mercoledì 25 marzo 2009

La misura del tempo e dello spazio: Annunaki parte 2


Le straordinarie conoscenze astronomiche dei Sumeri sono uno degli elementi che con maggior forza spinge a credere che questo popolo avesse avuto dei “maestri” estremamente edotti dal punto di vista scientifico. (Parliamo qui di Astronomia, ma lo stesso stupore lo abbiamo di fronte alle loro conoscenze matematiche, geometriche, architettoniche – basti pensare ai perfetti orientamenti e proporzioni delle Piramidi e di tanti altri monumenti). Riguardo le reali conoscenze astronomiche dei Sumeri, però, la realtà si confonde inestricabilmente con la fantasia. Soprattutto nell’era di Internet! Il problema è che non si presta sufficiente attenzione alla verifica delle fonti, così gli autori – in buona fede – creano una sorta di “telefono senza fili” man mano ingigantendo o perdendo pezzi per strada, così spesso si trovano informazioni inesatte anche in eccellenti articoli o libri. I pezzi che si perdono più spesso sono i “forse” e le desinenze in “-ebbe”; quelle del condizionale… Detto questo, le conoscenze effettive degli antichi mesopotamici non sono certo cosa da poco. E sono vaste e sorprendenti. Perlomeno al limite dell’inspiegabile. Tanto che l’ipotesi extraterrestre diventa forse più facile da accettare piuttosto che altre.Ma vediamo cosa di certo sapevano i Sumeri. E visto che si rischia di prendere grossi granchi, poiché le traduzioni e interpretazioni delle tavolette cuneiformi sono spesso controverse, muoviamoci su un terreno più sicuro: quello delle conoscenze – comprovate e indiscutibili – degli antichi Greci.Questi dichiaravano senza giri di parole che le loro conoscenze astronomiche le avevano apprese dai Caldei. Ovvero i mesopotamici. Tanto che il termine stesso “Caldeo” era sinonimo di “Astronomo”.I mesopotamici, a loro volta, scrivevano che le conoscenze erano ereditate da documenti precedenti, più antichi, e si premuravano sempre di segnalare che erano traduzioni dall’“Antica Lingua”: il Sumero. Non rischiamo di sbagliare, quindi, se elencando una serie di strabilianti nozioni dei Greci – senza nulla togliere al genio dei filosofi – deduciamo che sia “farina del sacco” dei Sumeri.Avevano corretta nozione del sistema eliocentrico e di tutti i moti della Terra, ne conoscevano le esatte dimensioni, e quanto distasse la Luna. Conoscevano di certo Mercurio – che tutt’ora non è semplicissimo da individuare. Sapevano che le stelle si trovano a distanze che rasentano l’infinito; l’esistenza dei meteoriti era un fatto pacifico (e non lo è stato fino al secolo scorso!), così come la periodicità delle comete. Erano in grado di prevedere le eclissi, e ne conoscevano le cause e le dinamiche; sapevano che la Terra era sospesa nello spazio da “milioni di anni”.E conoscevano persino il complesso fenomeno della Precessione degli Equinozi, di cui parliamo più avanti. Molti passi dei Principia di Newton altro non sono che la traduzione del De facie di Plutarco. Per esempio la definizione della forza centripeta, e il passo in cui Plutarco spiega che la Luna procede nella sua orbita circolare attorno alla Terra e non cade per via della compensazione tra attrazione centripeta e forza centrifuga. Il genio Sir Isaac era un sostenitore della superiorità culturale degli antichi, e senza imbarazzo affermava di avere l’obiettivo di riscoprire le conoscenze andate perdute nei secoli. Tant’è vero che le sue fonti erano appunto le opere degli antichi. Ricercava, apertamente, quella stessa prisca sapientia (conoscenza primitiva) che si narrava fosse stata incisa da Ermete Trismegisto – semidio che l’aveva ricevuta dagli dèi! – su due colonne scoperte da