martedì 14 aprile 2009

Colpire un giornalista per educare gli altri


Nuova bufera su Michele Santoro.

La puntata della scorsa settimana della trasmissione Annozero, dedicata al terremoto che ha devastato l'Abruzzo, secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, è stata «indecente», «l'unica cosa stonata in questa tragedia». (AH! non sapevo stessimo parlando del concerto del primo maggio!)

«La tv pubblica non può comportarsi in questo modo», ha aggiunto il premier Silvio Berlusconi.


Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl: «'Annozero" è una trasmissione che ha obiettivi politici chiarissimi. Essa è collegata a un gruppo politico-giudiziario che ha come terminale giornalistico Travaglio e come punto di riferimento politico Di Pietro; in mezzo c'è una operosa componente giudiziaria che ha punti di riferimento in alcune procure, da quella di Palermo a quella di Potenza. L'obiettivo di questo network è quello di destabilizzare il quadro politico. Certamente di questo nucleo il dottor Santoro è la punta di diamante mediatica». «È la tv dell'odio. È la tv del veleno. È uno scempio continuo della verità, che tocca punte tali di aberrazione da essere notoriamente dannosa per la parte politica a cui questa tv è asservita» ha chiosato senza mezzi termini il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri.


Gasparri insulta Belisario. «Querelare il capogruppo dell'Idv al Senato Felice Belisario per le sue ingiurie sarebbe inutile. Una semplice perizia psichiatrica consentirebbe alla difesa di eludere le responsabilità di chi è capace di intendere. "Annozero" è la tv menzogna che non si può difendere e danneggia chi la fa e chi la sostiene», ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che ha definito «tv dell'odio» quella di Santoro.


Belisario aveva criticato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, che a sua volta aveva attaccato Santoro («L'obiettivo è destabilizzare il quadro politico»), dicendo fra l'altro: «Da fedele affiliato alla loggia P2 Cicchitto aveva sottoscritto il programma di Gelli che prevedeva, tra le altre cose, l'eliminazione della libera informazione e il perseguimento di fini opposti a quelli previsti dalla nostra Costituzione. Tutte le affermazioni di Cicchitto sono basate su menzogne. Non esiste alcun teorema, alcun complotto politico-giudiziario, altrimenti Berlusconi non avrebbe vinto per tre volte le elezioni».


Stefania Pezzopane, Presidente della provincia Abruzzo: «I servizi di Annozero hanno evidenziato alcune falle che ci sono state ma in più occasioni sono emersi complimenti sia da parte di Santoro che da Ruotolo che era in collegamento, nei confronti di questa massa enorme di volontari che è venuta qui ad aiutarci».


Sergio Zavoli, presidente della Commissione di vigilanza, ha sottolineato la necessità, nei programmi di inchiesta, di «dar voce a istanze diverse». Ha anche ricordato che i vertici Rai stanno acquisendo gli elementi per formarsi sulla vicenda un «parere equanime» sul quale la Vigilanza è pronta a esprimere eventualmente «un indirizzo non censorio, ma più vincolante che in passato». «Cruciale», ribadisce Zavoli, è «dar voce a istanze diverse, specie in un contesto che lasci spazio a critiche anche gravi, rivelatesi poi fondate, ma che abbia visto il Paese (a partire dalla protezione civile, dai vigili del fuoco, dal volontariato eccetera) chinato su una tragedia in un sollecito, diffuso e responsabile atteggiamento di solidarietà»


Furio Colombo su Micromega: "Tutti sanno che i soccorsi in Abruzzo sono stati imponenti e persino i critici instancabili di Berlusconi hanno dovuto prendere atto dell’efficace presenzialismo del Presidente-Padrone. Ma se voci e testimonianze di vuoti, di ritardi, di errori anche gravi ci sono, qual’è l’impegno professionale di un giornalista, negare e zittire e unirsi al coro della celebrazione?Non dimentichiamo una curiosa, interessante analogia. Le stesse televisioni che nel pieno dello spaventoso terremoto non hanno interrotto né cambiato i loro programmi notturni per più di mezz’ora (radio comprese, con la sola eccezione di Radio Rock), poi si sono vantate di presenza perenne e di vigilanza inflessibile a fianco dei colpiti dal sisma."


Aldo Grasso, sul Corriere della Sera :“Santoro si è sentito in dovere di metterci in guardia dalla speculazione incombente, di seminare zizzania con i morti ancora sotto le macerie, di descrivere l’Italia come il paese dei furbi incapaci di rispettare le leggi. Santoro la chiama libertà di informazione. Esistono gli abusi edilizi, ma forse anche gli abusi di libertà”.


Norma Rangeri dal Manifesto: "Chiunque abbia visto la trasmissione incriminata sa che la critica di Santoro alla Protezione Civile è stata circostanziata e testimoniata. Che la struttura di Bertolaso non avesse predisposto un piano di emergenza nella regione colpita, è evidente. Nessuna esercitazione, nessuno in Prefettura pronto a intervenire. Otto ore dopo la tragedia, alle 11,30 del mattino successivo alla grande scossa, i medici dell’ospedale non avevano ricevuto aiuto, e alle 6 del mattino non c’erano ambulanze disponibili. Sono i fatti testimoniati dai primari intervistati dagli inviati di Anno Zero e confermati dal sismologo più accreditato Boschi. Peccato che nessun telegiornale li avesse notati, e che solo i cronisti di alcuni giornali li avessero denunciati. Sensatamente, Emma Bonino, che non figura tra i filosantoriani, si chiede «Che cosa si contesta, visto che la libertà di espressione ha un solo limite: la falsità. E per questo c’è la magistratura»."


Marco Travaglio: «qui si critica l'assenza di una pianificazione che riuscisse a utilizzare al meglio l'enorme concorso umano» messo in campo dalla protezione civile e dai soccorsi. «Parlare delle inefficienze non vuol dire criticare quelli che hanno prestato soccorso, vuol dire criticare la macchina organizzativa»


QUI trovate la puntata incriminata


Roberto Saviano parla invece di cose serie su Repubblica quando dice: "Il rischio della ricostruzione è proprio questo. Aumenta la perizia del danno, aumentano i soldi, gli appalti generano subappalti e ciclo del cemento, movimento terre, ruspe, e costruzioni attireranno l'avanguardia delle costruzioni in subappalto in Italia: i clan. Le famiglie di camorra, di mafia e di 'ndrangheta qui ci sono sempre state. E non solo perché nelle carceri abruzzesi c'è il gotha dei capi della camorra imprenditrice. Il rischio è proprio che le organizzazioni arrivino a spartirsi in tempo di crisi i grandi affari italiani. Ad esempio: alla 'ndrangheta l'Expo di Milano, e alla camorra la ricostruzione in subappalto d'Abruzzo. " E ancora: "I dati dimostrano che la presenza dell'invasione di camorra nel corso degli anni è enorme. Nel 2006 si scoprì che l'agguato al boss Vitale era stato deciso a tavolino a Villa Rosa di Martinsicuro, in Abruzzo. Il 10 settembre scorso Diego Leon Montoya Sanchez, il narcotrafficante inserito tra i dieci most wanted dell'Fbi aveva una base in Abruzzo. Nicola Del Villano, cassiere di una consorteria criminal-imprenditoriale degli Zagaria di Casapesenna era riuscito in più occasioni a sfuggire alla cattura e il suo rifugio era stato localizzato nel Parco nazionale d'Abruzzo, da dove si muoveva, liberamente. Gianluca Bidognetti si trovava qui in Abruzzo quando la madre decise di pentirsi. L'Abruzzo è divenuto anche uno snodo per il traffico dei rifiuti, scelto dai clan per la scarsa densità abitativa di molte zone e la disponibilità di cave dismesse. L'inchiesta Ebano fatta dai carabinieri dimostrò che alla fine degli anni '90 vennero smaltite circa 60.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti dalla Lombardia. Finiva tutto in terre abbandonate e cave dismesse in Abruzzo. Dietro tutto questo, ovviamente i clan di camorra. Sino ad oggi L'Aquila non ha avuto grandi infiltrazioni. Proprio perché mancava la possibilità di grandi affari. Ma ora si apre una miniera per le imprese."


Teniamo gli occhi aperti prima che tappino la bocca alle uniche voci che potrebbero vigilare per noi sugli sciacalli della ricostruzione.