Lorenzo Guadagnucci su MicroMega:
L'Italia ha respinto l'invito dell'Onu ad introdurre nell'ordinamento penale il reato di tortura, in applicazione di un impegno preso a livello internazionale oltre vent'anni fa. Questo rifiuto è forse la dimostrazione più esplicita dell'involuzione autoritaria del nostro paese, ormai stabilmente collocato in quella zona grigia fra i sistemi democratici veri e propri (tutti peraltro alle prese con problemi non piccoli) e i regimi autoritari veri e propri, insomma fra la Francia o la Germania da un lato, e la Russia dall'altro. E probabilmente siamo più simili alla Russia di Putin che a Francia e Germania.
Questo no sulla tortura arriva pochi mesi dopo le sentenze di condanna per alcune decine di agenti, funzionari e dirigenti delle nostre forze di polizia relative ai fatti di Genova del 2001, che hanno fatto emergere il "caso Italia" nel mondo. Nel processo per i maltrattamenti sui detenuti nella caserma di polizia di Bolzaneto, si è fatto esplicito riferimento alla tortura; le condanne sono arrivate, necessariamente, per figure di reato alternative, per lo più coperte dalla prescrizione, mentre tutte le leggi sulla tortura dei paesi democratici escludono la prescrizione, data la odiosità del reato e la sua pericolosità per la tenuta di qualsiasi regime democratico. Tutti i condannati sono rimasti al loro posto, come gli altissimi dirigenti di polizia condannati in appello poche settimane fa al processo per le violenze e i falsi alla scuola Diaz..