martedì 8 luglio 2008

Gli strani frutti di Billie

Nel 2001 è uscito un libro di Dave Margolick dal titolo Strange fruit, edito da Arcana.
È la storia di una canzone molto speciale, cantata da una donna altrettanto speciale: Billie Holiday.
Lady Day, così la soprannominò Lester Young, è una delle voci più particolari e struggenti della storia del jazz. Nata nel 1915 e cresciuta in povertà. Violentata da un vicino a 9 anni, per vivere arrivò anche a prostituirsi. Scoperta da John Hammond, cantò con l’orchestra di Count Basie, Duke Ellington, Artie Shaw, collaborò con Benny Goodman. Incise vari dischi con il pianista Teddy Wilson e il sassofonista Lester Young. Fu amica di Malcom X, che la cita nella sua autobiografia. Nel 1946 apparve nel film ‘New Orleans’ con Louis Armstrong. Ebbe sempre problemi di droga e finì in galera per questo. Le sue storie d’amore furono sempre sbagliate e finiva sempre con uomini che la sfruttavano e la picchiavano.
Il clarinettista Tony Scott, ha detto di lei: "Billie Holiday è stata e sempre sarà un simbolo della solitudine: una vittima dell'american way of life come donna, come nera e come cantante jazz. Per la società bianca tutto questo voleva dire essere l'ultima ruota del carro
Molti di voi la conoscono e non lo sanno, ma se ascoltate questa canzone la riconoscerete.
La sua fu una voce unica; ascoltandola si percepisce la sua profonda sofferenza. Tutte le cicatrici della sua anima tormentata risuonano nelle melodie che cantava. Morì il 17 luglio del 1959, per le complicanze di un’epatite, in un letto d’ospedale circondata solo dai poliziotti che dovevano arrestarla per l’ennesima storia di droga.
Il Cafè Society era l'unico vero nightclub di New York che prevedesse una vera integrazione, ma Billie Holiday avrebbe poi ricordato che ebbe paura la prima volta che cantò Strange fruit, poichè si misurava direttamente con l'odio razziale. Nonostante fosse la stella del club doveva entrare dall’ingresso riservato alla gente di colore.
Nel 1939 questo brano provocò polemiche ovunque la Holiday lo eseguisse: mancavano 15 anni al giorno in cui Rosa Parks si sarebbe rifiutata di sedere nei sedili riservati ai neri su un autobus a Montgomery, Alabama.
Assistere all'esecuzione di Strange Fruit al Cafè Society era un'esperienza visiva e uditiva al tempo stesso. Se non c'erano problemi la Holiday chiudeva ogni set con questa canzone. Quando arrivava il momento il servizio si fermava. Il locale restava al buio, tranne che per un occhio di bue puntato sul viso della cantante.
Terminato il brano lei usciva di scena e non tornava neanche per ringraziare. Ricorda la cantante nel 1949: "Mi stupivo della quiete che c'era quando cantavo. Poi scoprii che era abitudine dei camerieri andare dagli avventori più rumorosi e dire loro: 'La signorina Holiday teme non vi stiate divertendo. Regolate il conto e andatevene."

Strange fruit
Southern trees bear a strange fruit, / Gli alberi del Sud producono uno strano frutto,
Blood on the leaves and blood at the root, / Sangue sulle foglie e sangue sulle radici,
Black body swinging in the Southern breeze, / Un corpo nero che ondeggia nella brezza del Sud,
Strange fruit hanging from the poplar trees. / Uno strano frutto che pende dai pioppi,
Pastoral scene of the gallant South, / Una scena pastorale nel valoroso Sud,
The bulging eyes and the twisted mouth, / Gli occhi sporgenti e la bocca storta,
Scent of magnolia sweet and fresh, / Profumo di magnolia dolce e fresco,
And the sudden smell of burning flesh! / E d'improvviso l'odore della carne che brucia!
Here is a fruit for the crows to pluck, / Qui c'è un frutto che i corvi possono beccare,
For the rain to gather, for the wind to suck, / Che la pioggia inzuppa, che il vento sfianca,
For the sun to rot, for a tree to drop, / Che il sole marcisce, che l'albero lascia cadere,
Here is a strange and bitter crop. / Qui c'è uno strano frutto e amaro raccolto.

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