Dal Fatto di oggi:
Il sottosegretario Alfredo Mantovano è il presidente della commissione che decide sull’ammissione al programma di protezione dei collaboratori di giustizia. La decisione di sbarrare la porta dei benefici a Gaspare Spatuzza, l’uomo che ha puntato il dito contro Berlusconi e Dell’Utri, pesa sulle sue spalle.
“Gaspare Spatuzza? Sembra un remake di un brutto film”, aveva detto nel dicembre scorso il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, anticipando, di fatto, la clamorosa decisione di ieri: al pentito che accusa il senatore Berlusconi e Dell’Utri di “relazioni pericolose” con Cosa Nostra nel periodo delle stragi, la commissione del Viminale ha negato lo status di ‘’collaboratore’’ e la conseguente ‘protezione ’’. Il motivo? Ha parlato “a rate’’ ,ben oltre i 180 giorni previsti dalla legge del 2001. Di una decisione “politica” sono convinti i magistrati che hanno ascoltato in questi due anni Spatuzza, convincendosi della sua attendibilità: “Decine di pentiti si sono comportati allo stesso modo di Spatuzza – dicono oggi a Caltanissetta – ma non risultano analoghe decisioni”.
Cambia solo il fatto che la sua famiglia (lui è in galera) non verrà protetta, non riceverà l’assegno di mantenimento e non avrà una dimora protetta in cui vivere.
Resta il fatto che questo precedente non potrà che scoraggiare future defezioni dalla criminalità organizzata.