Sono passati 27 anni dal giorno in cui Emanuela Orlandi scomparve misteriosamente.
Ricordo i manifesti che tappezzavano tutta Roma, anche il mio quartiere. Avevo 12 anni e ricordo che la vicenda di quella ragazza poco più grande mi me mi spaventò un po'. Mi comunicava la possibilità che nessuno è al sicuro, neanche una ragazza qualsiasi; una persona normale, anonima se vogliamo.
Ieri è stato l'anniversario della scomparsa e io la voglio ricordare con una lettura.
Rita Di Giovacchino, Storie di alti prelati e gangster romani, Fazi editore
"Ventidue giugno 1983. Emanuela Orlandi, una cittadina vaticana di quindici anni, sparisce vicino alla chiesa di Sant'Apollinare. La capitale viene tappezzata da migliaia di manifesti con il suo ritratto e la scritta "Scomparsa". Ma non si scompare nel nulla al centro di Roma. Qualcuno ha visto, qualcuno sa. Sono passati venticinque anni da quel giorno e in tutto questo tempo la ragazzina non è mai stata ritrovata, né morta né viva. Eppure l'opinione pubblica non l'ha dimenticata perché il suo non è solo un caso di cronaca, ma un enigma insoluto. Anno dopo anno si è arricchito di tanti, forse troppi, scenari e attori: Marcinkus e lo IOR, Ali Agca e i Lupi Grigi, il KGB. Nel giugno del 2008, però, si apre una pista inaspettata: Sabrina Minardi - ex moglie di un famoso calciatore ma soprattutto amante storica di Enrico De Pedis, capo della Banda della Magliana - dichiara che Emanuela è stata rapita dal boss su ordine del vescovo Marcinkus e, in una seconda fase, uccisa e gettata in una betoniera. Strana coincidenza: De Pedis, ammazzato nel '90, è stato sepolto (in mezzo a cardinali, principi e artisti) proprio in quella chiesa di Sant'Apollinare da cui tutto sembra essere cominciato... Nessuno finora era riuscito a riannodare i fili che legano la scomparsa della Orlandi a quegli oscuri poteri che all'inizio degli anni Ottanta sembravano convergere in un'unica struttura politico-criminale, tanto potente da aver allungato i suoi tentacoli fin dentro il Vaticano"