Pochi giorni fa è stato l’anniversario della nascita di un artista geniale.
Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17/06/1898 - Laren, 27/03/1972). Per i rimandi biografici vi dirotto come sempre su Wikipedia
Le sue opere si basano sul sottile gioco tra lo sfondo e la figura, che si compenetrano e si completano. Escher fu molto colpito dal rapporto tra le dimensioni. Si è infatti soliti rappresentare forme tridimensionali su superfici che ne hanno solo due e alcune delle sue stampe traducono lo stupore causato da questo antagonismo. Ha sottomesso le leggi della prospettiva grazie alle sue ricerche critiche e ha trovato nuove leggi, sperimentate direttamente nelle sue stampe. La suggestione spaziale di un'immagine piana può essere così forte che si possono suggerire su di essa dei mondi che, in tre dimensioni, non potrebbero assolutamente esistere: l'immagine sembra una proiezione di un oggetto tridimensionale su una superficie piana, ma è una figura che non può assolutamente esistere nello spazio; una figura impossibile.
Ciò che è impossibile in natura diventa filosoficamente possibile per noi, che vaghiamo in questa simulazione chiamata mondo. Una figura impossibile ha prospettive multiple, punti di vista improbabili, ci insegna a guardare le cose sottosopra e ad imboccare strade che sembravano impraticabili; perché la verità non esiste.
Esistono solo le diverse versioni di un fatto, come ci insegna Jarmusch in Ghost dog e prima di lui Kurosawa in Rashomon. Mantenere la mente aperta serve a cogliere le soluzioni alle quali non pensavamo, aprire la mente vuol dire confrontarsi con gli altri ed essere sempre disposti a piegare la propria verità in favore di una visione alternativa.
Questo perchè....il cucchiaio non esiste. Se vuoi piegare il cucchiaio prova a piegare te stesso