivoli studiandone la conformazione.
Le sue dichiarazioni non poterono mai essere supportate da prove ovviamente. Anzi, anche le prove della sua identità pian piano sparirono da tutti gli uffici pubblici e, una volta morti i testimoni che lo avevano conosciuto, anche quel poco che si sapeva di lui finì nell’oblio. Tuttavia, la dichiarazione dei redditi del 1989, che Lazar ha esibito, cita un lavoro retribuito, svolto quell'anno in Nevada per i servizi segreti della Marina. Il modello contiene anche il numero di identificazione di Lazar, comprensivo della sigla «MAJ», che il fisico sostiene di aver avuto quando lavorava ad S-4.
Bob Lazar è sparito dalla circolazione ormai e, a parte un tesserino che comprova il suo lavoro governativo, di lui non si sa più nulla.


Stralcio di un’intervista:

- Domanda : Per lei il velivolo era alieno?

- Lazar : Assolutamente sì, alieno. Prima di tutto, lo scopo del progetto era di analizzarlo, se si fosse trattato di un’apparecchio degli Stati Uniti non avremmo perso tempo a capire come lo avremmo costruito, in secondo luogo per le dimensioni delle attrezzature interne, dalle dimensioni dei sedili e per i materiali utilizzati, a noi totalmente estranei, e poi per il carburante : l’elemento 115, che è virtualmente inesistente. Ho sommato queste informazioni a quelle che mi erano state precedente fornite, in cui si affermava chiaramente che si trattava di un veicolo extraterrestre.

-Domanda : Le hanno detto come funzionava il sistema di propulsione?

-Lazar : Faceva parte del mio lavoro d’ingegneria inversa, cioè capire il sistema di propulsione, avevano già fatto qualche progresso, ma non so esattamente da quanto tempo il velivolo si trovasse lì, se lo stessero esaminando da uno o dieci anni, comunque con scarsi progressi.
Il sistema è fisicamente impressionante : è composto da due parti, dagli amplificatori di gravità e dal reattore che fornisce energia, il reattore funziona ad annichilazione completa alimentato da antimateria. L’annichilazione completa è praticamente la reazione nucleare più efficace tra le tre ovvero : fissione, fusione ed annichilazione. Utilizza un elemento superpesante, l’elemento 115, cioè questa sarebbe la sua collocazione nella tabella periodica che sulla Terra non è stato ancora sintetizzato.
A mio avviso, su alcuni sistemi stellari questa sintesi avviene spontaneamente. Questo elemento viene bombardato in un’accelleratore dalle dimensioni estremamente ridotte. L’elemento che viene bombardato subisce una scissione spontanea e produce particelle di antimateria. Queste, grazie ad un dispositivo termoelettrico efficace al 100% reagiscono con la materia gassosa e vengono trasformate in elettricità.
Ora l’efficienza al 100% di qualunque dispositivo elettrico è fisicamente impossibile, lo afferma la prima legge sulla termodinamica, perché si devono verificare dispersione di calore o altre perdite del genere, ma io non ne ho rilevata nessuna in questo sistema, è una tecnologia assolutamente stupefacente. L’incredibile quantità d’energia che viene generata dal sistema, alimenta gli amplificatori, e come prodotto collaterale del bombardamento dell’elemento 115, si genera un fenomeno interessantissimo, cioè una particolare onda detta “gravitazionale A” : tale onda viaggia in modo molto simile alle microonde. Viene applicata agli amplificatori gravitazionali e per mezzo della corrente elettrica generata dal reattore, viene amplificata e focalizzata.
Il segnale così amplificato viene reso leggermente “afasico”, e grazie a questo è possibile attirare o respingere qualsiasi corpo gravitazionale.
Il velivolo è in grado di decollare anche utilizzando un solo amplificatore. Questa nave in particolare era dotata di tre amplificatori, e quando attiva un solo amplificatore per allontanarsi dalla terra, utilizza la cosiddetta configurazione “omicron” : per viaggiare nello spazio la nave ruota su di un lato, focalizza i tre amplificatori su di un punto situato ad enorme distanza, poi il reattore e gli amplificatori vengono portati a massima potenza, e praticamente “attirano” il tessuto stesso dello spazio, distorno lo “spazio-tempo” e lo attirano verso la nave che così è in grado di coprire enormi distanze in un lasso di tempo praticamente nullo.
La nave non si sposta in maniera lineare, perchè distorce lo spazio. Il tessuto stesso dello spazio, quindi anche i campi gravitazionali ed il tempo sono strettamente connessi.
Quando si distorce un campo gravitazionale, si distorce anche lo spazio ed il tempo.
Queste non sono semplici teorie, sono cose che conosciamo già da molto tempo, solo che non abbiamo la possibilità di poterle verificare, ed apparentemente questa civiltà lo ha messo in pratica.

- Domanda : E voi siete mai riusciti a farne volare uno?

- Lazar : Sono stati fatti molti collaudi, ma non al di fuori dell’atmosfera, voli brevi e a bassa quota. Del resto hanno un’oggetto dal valore inestimabile e non intendono distruggerlo con rischi inutili o a causa del campo gravitazionale terrestre o volando a quote troppo elevate, ma ho assistito ad alcune prove al di fuori della recinzione di sicurezza ed in un’occasione ho visto tutto ma a non più di trenta metri dal velivolo.

- Domanda : L’oggetto come manovrava in volo?

- Lazar : era molto silenzioso, si alzava generando un debole sibilo, la superficie inferiore emanava una luce azzurra, probabilmente dovuta all’altissimo voltaggio generato. Dopo un po’, man mano che aumentava di quota, la luce scompariva. Sembrava che galleggiasse dolcemente nell’aria, per poi appoggiarsi al suolo, il tutto in modo assolutamente tranquillo e quasi totalmente silenzioso

- Domanda : Potrebbe descrivere i documenti informativi ed il loro contenuto?

- Lazar : Si trattava di un gran numero di documenti, circa 120 relazioni molto concise, in pratica mi consentivano un’idea in generale sulle altre ricerche condotte sul velivolo, ma la quasi totalità delle informazioni e dei dettagli tecnici riguardava il sistema di propulsione e generazione d’energia, cioè il campo in cui avrei dovuto lavorare.
C’erano anche documenti in cui si affermava che la nave era aliena. I rapporti di alcune autopsie non erano molto approfonditi perché non c’era nessuna ragione per fornirmi informazioni dettagliate su questo, ma con fotografie : anzi per l’esattezza c’erano due fotografie di un corpo alieno con il torace aperto, che aveva un solo organo che era stato rimosso e sezionato. Dal mio punto di vista non medico, sembrava che questo organo espletasse non una, ma più funzioni.
Poi vi erano altri documenti che descrivevano ricerche metallurgiche condotte in altre parti della nave, insomma erano brevi riassunti del lavoro svolto dai vari gruppi e viceversa, sicuramente anche loro avranno ricevuto dei resoconti e brevi relazioni del lavoro svolto dal mio gruppo.

- Domanda : Indicavano il luogo di provenienza degli alieni?

- Lazar : Sì : dal sistema Zeta Reticulis, non so se questa informazione sia stata ricavata dallo scafo stesso, da mappe astrali o da strumenti di bordo

- Domanda : C’erano informazioni su questa civiltà, sulla loro storia, o su precedenti contatti con il genere umano?

- Lazar : Non esattamente, non c’era scritto : è andata così, si faceva riferimento ad un’intervento alieno avvenuto nel passato, risalente a moltissimi anni fa, precisamente a milioni di anni fa. Dai documenti che ho visto, ripeto, erano documenti sintetici, riassuntivi che non so se fossero veri o falsi, posso solo fare supposizioni. Tuttavia, le informazioni sul sistema di propulsione erano tutte vere, ne sono certo, ci lavoravo. Per il resto c’erano solo accenni sul contatto con la Terra avvenuto più di 10.000 anni fa, ad alterazioni genetiche che hanno prodotto un’essere scimmiesco ed altre interazioni di questo tono.

- Domanda : Ha mai visto da vicino un’alieno? Vivo o morto?

- Lazar : No, solo in fotografia. Ho dichiarato più volte, che attraversando una certa zona, ho guardato in una finestra ed ho notato qualcosa di piccolo, ma non che fosse il corpo di un’alieno. E’ inutile saltare alle conclusioni che devo avere visto un’alieno. Potrebbe trattarsi di un manichino, creato come modello sulle loro differenze corporee e sulle dimensioni dei sedili, quindi ribadisco che in realtà non ho visto nessun corpo vivo che si muovesse, in linea di principio rispondo di no.

lunedì 15 giugno 2009

No Bavaglio

Dal blog di Travaglio:
E’ il momento di tornare a farci sentire, le raccolte di firme non bastano più.
Con la controriforma delle intercettazioni e della cronaca giudiziaria, il regime punta a salvare i delinquenti e a privare i cittadini della necessaria informazione: vuole espropriarci di quel diritto che Luigi Einaudi definiva “conoscere per deliberare”.
Per questo il Fatto Quotidiano ha deciso di esordire in pubblico, prim’ancora di uscire nelle edicole, organizzando subito una notte bianca “No Bavaglio”.
Perché la ragione sociale del nostro giornale è proprio questa: informare.Ci troveremo tutti insieme la sera di mercoledì 8 luglio a Roma (il luogo lo stiamo scegliendo, per non lasciare fuori nessuno), per incontrarci e dire no alla legge eversiva e golpista del Signor P2 che mira a disarmare la magistratura e a imbavagliare la libera stampa.
Inviteremo sul palco giornalisti, scrittori e artisti per un grande happening di protesta, di satira, di testimonianza, ma soprattutto di informazione. Spiegheremo la controriforma nel dettaglio, leggeremo e faremo ascoltare in originale le intercettazioni e le carte giudiziarie, anche inedite, dei grandi scandali politico-finanziari che il regime vuole nascondere ai cittadini. I partiti e i politici di opposizione che vorranno aderire e partecipare tra il pubblico saranno i benvenuti. Tenetevi liberi, invitate gli amici e restate in contatto con i nostri blog: ogni giorno vi aggiorneremo sugli sviluppi dell’iniziativa.
Più siamo, più il bavaglio si allontana.
Antonio Padellaro e Marco Travaglio
Nota bene
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Grazie.

venerdì 12 giugno 2009

Orwell scriveva "L'ignoranza è forza"

Il romanzo di Orwell 1984 è sempre più attuale. Un motto mi colpì quando lo lessi: 'L'ignoranza è forza'. Il potere opprimente che sorvegliava i singoli formava anche le loro coscienze attraverso il controllo dell'accesso al sapere. La conoscenza era considerata una grave forma di eversione.
Un po' quello che accade oggi.
Si fa di tutto per ignorare le notizie che risultano scomode al potere, si tenta di zittire una magistratura che sempre più faticosamente tenta di fare il proprio lavoro, si fanno passare per gossip accadimenti gravi e lesivi della dignità del nostro paese di fronte al resto del mondo. Ora si mette il bavaglio alla stampa ma soprattutto si legano le mani agli inquirenti col blocco delle intercettazioni dopo 2 mesi di indagine.
Mi domando cosa avrebbero detto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di questo scandaloso decreto.
Avete notato che la mafia è sparita? Non se ne parla più. Non c'è più. O forse le riunioni della cupola si fanno ormai direttamente in videoconferenza con Montecitorio.
Dal blog di Travaglio:

I piduisti amici del boss mafioso Vittorio Mangano e di altri noti criminali ce l'hanno fatta. Tra ieri e oggi, nel silenzio complice di buona parte della stampa italiana, è stata abolita la libertà di parola. D'ora in poi, salvo ripensamenti del Senato, sarà impossibile raccontare sulla base di atti giudiziari i fatti e i misfatti delle classi dirigenti. Chi lo farà rischierà di finire in prigione da 6 mesi a tre anni, di essere sospeso dall'ordine dei giornalisti e, soprattutto, dal suo giornale, visto che gli editori andranno incontro a multe salatissime, fino a un massimo di 465.000 euro. (...)

Si rendono di fatto impossibili le intercettazioni. Gli ascolti saranno infatti autorizzati, con una procedura farraginosa e lentissima, solo in presenza di «evidenti indizi di colpevolezza». Cioè quando ormai si è sicuri che l'intercettato è colpevole. E in ogni caso non potranno durare più di due mesi. Inoltre le microspie potranno essere piazzate solo nei luoghi in cui si è certi che vengano commessi dei reati: detto in altre parole, è finita l'epoca in cui le cimici nascoste nelle auto e nei salotti dei mafiosi ci raccontavano i rapporti tra Cosa Nostra e la politica.Che Berlusconi e un parlamento formato da nominati e non da eletti dal popolo, in cui sono presenti 19 pregiudicati e una novantina tra indagati e miracolati dalla prescrizione e dall'amnistia, approvi sia pure tra qualche mal di pancia leggi del genere non sorprende. A sorprendere sono invece le reazioni (fin qui pressoché assenti) di quasi tutti i direttori dei quotidiani e dei comitati di redazione dei telegiornali (dai direttori dei tg, infatti, non ci si può aspettare più nulla). Quello che sta accadendo in parlamento dovrebbe essere la prima notizia del giorno. E invece a tenere banco è la visita di Gheddafi e le polemiche intorno alla sua figura di dittatore. Così a furia di parlare di Libia nessuno si accorge di come il vero suk sia ormai qui, a Roma, tra Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi. E di come, tra poco, nessuno potrà più raccontarlo.

giovedì 11 giugno 2009

L’uomo che cadde sulla Terra – parte prima



Il titolo di questo post è leggermente fuorviante.

Infatti non mi sto per riferire all’omonimo film del 1976 con protagonista David Bowie, alieno che cade sul nostro pianeta e, grazie alle sue conoscenze tecnologiche, diventa un miliardario dell’industria.
L’uomo che cadde sulla Terra è una tipologia (assai variegata invero) di cliente della libreria in cui lavoro.
Occupandomi solo del settore universitario l’età della clientela è abbastanza circoscritta (tra i 20 e i 40 circa degli studenti lavoratori).


Ma cominciamo dal principio.

C'è un momento delicato nella vita di alcuni studenti universitari ed io, come un etologa che gira un documentario nella savana, ho il privilegio di assistervi.
Questo momento è........


L’Entrata:

Variante 1

L’Inconsapevole:
io non mi trovo dietro il bancone perché sto inviando un fax o inscatolando dei libri da rendere o perché mi trovo sulla soglia a fumare una meritata sigaretta

Entra l’Inconsapevole e io dal punto in cui mi trovo dico ad alta voce (quasi strillando)
‘Ciao! Dimmi!’
Nessuna risposta.

L’Inconsapevole si guarda intorno con l’aria smarrita di chi si è perso. Guarda in alto a destra e a sinistra come per cercare il riferimento del sole o delle stelle, per poter ritrovare la rotta, ma nulla lo può aiutare. Neanche gli scaffali che lo circondano...povero!

A questo punto capisco che è un Inconsapevole e lascio quello che sto facendo in silenzio.
Mi dirigo dietro al bancone e solo allora parlo di nuovo, sempre strillando: ‘Ciao! Dimmi!’

Solo ora l’Inconsapevole si desta dal suo smarrimento e improvvisamente mi vede! Lo smarrimento lascia il posto alla sorpresa (allora c’era qualcuno nel negozio!) e solo a questo punto mi saluta. ‘Ciao!’
Ancora qualche secondo di silenzio per riordinare le idee o per aspettare che sia io a dargli il permesso di parlare…e così avviene: ‘Dimmi!’ (per la terza volta)

Variante 2

Il Preciso/a:

Io mi trovo dietro il bancone e la porta del negozio è chiusa (perché fa freddo o perché fa caldo e ho l’aria condizionata accesa).

Appena la porta si apre e il Preciso mette piede nel negozio io dico:
‘Ciao! Dimmi!’
Il Preciso non mi caga di striscio e continua nella complicata procedura dell’entrata che consiste in:
1 - aprire la porta
2 - entrare
3- girarsi e accompagnare la porta fino alla chiusura (la porta ha un meccanismo di chiusura automatica, se la lasci si chiude da sola) ma lui è il Preciso e le cose le deve fare bene
4 - girarsi e arrivare fino al bancone (cioè fare un solo passo visto che il bancone è esattamente all’entrata)
5 alzare gli occhi e cercarmi

Io nel frattempo ero già lì a guardarlo operare tutte le suddette manovre con un misto di ansia e angoscia per le sorti del nostro Preciso (ce la farà a chiudere una porta che si chiude da sola? riuscirà a trovare un bancone che è proprio all’entrata?)

Una volta alzato lo sguardo su di me (che nel frattempo ho recitato un mantra per cacciare il desiderio di uccidere il Preciso con un vocabolario Zanichelli cartonato) il Preciso ha come un moto di sorpresa (come l’Inconsapevole).
A questo punto dico per la seconda volta: ‘Ciao! Dimmi!’
(continua)

mercoledì 10 giugno 2009

Across the universe - Beatles testo e traduzione


Words are flowing out like endless rain into a paper cup,
They slither while they pass
They slip away across the universe
Pools of sorrow, waves of joy are drifting through my open mind,
Possessing and caressing me.
Jai guru deva om*
Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world.
Images of broken light which dance before me like a million eyes,
Thay call me on and on across the universe.
Thoughts meander like a restless wind inside a letter box,
They tumble blindly as they make their way across the universe.
Jai guru deva om.Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world.
Sounds of laughter shades of love are ringing through my open ears,
Inciting and inviting me.
Limitless undying love which shines around me like a million suns,
It calls me on and on across the universe.
Jai guru deva om.
Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world,
Nothing's gonna change my world.
Jai guru deva om,
Jai guru deva om,
Jai guru deva om...

Attraverso L'universo

Le parole stanno scivolando fuori come una pioggia infinita in una tazza di carta
Scivolano selvaggiamente e si disperdono nell'universo
pozze di dolore, onde di gioia alla deriva nella mia mente aperta
possedendomi e accarezzandomi

Jai guru deva om.
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

Immagini di luci spezzate danzano davanti a me come milioni di occhi
Mi chiamano attraverso l'universo
Pensieri vagano come un vento irrequieto dentro una cassetta della posta
Cadono alla cieca mentre seguono la propria strada attraverso l'universo
Jai guru deva om.
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

Suoni delle ombre ridenti dell'amore fischiano attraverso le mie orecchie aperte
Incitandomi e invitandomi
Amore senza limite e senza fine che splende attorno a me come un milione di soli
Mi chiama attraverso l'universo
Jai guru deva om.

Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Jai guru deva om,
Jai guru deva om,
Jai guru deva om...

Note :"Jai guru deva, om" proviene dalla lingua sanscrito. Tradotto in italiano diventa:"Rendiamo grazie alla Guru Deva". "Om" é il mantra che si recita nelle preghiere. L'idea della frase è venuta a John lennon, che si rilassava recitando il mantra della vibrazione universale...Om, appunto

giovedì 4 giugno 2009

Anche i mostri fanno i convegni


Dal blog Viaggio nel silenzio:


"Un avvenimento degli ultimi giorni ha suscitato un certo scalpore.

Il protagonista è Marco Casonato, docente di Psicologia dinamica all’università di Milano-Bicocca. Casonato è stato l'organizzatore di un convegno tenutosi a Milano dal 20 al 22 maggio dal titolo "Abusi, falsi abusi e scienze forensi".

In tale contesto, Casonato commentava un dato diffuso dalla Società di Psicologia Giuridica, che attesta che, delle denunce per violenze ai minori, il 96% riguarda falsi abusi. L'esimio docente parla di psicosi collettiva, mettendola in correlazione con diverse cause, tra le quali "Un certo modello di cultura femminista" sostiene "che vede l’uomo come un essere intrinsecamente pericoloso per le donne e i bambini”.

Non contento, bersaglia anche le famiglie, ritenute responsabili della mancata sorveglianza dei propri figli: "Chiaro che se il figlio viene lasciato solo davanti al computer, davanti la televisione o in mezzo alla strada le probabilità che gli succeda qualcosa sono più elevate”.

Tralasciando l'ovvietà di alcune sentenziose affermazioni, è legittimo chiedersi da quali fonti sia stato tratto il dato in esame. Tale dato emerge da un convegno tenutosi a Roma il 18 maggio, su "La Testimonianza del minore in un giusto processo" e fa seguito ad una delibera dell'11 marzo 2009 della Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane, che punta il dito contro la negazione del diritto al giusto processo nei confronti di indagati e imputati coinvolti nei processi per abusi sui minori. Sotto accusa anche gli inquirenti, rei di condurre "indagini improvvisate", e ovviamente i consulenti psicologi, rei di avere dubbia competenza, dubbia professionalità e di utilizzare tecniche di ascolto del minore di natura induttiva e suggestiva. Un polverone inutile, alla luce del fatto che già le sentenze di Corte di Cassazione avevano posto l'accento sulla necessità di una rigorosa circospezione nell'acquisizione della prova riguardante le dichiarazioni di minori e di bambini, poichè una certa politica televisiva tende a ingenerare in "molti genitori la convinzione dell'esistenza di pericoli anche dove non ci sono". (CASSAZIONE PENALE, Sezione III, Sentenza n. 35224 del 21/09/2007). Tuttavia, la stessa sentenza afferma che i bambini che, anche in tenera età, dichiarano di aver subito abusi sessuali possono essere una valida fonte di prova e le dichiarazioni dei genitori sui fatti loro riferiti dai figli hanno il peso di una testimonianza.

E' importante sottolineare che tra gli oratori del convegno romano c'era anche Luisella De Cataldo Neuburger, psicologa, avvocato e consulente della difesa nel processo sui presunti abusi nella scuola materna di Rignano Flaminio. Per intenderci: il processo in cui "non c'è traccia di niente", secondo la signora in questione, mentre si affastellano le testimonianze di una ventina di bambini che raccontano di giochi "cattivissimi", di penetrazioni anali e vaginali, di fotografie e anche molto di peggio.

Tra i relatori anche Cataldo Intrieri, difensore di Riccardo Bianchini Riccardi nel processo per il crac Cirio (all'epoca Bianchini era amministratore Eurolat), e sempre di Bianchini ma anche di Alfredo Gaetani, presidente della Centrale del latte, nel processo per il crac Parmalat.

Altro relatore, l'avvocato Guglielmo Gulotta, conosciuto anche per aver assistito Antonio Aldo Sodaro, l’ex primario dell’Ospedale San Pietro di Roma accusato di abusi sessuali sulle sue pazienti anoressiche durante le sedute di ipnosi e condannato in appello a 5 anni e mezzo, oltre che per aver assistito un assicuratore di Trieste condannato a sei anni e mezzo, lo scorso novembre, per abusi sulla figlia di quattro anni.

Ospite al convegno, per esprimere il contributo della politica, l'ex legale di Berlusconi, Gaetano Pecorella, imputato per favoreggiamento del neonazista Zorzi, suo cliente, a sua volta imputato per la strage di piazza della Loggia.


Insomma, una sfilza di gente che con le vittime non ha mai avuto nulla a che fare, se non avendole come controparte in tribunale. Non fa specie, quindi, che un fermissimo ed entusiasta sostenitore del convegno e della delibera della Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane sia Vittorio Apolloni, fondatore del Centro documentazione Falsi abusi, l'associazione che ha distribuito nelle scuole di Brescia, Torino e Rignano Flaminio un delirante vademecum con le 10 regole per non beccarsi una denuncia per abuso sessuale. A sentire Apolloni, sono falsi quasi tutti i casi di abusi sessuali denunciati: i bambini mentono, i genitori sono isterici, le indagini inattendibili, gli psicologi sono incompetenti. E' intervenuto in tutti i casi legati alle scuole materne, da Brescia a Rignano Flaminio, sostenedo sempre l'innocenza degli imputati. A sentir lui, insomma, siamo tutti una massa di psicotici ossessionati dall'idea della pedofilia, mentre invece la pedofilia non esiste. Strano, non si diceva lo stesso della mafia e poi saltarono in aria Falcone e Borsellino?

Ma Vittorio Apolloni ha una buona, anzi, un'ottima ragione per sostenere quanto afferma. La ragione si chiama Valerio. Valerio è suo figlio, condannato in appello a due anni e dieci mesi di carcere e a 100.000 euro di risarcimento alle famiglie di due bambini, un maschio e una femmina, vittime di abusi, avvenuti nella scuola materna «Bovetti» di La Loggia. Per i giudici, responsabili di quegli abusi sono Valerio Apolloni, presidente dell'ente morale che all'epoca gestiva la scuola, e Vanda Ballario, ex direttrice dell'istituto.

E' vero che esistono alcune denunce di abusi che si rivelano false, come nel caso riportato anche in Viaggio nel silenzio. Tuttavia è necessario operare un distinguo, poichè i casi denunciati non equivalgono a tutti i casi di abuso. La stragrande maggioranza degli abusi non viene mai denunciata. Com'è possibile dunque anche solo pensare di poter fare una statistica di una qualche validità?L'abuso non è un reato commesso in pubblico, ma in privato. Non è come una rapina. Non ci sono mai testimoni. Il testimone è il bambino stesso, la vittima stessa, che spesso è troppo piccolo anche per riuscire a verbalizzare adeguatamente quanto ha vissuto. Perchè la capacità di raccontare di un bambino non è la stessa di quella degli adulti. La capacità di dare una sequenza temporale agli avvenimenti, per esempio, è un'abilità che i bambini cominciano ad acquisire solo intorno agli otto o nove anni. Le testimonianze di questi bambini, dunque, devono essere valutate alla luce delle loro capacità comunicative, non in base ad astratti stereotipi da tribunale. Devono essere gli adulti, ad adeguarsi a loro, a capire. Questi adulti assai meno credibili dei bambini. "

mercoledì 3 giugno 2009

Foto proibite


non potendo farcele vedere poichè sono sequestrate dalla procura, Micromega ci descrive le foto di Villa Certosa, residenza berlusconiana.


Foto uno.

Ai bordi della piscina di Villa Certosa, Mariano Apicella esegue la cover di Purple Haze di Jimi Hendrix. Apicella, il cui cognome è un encomiabile tributo bipartisan al protagonista di Palombella rossa, indossa una bandana dei Gormiti e sorride durante l’assolo finale (in un portentoso crescendo di xilofoni). Venti vergini a bordo vasca, inebriate da cotanta magnificenza, si gettano in acqua preferendo al martirio musicale un eroico inabissarsi nelle profondità del cloro presidenziale.


Foto due.

Ritratta di spalle, un’avanguardia di pasionari leghisti strozza un dromedario extracomunitario in segno di stima. Alla fine, Matteo Salvini li benedice con un’ampolla di tequila comasca a base di rododendro fermentato xenofobo.


Foto tre.

Vestita da Cat Woman, Mariastella Gelmini balla con fare sobriamente lascivo, rivelando un insospettabile talento mimico nell’interpretazione del Gioca Jouer. Vedendola ballare “spray, macho, clacson, campana, ok, baciare, saluti, saluti, superman!”, Borghezio ne rimane rapito e la bacia con trasporto ruminante.


Foto quattro.

Maurizio Gasparri fa uno sguardo intelligente. Qualcuno glielo fa notare e lui chiede scusa.

Foto cinque.

Silvio Berlusconi verga a mano il discorso elettorale per il raduno delle massaie a Narnali. Si scorgono, sul sacro foglio pressoché intonso, le parole “grumi”, “criminoso” e “insufflate”, pescate a caso dallo scarabeo poetico di Sandro Bondi.


Foto sei.

Fabrizio Cicchitto gioca a freccette. Il bersaglio è formato da un cartone a grandezza naturale di Antonio Di Pietro nudo. Cicchitto mira agli zebedei (100 punti) ma colpisce l’ulna destra (25 punti). Ci rimane male e, per scaricare la delusione, approva - a maggioranza relativa: la sua cistifellea eversiva vota contro - un decreto ad personam di cui non conosce il significato.

Foto sette.

Barbara Matera indovina un congiuntivo. E’ lo scatto più duro.

Foto otto.

Ronaldinho, a torso nudo, sparge adipe carioca sulla abbacinata platea.

Foto nove.

Renato Brunetta, vestito da impiegato statale, firma un autografo su un certificato medico apocrifo.

Foto dieci.

Davanti alla statua della donna-cavallo, tra un cactus e un menhir, Marcello Dell’Utri palleggia con un mappamondo a forma dell’eroe Mangano.
E ora scusate, vado a chiedere l’amicizia su Facebook a Mariano Apicella (canticchiando Purple Haze).

Per una Repubblica che rispetti le donne


Ecco l'integrale dell'appello dal titolo «2 giugno 2009 - Per una Repubblica che rispetti le donne». In fondo l'elenco delle firmatarie.

Noi donne siamo una risorsa importante del Paese, dall’ambito familiare e sociale a quello professionale e istituzionale.

Siamo in prima linea nell’impegno quotidiano di cura e di lavoro che svolgiamo con dedizione, competenza e serietà. Eppure oggi le donne assurgono agli onori delle prime pagine dei media se sono compiacenti verso i “potenti” e asservite ad un modello mercificato e lesivo dell’identità femminile. Se il presupposto è questo, per le donne italiane si prefigura un futuro difficile. Non solo per la crisi economica di cui pagano, più degli uomini, lo scotto nel mercato del lavoro, ma soprattutto per la strisciante corruzione che aleggia, che gioca sull’apparenza come primo requisito dell’affermarsi, falsifica la valorizzazione dei talenti e tradisce le persone.

Siamo alla vigilia delle elezioni europee e guardiamo all’Europa come allo spazio dove si può agire per cambiare questa mortificante situazione. Per portare avanti uno sviluppo personale e sociale basato sulle pari opportunità e sul merito.

Ma come arrivare a questo obiettivo se i contenuti, le candidate e i candidati per il Parlamento Europeo sono oscurati nei media, da un lato dai “finti candidati” che non andranno a Bruxelles e dall’altro dalla insopportabile telenovela che purtroppo riguarda la quarta carica dello Stato.Se a questo si aggiunge il malizioso bizantinismo con cui sono applicate le regole per i passaggi televisivi, non stupisce la perdurante disinformazione dei cittadini sulle elezioni europee.

Non esiste il confronto tra opinioni diverse, non è permesso un incontro aperto: ma, ci domandiamo, l’Europa non è il nostro futuro? E le donne non hanno, come sempre, la responsabilità educativa nei confronti dei cittadini d’Europa? In una fase critica dell’Italia, che vede le donne reali alle prese con l’impoverimento delle famiglie, con la precarietà o la perdita del lavoro, con la riduzione delle risorse pubbliche nell’istruzione, nella formazione e nel welfare, si parla d’altro, si censurano i loro progetti e le loro aspettative.

Diamo voce alle donne concrete, serie, costruttive, parliamo dei talenti delle donne impegnate in battaglie responsabili per il futuro dell’Europa, che interessa soprattutto i giovani e le famiglie.Il 2 giugno 1946 le donne italiane hanno esercitato per la prima volta il diritto di voto, contribuendo alla nascita della Repubblica Italiana. Un diritto che oggi sembra scontato eppure è stato una conquista difficile. Oggi, 63 anni dopo, i principi costituzionali di uguaglianza, diritto al lavoro, dignità della persona appaiono ancora ampiamente inattuati e i toni della campagna elettorale in corso ne sono un’ennesima dimostrazione.

Noi donne insignite di onorificenze al merito della Repubblica; noi donne impegnate nelle Istituzioni, nelle professioni e nel sociale; noi donne candidate al Parlamento Europeo; vogliamo che il 2 Giugno, Festa della Repubblica, sia un’occasione per riaffermare il ruolo che la donna ha avuto nella costruzione della Repubblica Italiana.

Chiediamo agli uomini delle Istituzioni e della politica di condividere le ragioni e il senso profondo di questo Appello e di impegnarsi con noi per non tradire la fiducia e le aspettative delle nuove generazioni.

Silvia Costa Grande Ufficiale della Repubblica
Maria Luisa Spaziani Cavaliere di Gran Croce della Repubblica
Elena Doni Grande Ufficiale della Repubblica
Maria Bianca Bosco Tedeschini Lalli Grande Ufficiale della Repubblica
Suor Eugenia Bonetti Commendatore della Repubblica
Linda Laura Sabbadini Commendatore della Repubblica
Anna Maria Fecchio Comito Commendatore della Repubblica
Paola Spada Commendatore della Repubblica
Rosa Valentino Commendatore della Repubblica
Gigliola Zecchi Commendatore della Repubblica
Maria Josè Mendes Evora Cavaliere della Repubblica
Maria Marta Farfan Cavaliere della Repubblica
Clarice Felli Cavaliere della Repubblica
Patricia Adkins Chiti Ufficiale della Repubblica
Susanna Diku Mbiye Ufficiale della Repubblica
Hanno aderito all’Appello ad oggi:
CANDIDATE AL PARLAMENTO EUROPEO

Patrizia Toia Parlamentare Europea
Maria Grazia Pagano Parlamentare Europea
Natalia Maramotti Componente Direzione Nazionale PD
Rita Borsellino Senatrice
PARLAMENTARI E RAPPRESENTANTI ENTI LOCALI

Emanuela Baio Senatrice
Paola Binetti Senatrice
Vittoria Franco Senatrice
Albertina Soliani Senatrice
Mariapia Garavaglia Senatrice
Letizia DeTorre Deputato
Maria Coscia Deputato
Marianna Madia Deputato
Luciana Pedoto Deputato
Cristina De Luca già Sottosegretario Politiche Sociali
Monica Cirinnà Consigliere Comunale Roma
Lucia Dutto Sindaco di Manziana
Rita Salvatori Presidente Commissione Elette 3° Municipio
Valentina Grippo Assessore Scuola 3° Municipio
Maria Grazia Lancellotti Consigliere 5° Municipio
Federica Rampini Consigliere 4° Municipio
Franca Cipriani Consigliere Parità Provincia di Roma
Annalisa Secchi Delegata Cultura I Municipio
Donatina Persichetti Presidente Consulta Femminile Regione Lazio
PROFESSIONISTE E RAPPRESENTANTI ENTI E ASSOCIAZIONI
Patrizia Dadò Docente Universitaria
Francesca Brezzi Docente Università Roma 3
Fabrizia Abbate Docente Università Lumsa e Roma 3
Marisa D’Alessio Docente Università La Sapienza
Fiorenza Taricone Docente Università Cassino
Francesca Danese Presidente Centro Servizi Volontariato Lazio
Benedetta Castelli Vice Presidente Nazionale ANDE
Paola Panerai Segretario Generale CISL Pensionati Roma
Gabriella Carnieri Moscatelli Presidente Telefono
RosaPaola Lattes Vice Presidente Telefono Rosa
Paola Barbieri Presidente Fondazione Risorsa Donna
Barbara Scaramucci Direttore Teche Rai
Sabrina Florio Imprenditrice
Marisa Ranieri Panetta Giornalista e archeologa
Anna Boccaccio Responsabile Relazioni Esterne BNL
Nella Condorelli Direttrice Women in the City
Giulia Urso Giornalista Radio Europa
Costanza Fanelli Responsabile Casa Internaz. Delle Donne
Simona Marchini Attrice e Gallerista
Maitè Bulgari Artista
Miranda Martino Artista dello spettacolo
Gabriella Pistone Presidente Terme di Acqui
Monica Guerritore Attrice
Giulia Alberico Scrittrice

lunedì 1 giugno 2009

Oltre a nani e ballerine anche Topolino...ops Topolanek!


Dal blog di Marco Travaglio:

"La tragicommedia di quest’uomo ridicolo, e al contempo pericoloso, che rischia di finire appeso non a un distributore di benzina, ma al suo pisello, è una formidabile cartina al tornasole per misurare la qualità degli uomini che hanno in mano la politica e l’informazione, cioè il Paese.
Un paese dove nessuno fa più il suo mestiere.
Un giornale, comicamente battezzato “Libero”, anziché fare le pulci al presidente del Consiglio, ne pubblica a puntate l’agiografia in apposite dispense da rilegare e intanto si dedica a demolire la povera Veronica, prima ritratta a seno nudo, poi sbattuta in prima pagina come fedifraga perché avrebbe “un compagno”.
La lieve differenza è che il premier è un personaggio pubblico, mentre Veronica no, dunque ciò che fa lei è affar suo, mentre ciò che fa lui è affar nostro. Il fatto che la fonte dello “scoop” su Veronica sia l’onorevole Santanchè, appena rientrata all’ovile del Pdl dopo una stagione di sguaiate polemiche (“Silvio concepisce la donna solo in posizione orizzontale”, “io non gliela darei mai” e così via), aggiunge un tocco di eleganza e di disinteresse al tutto.
Altri giornalisti, Belpietro e Amadori di Panorama, entrano in contatto con un fotografo che offre foto del premier e della sua corte di nani e ballerine a Villa Certosa: essendo dipendenti del premier, i due non si limitano a scegliere se acquistarle o rifiutarle, ma optano per una terza soluzione: denunciano il fotoreporter all’avvocato Ghedini, che è anche parlamentare. E, siccome in quelle foto “non c’è nulla da nascondere”, Ghedini chiede alla Procura di Roma e al Garante della privacy di bloccarne la pubblicazione.
Anche perché, oltre alle scenette lesbo di alcune squisite ospiti, ci sono pure le immagini del premier ceco Topolanek (non è un nome d’arte, si chiama proprio così) nudo come un verme tra cotante femmine: immagini che potrebbero sconsigliare altri capi di Stato e di governo dal frequentare ancora la dimora berlusconica.
Ma, a questo punto, il meglio lo dà la Procura di Roma, che di sabato mattina, non avendo di meglio da fare (giustizia a orologeria?), incrimina il fotografo à la carte, lo fa perquisire, gli fa sequestrare tutto ciò che ha nei computer, con accuse che vanno dalla violazione dalla privacy (tutta da dimostrare, visto che le foto nessuno le ha viste) alla tentata truffa ai danni di Belpietro (come se trattare con un giornale per vendere foto fosse una truffa; e poi, dov’è la denuncia di Belpietro?).
Naturalmente Roma non è competente su fatti avvenuti a Olbia, sotto la giurisdizione della Procura di Tempio Pausania. Che però ha già chiesto l’archiviazione per lo stesso fotografo su fatti analoghi: le foto del festino a Villa Certosa di due anni fa, pubblicate da “Oggi”.
Dunque, se si occupasse anche di questo caso, deciderebbe allo stesso modo. Un solo fatto, in questa tragicommedia, sarebbe competenza di Roma: l’uso di aerei di Stato per aviotrasportare Apicella, orchestrali e ballerine di flamenco dalla Capitale a Villa Certosa. Si chiamerebbe peculato, la prova è nelle foto sequestrate, ma non risultano indagini in tal senso. Ecco: alla fine della fiera, il delinquente è il fotografo"