Quando stacco dal lavoro talvolta passo davanti ad un campo dove c'è una scuola calcio.
A volte ho la sfortuna di imbattermi nella partitella tra i ragazzini e, naturalmente, quella è l'occasione per assistere a scene ributtanti di padri che si fanno venire un'ischemia a forza di urlare al proprio figlio consigli su come giocare. Il peggio però viene solo al dopo partita, quando lo sportivamente preparatissimo padre affronta il bambino all'uscita e lo sottopone al bombardamento di consigli/insulti/commenti sulle capacità (o incapacità) sportive del pargolo.
E' una scena pietosa dove l'insoddisfazione e la pochezza di questi uomini emerge in maniera prorompente. E' la genesi del senso di inadeguatezza di bambini che, a contatto con questi padri, imparano a odiare i compagni bravi, a fregare il prossimo laddove non si riesca ad emergere, a invidiare chi apparentemente sta meglio.
Ancora non mi è capitato di sentire un padre chiedere la cosa più importante: 'Ti sei divertito?'.
A volte ho la sfortuna di imbattermi nella partitella tra i ragazzini e, naturalmente, quella è l'occasione per assistere a scene ributtanti di padri che si fanno venire un'ischemia a forza di urlare al proprio figlio consigli su come giocare. Il peggio però viene solo al dopo partita, quando lo sportivamente preparatissimo padre affronta il bambino all'uscita e lo sottopone al bombardamento di consigli/insulti/commenti sulle capacità (o incapacità) sportive del pargolo.
E' una scena pietosa dove l'insoddisfazione e la pochezza di questi uomini emerge in maniera prorompente. E' la genesi del senso di inadeguatezza di bambini che, a contatto con questi padri, imparano a odiare i compagni bravi, a fregare il prossimo laddove non si riesca ad emergere, a invidiare chi apparentemente sta meglio.
Ancora non mi è capitato di sentire un padre chiedere la cosa più importante: 'Ti sei divertito?'.