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"ROMA - Il 17 febbraio 2009 - e cioè in occasione della ricorrenza del 409° anniversario dell’esecuzione della condanna a morte, sul rogo, di Giordano Bruno - la Sesta Sezione Penale della Cassazione è chiamata a decidere il ricorso del giudice Luigi Tosti contro la sentenza del Tribunale dell’Aquila, che gli ha inflitto nel 2005 un anno di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici per essersi rifiutato di tenere le udienze perché il Ministro di Giustizia si è rifiutato, a sua volta, di togliere i crocifissi dalle aule giudiziarie o di autorizzarlo ad esporre, a fianco dei crocifissi, la sua menorà ebraica.Il Vaticano e la Conferenza Episcopale Italiana hanno esternato la loro viva preoccupazione e il loro disappunto per un’eventuale assoluzione del magistrato, ribadendo che l’unico simbolo religioso che merita di essere esposto nelle aule giudiziarie è il crocifisso e che, al contrario, affiancare ad esso la menorà degli ebrei, che si sono macchiati di deicidio, è un sacrilegio intollerabile e blasfemo. D’altro canto - sottolinea in una nota il Vaticano - il diritto costituzionale all’eguaglianza delle religioni non significa che “tutte le religioni debbano godere degli stessi diritti” perché in realtà Dio ha voluto e creato sul Pianeta Terra solo la Chiesa Cattolica che, dunque, è superiore a tutte le altre.Il Governo Berlusconi ha immediatamente rassicurato lo Stato del Vaticano e la C.E.I. e, dopo aver consultato una equipe di 12 emeriti costituzionalisti dell’Università Cattolica, ha diffuso una nota nella quale ha preannunciato che nella deprecabile ipotesi di assoluzione del magistrato sarà disposta un’ispezione immediata a carico dei giudici della suprema Corte - così come fatto per il dr. Mario Montanaro del Tribunale dell’Aquila - e sarà poi emanato un decreto - legge col quale si disporrà, in via di urgenza, l’annullamento dell’assoluzione della Cassazione e la conferma della condanna inflitta al giudice “anticrocifisso”. L’On.le Silvio Berlusconi si è detto fiducioso che il Presidente Giorgio Napolitano firmerà, in questo caso, il decreto. “In caso contrario - ha puntualizzato il Premier - sarò costretto a modificare anche su questo punto la Carta Costituzionale: mi sembra infatti grottesco - e degno di un regime comunista sovietico - che la Magistratura italiana possa deliberare sentenze che siano in contrasto con le direttive dello Stato del Vaticano e del Governo della Repubblica Pontificia Italiana. Il caso Englaro ha dimostrato a tutti gli italiani che la nostra Repubblica non si fonda su di una “Carta Costituzionale” realmente democratica, bensì su di una vera e propria “carta igienica” voluta da individui comunisti e filosovietici: non si giustifica, altrimenti, che il Tribunale di Milano, la Corte di Appello di Milano, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione civile, la Corte Costituzionale, la Corte Europea dei diritti dell’uomo e il TAR della Lombardia si siano tutti accaniti a dar torto al Governo italiano e alla Chiesa cattolica e ad accogliere, invece, le istanze di giustizia di Beppino Englaro"