martedì 28 aprile 2009

Storia di una holding politico criminale - Parte 2

Il primo passo del Libanese è collegare le batterie del Sardo e del Freddo per fare affari, tramite il Bufalo e Claudio Sicilia detto er Vesuviano alias Trentadenari, con la camorra di Cutolo. La camorra vende la droga e la nuova organizzazione romana la piazza su tutta Roma.
Il salto di qualità che farà da battesimo all’unione delle diverse batterie sarà una verifica operativa del sodalizio, attuata con un sequestro di persona.
Il 7 novembre 1977 a Settebagni viene sequestrato il Duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere. La custodia dell’ostaggio è affidata ad una modesta banda di Montespaccato e dopo quattro mesi di vessazioni il duca viene ucciso. Il riscatto pagato ammonta a 2 miliardi di lire, divisi tra quelli di Montespaccato e i romani del Libanese. Nonostante la somma ottenuta sia molto inferiore alla richiesta di 10 miliardi, l’operazione viene considerata un successo poiché la prospettiva di una collaborazione organica tra le batterie è fattibile e si sta già attuando nel traffico di stupefacenti.
Le regole operative del patto si basano sul concetto di ‘stecca para’ ossia l’equa suddivisione dei guadagni e dei rifornimenti di droga che sarà piazzata da ogni batteria nel proprio territorio di origine.
La nuova holding criminale è nata e la sua caratteristica consociativista permetterà di agire come un unico gruppo nei grandi progetti e di mantenere l’autonomia negli ambiti criminosi direttamente controllati. Una vera e propria agenzia criminale che offre personale specializzato e mezzi.
Come nell’antica Roma, il centro di potere esigeva un tributo ma concedeva alle province autonomia locale e gestione del territorio. La differenza qui è che il tributo si traduce in un fondo comune che, reinvestito, moltiplica i profitti.
Oltre al legame con la mafia e la camorra, il Libanese acquisisce il contributo tecnico-politico del fascista Aldo Semerari, noto criminologo romano che effettua perizie psichiatriche per i tribunali nazionali. A lui fanno riferimento ‘camerati’ come il prof. Fabio De Felice e il terrorista Aleandri (del gruppo del Nero).
I tre sono legati al venerabile Maestro della Loggia Massonica Propaganda 2 (detta P2) Licio Gelli. Alla P2 sono affiliati magistrati, dirigenti delle forze dell’ordine, capi dei servizi segreti (generale Giuseppe Santovito del Sismi tessera 1630 e generale Giulio Grassini del Sisde tessera 1620), nonché imprenditori come l’attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (tessera 1816).
Il collegamento con Semerari e i massoni fa si che ci sia sempre un mutuo soccorso tra le parti. La banda ricicla soldi e bottini delle rapine dei terroristi e i terroristi ripagano con azioni criminali per conto della banda o di committenti dei servizi segreti. De Felice, Semerari, Aleandri, il Libanese, il Freddo e il Bufalo, insieme al malavitoso romano Alessandro D’Ortenzi detto Zanzarone si incontrano nell’estate del 1978 nella villa di De Felice vicino a Rieti e sanciscono un’alleanza politico criminale. D’Ortenzi, in una testimonianza, afferma che: “Non si giocava certo a briscola, si parlava della destabilizzazione del paese, di creare più caos possibile con degli attentati da eseguire nella varie città italiane per creare più confusione possibile, e una volta che lo stato era allo sbando, prendere il potere”. Stabilito il vincolo associativo tra le varie batterie di Roma, attivato il collegamento con la grande criminalità nazionale (mafia e camorra), con l’eversione neofascista e con la Loggia P2, la banda della Magliana una realtà consolidata e importante.
Un’organizzazione “nella quale l’antistato consuma tutto il suo potenziale eversivo e antagonista per divenire esso stesso istituzione e sistema che si arroga il diritto di eliminare tutte le sue variabili impazzite, di proteggere tutti coloro che operano all’interno delle sue finalità (…) è certo che se vi è stata un’organizzazione permanentemente dedita al malaffare che abbia avuto protezioni e che sia stata sottovalutata nonostante gli elementi di accusa raccolti, questa è la banda della Magliana. E ciò per la vastità dei coinvolgimenti istituzionali che essa ha saputo conquistare” Requisitoria dei pubblici ministeri di Bologna Libero Mancuso e Attilio Dardani, 13 Maggio 1986
Curiosità: La serie televisiva 'Romanzo criminale' è stata preceduta, il 15 ottobre 2008, da una campagna di marketing che ha visto, per un giorno, protagonisti, quattro busti ritraenti gli attori che interpretano i componenti della banda della Magliana. Alemanno giudicò l'iniziativa una trovata pubblicitaria di “cattivo gusto”.
(segue)