lunedì 30 marzo 2009

Sahelanthropus tchadensis


Discover Stati Uniti:

Non passa giorno senza che i paleoantropologi non aggiustino l’ambientazione, modifichino i personaggi e rivedano i tempi della nostra storia passata. Sulla base di nuovi fossili o di dati sull’identikit genetico dei nostri progenitori, devono continuamente rivedere frasi, aggiungere pagine o anche interi capitoli.Per esempio, fino a non molto tempo fa, l’Australopithecus afarensis di 3,6 milioni di anni (a cui appartiene lo scheletro trovato in Etiopia della famosa Lucy) era considerato il nostro antenato più antico. Ma il ritrovamento nelle dune del Sahara del Sahelanthropus tchadensis, che risale a ben sei o sette milioni di anni fa, ha creato scompiglio: la forma dei denti e altre caratteristiche fanno pensare che questa specie sia legata al ramo degli ominidi piuttosto che a quello delle scimmie. Si è aperto quindi un nuovo mistero sull’identità del primo antenato e sulle nostre origini.Nuovi reperti risponderanno presto al nuovo quesito, ma sicuramente ne apriranno degli altri. “In fin dei conti è procedendo con domande e risposte che scriveremo la nostra storia”, conclude il mensile statunitense Discover.