mercoledì 25 marzo 2009

La misura del tempo e dello spazio: Annunaki parte 1

Tratto da Hera 110 - Marzo 2009
di Daniele Bonfanti L’ipotesi degli antichi astronauti, di cui per fortuna negli ultimi anni si comincia a poter parlare senza troppe riserve e senza venire presi in giro anche in ambito accademico, non è nata con Sitchin, ma molto prima. Ha trovato precursori letterari in vari scrittori, poi è stata ventilata da autori come Charles Fort e il duo Bergier & Pauwels, proposta in maniera esplosiva negli anni Sessanta da Erich Von Däniken (con tanti meriti e tanti demeriti, quest’ultimo…) e da Peter Kolosimo. Sitchin ha affrontato però il problema in maniera inedita, collocando la teoria in un contesto più ampio, più circostanziato e documentato, e fornendole lo spessore che ha consentito a tale ipotesi di approdare anche in ambienti scientifici. E nasce da un semplice ragionamento. In Mesopotamia – ci insegnano a scuola – la civiltà nasce “all’improvviso”, i Sumeri paiono sbucare dal nulla già in possesso di avanzate conoscenze tecnico- scientifiche, e di una sofisticata cultura. Prima, niente. Poco più che scimmioni un po’ svegli. Bene, sappiamo che questo è semplicemente risibile. Quindi, le ipotesi sono due. Uno: c’era qualcuno prima, da cui i Sumeri ereditarono le proprie conoscenze, e di cui si è persa traccia. Una civiltà precedente e con una lunga Storia alle spalle. Due: la cultura è di provenienza esotica; qualcuno ce l’ha portata dall’esterno. Ora, noi, nel 2009, sappiamo con certezza che l’ipotesi uno è vera. Cioè, sappiamo che prima dei Sumeri fiorirono altre civiltà. A Gerico, 8000 anni prima di Cristo si sviluppava una cultura raffinata. E Gerico non era – come i più ottusi ambienti nonostante tutto continuano a sostenere – una specie di solitaria eccezione. C’erano molte altre città sul Giordano, sue contemporanee, come Tell Ghassul. In Turchia la città di Catal Hüyük è di gran lunga precedente alla civiltà Sumera. Le ricerche sui “Popoli del Mare” continuano a portare a risultati eccezionali. E da molti anni ricercatori come Graham Hancock e Robert Bauval girano il mondo collezionando indizi importanti che portano a supporre che la civiltà sia iniziata molto prima di quanto insegna la Storia ufficiale. Quindi, per quanto ancora i dati in nostro possesso siano lacunosi, e in alcuni casi contraddittori, sappiamo che i Sumeri ereditarono da qualcuno le loro conoscenze, e da questo qualcuno probabilmente le ereditarono anche gli Egizi, la civiltà Indiana, e quelle dell’America Centrale. E questo spiegherebbe i molti parallelismi tra queste culture, che tuttavia da un punto di vista antropologico non sembrano derivare l’una dall’altra, ma piuttosto, appunto, da un ceppo precedente e comune. Questo smonta il valore dell’ipotesi due, quella esotica o, appunto, extraterrestre? La risposta è no. Infatti, a deporre a favore di questa ipotesi c’è, in primo luogo, la tesi dei popoli antichi stessi.
Come si è detto, loro dicevano esplicitamente di aver ricevuto gli insegnamenti da gente scesa dal cielo. Quindi, si può dire che sostengano l’ipotesi esotica! A questo si somma la gran quantità di manufatti (come gli Ooparts, gli oggetti “fuori posto” che continuano a essere ritrovati un po’ dappertutto, e la cui realizzazione presuppone una tecnologia di alto livello) e conoscenze scientifiche che una civiltà precedente terrestre, per quanto avanzata, difficilmente avrebbe potuto produrre – perlomeno senza lasciare una traccia duratura. Ovvero: se questa superciviltà precedente era terrestre, che fine ha fatto? L’ipotesi è quella di un immenso disastro. Ma è davvero possibile che la nostra civiltà attuale, per esempio, possa essere spazzata via da un cataclisma tale per cui tra dodici, tredicimila anni, non si trovi più traccia di noi?La risposta che danno gli esperti è che probabilmente è possibile.Ma andiamo oltre e cogliamo un punto importante: le due ipotesi si escludono a vicenda? In verità no, per niente. E – anche qui – basterebbe dare ascolto a ciò che sostengono gli antichi. Infatti, i Sumeri narrano di essere stati preceduti da altre genti, e così fanno gli Egizi e gli Indiani; narrano di cicli, di guerre e di distruzione, e di periodi di regnanti semidivini. Lo fanno parlando di date e di anni – quindi, lo ripeto, ritenendo Storia e non Mito ciò di cui riferiscono.La lista dei re di Manetone – sacerdote egizio del III secolo a.C. ripreso da Cornelio Agrippa – si spinge indietro fino a stabilire l’inizio del regno di Ptah in Egitto circa nel 21.000 a.C., e Ptah è un nome non di origine egizia, ma semitica. Veniva quindi, come d’altra parte gli Egizi stessi spiegano, da oltre il Mare. E lo stretto del Mar Rosso, che separa l’Egitto dalla zona mesopotamica, veniva chiamato Ta-Neter: “Luogo degli dèi”. Gli storici sono concordi nell’affermare che la lista dei Re di Manetone è corretta per quanto riguarda i sovrani umani – da Menes in poi – e concordano persino nel ritenere che Ptah, Ra, Osiride, Thot, e gli altri primissimi sovrani siano realmente esistiti. Ovviamente si ritiene però, in ambito “ufficiale”, si tratti di eroi divinizzati, ma umani.Ma questi regnanti dei tempi antichi, dicono invece le cronache, erano “coloro che erano scesi dal cielo”.