Tom Knox, Il segreto della Genesi, Longanesi
La prefazione al libro specifica che tutti i dati archeologici presenti nel libro sono reali e verificabili. E così è. La trama è piuttosto articolata e per questo vi rimando alla quarta di copertina che riporto qui sotto:
“Londra. Efferati delitti scuotono la città, in una scia che presto si espande fino agli angoli più remoti delle isole britanniche. L'ispettore Forrester, di Scotland Yard, brancola nel buio. Ci sono solo pochi indizi che sembrano puntare verso una tradizione occultista sotterranea e potente. Chi c'è dietro quelle esecuzioni rituali? E perché i fatti di sangue sono sempre accompagnati da strani scavi nelle vicinanze? Sito archeologico di Gobekli Tepe, deserto della Turchia orientale. Il giornalista Robert Luttrell, inviato sul posto per un incarico di routine dopo una pericolosa missione, stringe amicizia con il direttore degli scavi, l'archeologo tedesco Franz Breitner, e la sua affascinante assistente Christine. Rob apprende così la straordinaria storia del tempio più antico del mondo, costruito dodicimila anni fa e misteriosamente sepolto duemila anni dopo. E poi scoperto per caso in un'area che rappresenta forse la culla della civiltà, una zona in cui ancor oggi sopravvivono culti antichissimi, che precedono le religioni monoteiste, come il culto degli angeli... Ma qualcuno non vuole che gli scavi proseguano, ed è disposto a uccidere purché il segreto di quel tempio rimanga nascosto. Un segreto gelosamente custodito da millenni, eppure sotto gli occhi di tutti, nel libro della Genesi.”
Devo ammettere che mi sarei compiaciuta di più con un finale ‘ufologico’, che ci stava proprio bene, ma mi sono ‘accontentata’ di un più sobrio finale archeologico, molto simile alle ipotesi reali fatte da chi ancora sta scavando un sito che è un unicum nella storia dell’archeologia, nonostante non ne parli nessuno. Il pregio di questo autore è stato anche quello di riunire insieme tante tradizioni che convivono in questo piccolo angolo del pianeta, come l’antichissimo culto angelico degli Yezidi, popolazione curda falciata dalle persecuzioni etniche, accostandole alle scritture bibliche della Genesi e a ipotesi di criptozoologia (come la diffusione del Gigantopiteco e di suoi discendenti), di paleoantropologia (come l’oscura origine degli Ainu nel nord del Giappone e le caratteristiche della cultura Jomon risalente al 10.000 a.C.).
Il dato più affascinante resta quello di cronaca riguardante uno scavo archeologico che ha portato alla luce la struttura megalitica più antica mai rinvenuta. Göbekli Tepe è un sito archeologico presso la città di Şanlıurfa nell'odierna Turchia, presso il confine con la Siria, risalente all'inizio del Neolitico o alla fine del Mesolitico. Vi è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra (12.000-8.000 a.C. circa), la cui erezione dovette interessare centinaia di uomini nell'arco di tre o cinque secoli. Il sito si trova su una collina artificiale alta circa 15 m e con un diametro di circa 300 m, situata sul punto più alto di un'elevazione di forma allungata, che domina la regione circostante, tra la catena del Tauro e il Karaca Dağ e la valle dove si trova la città di Harran. Gli scavi furono iniziati nel 1995 da una missione congiunta del museo di Şanlıurfa e dell'Istituto archeologico germanico sotto la direzione di Klaus Schmidt e portarono alla luce un santuario monumentale megalitico, costituito da una collina artificiale delimitata da muri in pietra grezza a secco.
Sono inoltre stati rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti oltre 10 tonnellate ciascuno, probabilmente cavati con l'utilizzo di strumenti in pietra. Sono state riportate in luce circa 40 pietre a forma di T, che raggiungono i 3 m di altezza. Per la maggior parte sono incise e vi sono raffigurati diversi animali (serpenti, anatre, gru, tori, volpi, leoni, cinghiali, scorpioni e formiche). Alcune incisioni vennero volontariamente cancellate, forse per preparare la pietra a riceverne di nuove. Indagini geomagnetiche hanno indicato la presenza di altre 250 pietre ancora sepolte nel terreno.
Se Gobekli Tepe fosse semplicemente questo, sarebbe già una specie di Stonehenge turco. Diversi fattori unici innalzano però Gobekli Tepe al rango di paradosso archeologico. Il primo è la sua età. La datazione al radiocarbonio mostra che il complesso è di almeno 12.000 anni fa, forse anche 13.000 anni. Ciò significa che è stato costruito intorno al 10.000 a.C. A titolo di confronto, Stonehenge è stato costruito nel 3000 a.C. e le piramidi di Giza nel 2500 a.C. Infatti negli strati di riempimento sono state trovate moltissime punte di lancia databili in quell'epoca, inoltre le datazioni al carbonio 14 hanno confermato fino ad ora queste ipotesi. Una cosa interessante è il fatto che la collina, al cui interno sono stati ritrovati i monoliti, è di origine artificiale. Quindi sembra che qualcuno, di proposito, dopo aver costruito il tempio, abbia provveduto a ricoprirlo attentamente cercando di non lasciarne traccia. Resta inoltre il dubbio di capire "chi" all'epoca era in grado di poter erigere un complesso di tale rilevanza.
Di seguito alcune date in cui sono stati costruiti i più importanti monumenti preistorici fino ad ora conosciuti per aiutarvi a riflettere sull'importanza di tale scoperta:
Primi Megaliti di MALTA: 3.500 A.C.
Stonehenge : tra il 2.000 e il 2.500 A.C.
Piramidi 3.000 A.C. (se non si tiene conto della ridatazione "non ufficiale" dell'ipotesi relativa all'allineamento con Orione, che daterebbe le piramidi al' 11.000 A.C. . Altrimenti piramidi e Gobekli sarebbero quasi coevi).
Interessanti sono anche le incisioni scolpite sui megaliti raffiguranti animali in quanto sono molto ben dettagliate e di raffinata fattura. Alcune di queste incisioni hanno delle rassomiglianze con quelle trovate in un'altro luogo della Mesopotamia, Nevali Cori molto vicino a Gobekli Tepe. Gobekli è quindi il più antico di tali siti nel mondo. E’ così vecchio che precede la vita sedentaria dell’uomo, prima della ceramica, della scrittura, prima di tutto. Gobekli proviene da una parte della storia umana che è incredibilmente lontana, nel profondo passato dei cacciatori-raccoglitori. Come poterono gli uomini delle caverne costruire qualcosa di così ambizioso? Schmidt pensa che bande di cacciatori si siano riuniti sporadicamente nel sito, durante i decenni di costruzione, vivessero in tende di pelle di animali e uccidessero la selvaggina locale per nutrirsi. Le molte frecce di selce trovate presso Gobekli giocano a sostegno di questa tesi, ma sostengono anche la datazione del sito. Questa rivelazione, che i cacciatori-raccoglitori dell’Età della Pietra potrebbero avere costruito qualcosa come Gobekli, cambia radicalmente la nostra visione del mondo, perché mostra che la vita degli antichi cacciatori-raccoglitori, in questa regione della Turchia, era di gran lunga più progredita di quanto si sia mai concepito - incredibilmente sofisticata. Klaus Schmidt sostiene che, a suo parere, questo posto era il sito del biblico giardino di Eden. Più in particolare: ‘Gobekli Tepe è un tempio dell'Eden.'
Il dato più affascinante resta quello di cronaca riguardante uno scavo archeologico che ha portato alla luce la struttura megalitica più antica mai rinvenuta. Göbekli Tepe è un sito archeologico presso la città di Şanlıurfa nell'odierna Turchia, presso il confine con la Siria, risalente all'inizio del Neolitico o alla fine del Mesolitico. Vi è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra (12.000-8.000 a.C. circa), la cui erezione dovette interessare centinaia di uomini nell'arco di tre o cinque secoli. Il sito si trova su una collina artificiale alta circa 15 m e con un diametro di circa 300 m, situata sul punto più alto di un'elevazione di forma allungata, che domina la regione circostante, tra la catena del Tauro e il Karaca Dağ e la valle dove si trova la città di Harran. Gli scavi furono iniziati nel 1995 da una missione congiunta del museo di Şanlıurfa e dell'Istituto archeologico germanico sotto la direzione di Klaus Schmidt e portarono alla luce un santuario monumentale megalitico, costituito da una collina artificiale delimitata da muri in pietra grezza a secco.
Sono inoltre stati rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti oltre 10 tonnellate ciascuno, probabilmente cavati con l'utilizzo di strumenti in pietra. Sono state riportate in luce circa 40 pietre a forma di T, che raggiungono i 3 m di altezza. Per la maggior parte sono incise e vi sono raffigurati diversi animali (serpenti, anatre, gru, tori, volpi, leoni, cinghiali, scorpioni e formiche). Alcune incisioni vennero volontariamente cancellate, forse per preparare la pietra a riceverne di nuove. Indagini geomagnetiche hanno indicato la presenza di altre 250 pietre ancora sepolte nel terreno.
Se Gobekli Tepe fosse semplicemente questo, sarebbe già una specie di Stonehenge turco. Diversi fattori unici innalzano però Gobekli Tepe al rango di paradosso archeologico. Il primo è la sua età. La datazione al radiocarbonio mostra che il complesso è di almeno 12.000 anni fa, forse anche 13.000 anni. Ciò significa che è stato costruito intorno al 10.000 a.C. A titolo di confronto, Stonehenge è stato costruito nel 3000 a.C. e le piramidi di Giza nel 2500 a.C. Infatti negli strati di riempimento sono state trovate moltissime punte di lancia databili in quell'epoca, inoltre le datazioni al carbonio 14 hanno confermato fino ad ora queste ipotesi. Una cosa interessante è il fatto che la collina, al cui interno sono stati ritrovati i monoliti, è di origine artificiale. Quindi sembra che qualcuno, di proposito, dopo aver costruito il tempio, abbia provveduto a ricoprirlo attentamente cercando di non lasciarne traccia. Resta inoltre il dubbio di capire "chi" all'epoca era in grado di poter erigere un complesso di tale rilevanza.
Di seguito alcune date in cui sono stati costruiti i più importanti monumenti preistorici fino ad ora conosciuti per aiutarvi a riflettere sull'importanza di tale scoperta:
Primi Megaliti di MALTA: 3.500 A.C.
Stonehenge : tra il 2.000 e il 2.500 A.C.
Piramidi 3.000 A.C. (se non si tiene conto della ridatazione "non ufficiale" dell'ipotesi relativa all'allineamento con Orione, che daterebbe le piramidi al' 11.000 A.C. . Altrimenti piramidi e Gobekli sarebbero quasi coevi).
Interessanti sono anche le incisioni scolpite sui megaliti raffiguranti animali in quanto sono molto ben dettagliate e di raffinata fattura. Alcune di queste incisioni hanno delle rassomiglianze con quelle trovate in un'altro luogo della Mesopotamia, Nevali Cori molto vicino a Gobekli Tepe. Gobekli è quindi il più antico di tali siti nel mondo. E’ così vecchio che precede la vita sedentaria dell’uomo, prima della ceramica, della scrittura, prima di tutto. Gobekli proviene da una parte della storia umana che è incredibilmente lontana, nel profondo passato dei cacciatori-raccoglitori. Come poterono gli uomini delle caverne costruire qualcosa di così ambizioso? Schmidt pensa che bande di cacciatori si siano riuniti sporadicamente nel sito, durante i decenni di costruzione, vivessero in tende di pelle di animali e uccidessero la selvaggina locale per nutrirsi. Le molte frecce di selce trovate presso Gobekli giocano a sostegno di questa tesi, ma sostengono anche la datazione del sito. Questa rivelazione, che i cacciatori-raccoglitori dell’Età della Pietra potrebbero avere costruito qualcosa come Gobekli, cambia radicalmente la nostra visione del mondo, perché mostra che la vita degli antichi cacciatori-raccoglitori, in questa regione della Turchia, era di gran lunga più progredita di quanto si sia mai concepito - incredibilmente sofisticata. Klaus Schmidt sostiene che, a suo parere, questo posto era il sito del biblico giardino di Eden. Più in particolare: ‘Gobekli Tepe è un tempio dell'Eden.'
Vista in questo modo, la storia dell'Eden, nella Genesi, parla di un'umanità innocente e di un passato di cacciatori-raccoglitori che potevano nutrirsi con la raccolta delle frutta dagli alberi, la caccia e la pesca nei fiumi, e trascorrere il resto del tempo in attività di piacere.
Poi l'uomo ‘precipitò' in una vita più dura, con la produzione agricola, con la fatica incessante e quotidiana. E sappiamo dalle testimonianze archeologiche che la primitiva agricoltura è stata dura, rispetto alla relativa indolenza della caccia.
Quando avvenne la transizione dalla caccia e dalla raccolta all'agricoltura stanziale, gli scheletri mutarono - per un certo tempo crebbero più piccoli e meno sani, perché il corpo umano si doveva adattare a una dieta più povera di proteine e ad uno stile di vita più faticoso. stesso modo, gli animali da poco addomesticati diventano più piccoli di taglia.
Intorno all'8000 a.C. il sito venne deliberatamente abbandonato e volontariamente seppellito con terra portata dall'uomo. Le ragioni ad oggi sono ancora sconosciute.
Poi l'uomo ‘precipitò' in una vita più dura, con la produzione agricola, con la fatica incessante e quotidiana. E sappiamo dalle testimonianze archeologiche che la primitiva agricoltura è stata dura, rispetto alla relativa indolenza della caccia.
Quando avvenne la transizione dalla caccia e dalla raccolta all'agricoltura stanziale, gli scheletri mutarono - per un certo tempo crebbero più piccoli e meno sani, perché il corpo umano si doveva adattare a una dieta più povera di proteine e ad uno stile di vita più faticoso. stesso modo, gli animali da poco addomesticati diventano più piccoli di taglia.
Intorno all'8000 a.C. il sito venne deliberatamente abbandonato e volontariamente seppellito con terra portata dall'uomo. Le ragioni ad oggi sono ancora sconosciute.
C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
Genesi 6,4