venerdì 12 giugno 2009

Orwell scriveva "L'ignoranza è forza"

Il romanzo di Orwell 1984 è sempre più attuale. Un motto mi colpì quando lo lessi: 'L'ignoranza è forza'. Il potere opprimente che sorvegliava i singoli formava anche le loro coscienze attraverso il controllo dell'accesso al sapere. La conoscenza era considerata una grave forma di eversione.
Un po' quello che accade oggi.
Si fa di tutto per ignorare le notizie che risultano scomode al potere, si tenta di zittire una magistratura che sempre più faticosamente tenta di fare il proprio lavoro, si fanno passare per gossip accadimenti gravi e lesivi della dignità del nostro paese di fronte al resto del mondo. Ora si mette il bavaglio alla stampa ma soprattutto si legano le mani agli inquirenti col blocco delle intercettazioni dopo 2 mesi di indagine.
Mi domando cosa avrebbero detto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di questo scandaloso decreto.
Avete notato che la mafia è sparita? Non se ne parla più. Non c'è più. O forse le riunioni della cupola si fanno ormai direttamente in videoconferenza con Montecitorio.
Dal blog di Travaglio:

I piduisti amici del boss mafioso Vittorio Mangano e di altri noti criminali ce l'hanno fatta. Tra ieri e oggi, nel silenzio complice di buona parte della stampa italiana, è stata abolita la libertà di parola. D'ora in poi, salvo ripensamenti del Senato, sarà impossibile raccontare sulla base di atti giudiziari i fatti e i misfatti delle classi dirigenti. Chi lo farà rischierà di finire in prigione da 6 mesi a tre anni, di essere sospeso dall'ordine dei giornalisti e, soprattutto, dal suo giornale, visto che gli editori andranno incontro a multe salatissime, fino a un massimo di 465.000 euro. (...)

Si rendono di fatto impossibili le intercettazioni. Gli ascolti saranno infatti autorizzati, con una procedura farraginosa e lentissima, solo in presenza di «evidenti indizi di colpevolezza». Cioè quando ormai si è sicuri che l'intercettato è colpevole. E in ogni caso non potranno durare più di due mesi. Inoltre le microspie potranno essere piazzate solo nei luoghi in cui si è certi che vengano commessi dei reati: detto in altre parole, è finita l'epoca in cui le cimici nascoste nelle auto e nei salotti dei mafiosi ci raccontavano i rapporti tra Cosa Nostra e la politica.Che Berlusconi e un parlamento formato da nominati e non da eletti dal popolo, in cui sono presenti 19 pregiudicati e una novantina tra indagati e miracolati dalla prescrizione e dall'amnistia, approvi sia pure tra qualche mal di pancia leggi del genere non sorprende. A sorprendere sono invece le reazioni (fin qui pressoché assenti) di quasi tutti i direttori dei quotidiani e dei comitati di redazione dei telegiornali (dai direttori dei tg, infatti, non ci si può aspettare più nulla). Quello che sta accadendo in parlamento dovrebbe essere la prima notizia del giorno. E invece a tenere banco è la visita di Gheddafi e le polemiche intorno alla sua figura di dittatore. Così a furia di parlare di Libia nessuno si accorge di come il vero suk sia ormai qui, a Roma, tra Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi. E di come, tra poco, nessuno potrà più raccontarlo.